Uomo politico francese (Parigi 1932 - ivi 2019). Deputato all'Assemblea nazionale dal 1967, ministro dell'Agricoltura nel 1972-74 e degli Interni nel 1974, fu primo ministro dal 1974 al 1976. Segretario generale dell'Union des démocrates pour la république (1974-76), presidente dal 1976 del Rassemblement pour la république (RPR; nuova denominazione del partito gollista), nel 1977 fu eletto sindaco di Parigi (rieletto nel 1983 e nel 1989). Nel 1986-88 fu nuovamente primo ministro di un gabinetto di centrodestra, in anomala "coabitazione" con la presidenza Mitterrand. A seguito della sconfitta riportata alle elezioni presidenziali del maggio 1988, Ch. lasciò la guida del governo. Nel nov. 1994 si dimise dalla carica di segretario generale del Rassemblement pour la république e nel maggio successivo fu eletto presidente della Repubblica. Molto attivo in politica estera, Ch. cercò di rinverdire, collegandosi idealmente a Ch. De Gaulle, il prestigio internazionale della Francia. Ad appena un mese dalla sua elezione, annunciò la ripresa degli esperimenti nucleari in Polinesia, suscitando però reazioni interne e internazionali che lo indussero a sospenderli nel genn. 1996. Cercò anche di consolidare l'influenza francese in Africa, dove si recò, visitando diversi paesi, nel luglio 1995. Convinto sostenitore della moneta unica, Ch. proseguì nella politica del suo predecessore, F. Mitterrand, volta a rafforzare l'identità politica della Francia, attribuendole un ruolo attivo e autonomo nella costruzione comunitaria. La sconfitta del centrodestra, nelle elezioni politiche del giugno 1997, costrinse il presidente Ch. a coabitare con il governo di sinistra guidato da L. Jospin. Alle elezioni presidenziali del 2002 Ch. dovette fronteggiare un inatteso rivale, Jean-Marie Le Pen, leader del Front national (FN), partito di estrema destra di orientamento xenofobo, sconfiggendolo nel ballottaggio. Ch. espresse dure critiche sulla politica statunitense in Medio Oriente, cercando di contrastare il piano di invasione dell'Iraq con la minaccia di veto a qualsiasi risoluzione venisse autorizzata in tal senso dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Sulla posizione di Ch., che fece da catalizzatore del dissenso manifestato anche da altri Stati nei confronti dell'intervento militare nel paese mediorientale, furono sollevati sospetti di opportunismo economico; si parlò infatti in chiave decisamente critica di presunti rapporti privilegiati tra il governo francese e laq in merito alle forniture di petrolio: presunti rapporti che, tuttavia, successive indagini smentirono. Nel 2005 Ch. ha formato un nuovo governo che ha avuto come primo ministro Dominique de Villepin e che ha affrontato diverse difficoltà, come le manifestazioni di dissenso dell’opinione pubblica dopo il progetto di legge sul primo impiego che avrebbe dato ai datori di lavoro la facoltà di licenziare un dipendente senza ulteriori vincoli nei primi due anni di impiego. Nell’aprile del 2007 C. ha deciso di non ricandidarsi e di offrire il suo appoggio al candidato N. Sarkozy.