Uomo politico francese (Jarnac, Charente, 1916 - Parigi 1996). Dopo aver preso parte alla Resistenza, fu deputato del gruppo radical-socialista dal 1946, ministro della Francia d'Oltremare nel 1950-51, ministro di stato nel 1952-53; si dimise nel settembre 1953 in segno di protesta contro la politica coloniale del governo Laniel. Ministro nei successivi gabinetti Mendès-France e Mollet, senatore dal 1959, fu fra i più accesi oppositori di de Gaulle, cui contese la presidenza della Repubblica (1965). Presidente della Federazione della sinistra democratica e socialista (1965-68), a partire dal 1969 fu l'artefice del rinnovamento socialista e al congresso di Épinay-sur-Seine, fondato il Parti socialiste, ne divenne segretario generale (1971). Tenace propugnatore dell'unità della sinistra, sottoscrisse il programma comune con i comunisti (1972) e nel 1974 fu candidato alle elezioni presidenziali, vinte da V. Giscard d'Estaing. La politica di unità della sinistra, cui dal 1977 il PCF tentò di sottrarsi, si tradusse in crescenti consensi per il PS, e nel 1981 M. veniva eletto presidente della Repubblica (51% dei voti) anche con il sostegno comunista. M. costituì un governo di socialisti, radicali di sinistra e comunisti (questi uscirono dalla maggioranza nel 1984). Dopo l'esito, per le sinistre sfavorevole, delle elezioni del 1986, iniziò una fase di "coabitazione" tra il presidente socialista e il primo ministro J.-R. Chirac. Il duello tra M. e Chirac nelle presidenziali del 1988 si risolse in favore del primo (54%) e nelle successive elezioni politiche i socialisti riguadagnarono la maggioranza relativa. Le elezioni del 1993, nuovamente sfavorevoli alle sinistre, aprivano un nuovo periodo di coabitazione tra M. e il primo ministro J. Balladur. Nel maggio 1995, con il passaggio di consegne al successore Chirac, terminava il suo secondo mandato. Tra gli scritti: Un socialisme du possible (1971), Politique (2 voll., 1977-82), L'abeille et l'architecte (1978), Réflexions sur la politique extérieure de la France (1986).