Fisiologo (Boscoducale 1822 - Roma 1893). Esercitò la professione medica a Utrecht, insegnò poi a Heidelberg chimica fisiologica, anatomia comparata, fisiologia e antropologia. Abbandonata la cattedra per dissidî con i colleghi, insegnò al politecnico di Zurigo; durante questo periodo incontrò F. De Sanctis, il quale poi, allorché fu ministro dell'Istruzione, lo chiamò all'univ. di Torino, e poi a quella di Roma per affidargli la cattedra di fisiologia. Fu anche nominato senatore. I suoi contributi riguardano i processi respiratorî, l'innervazione cardiaca, la biligenesi, l'azione della luce sull'organismo e molti altri argomenti di fisiologia e di chimica biologica. Numerose edizioni e traduzioni ebbe il suo Der Kreislauf des Lebens (1852; trad. it. di C. Lombroso, La circolazione della vita, 1869), scritto in polemica col tentativo di J. Liebig di conciliare teologia e scienza, espressione di un positivismo materialistico ostile a qualsiasi concetto antropomorfico o teleologico, volto a sottolineare, in modo spesso dogmatico e rigidamente riduzionistico, il ruolo dei determinanti materiali nella vita umana (intendendo, contro idealisti e spiritualisti, la forza come proprietà inseparabile dalla materia, la vita come stato della materia, ecc.) e a vedere nei modelli meccanicistici della scienza gli unici schemi esplicativi validi in assoluto. Notevole fu la sua influenza in Italia, specie sulla scuola antropologica di C. Lombroso. Tra le sue opere: Physiologie des Stoffwechsels in Pflanzen und Thieren (1851); Dei limiti della natura umana (1864); L'unità della vita (1864); Für meine Freunde. Lebens-Erinnerungen (post., 1894; trad. it. 1902).