Poeta tedesco (Sesswegen, Lettonia, 1751 - Mosca 1792). Partecipò al movimento dello Sturm und Drang, di cui fu uno dei principali esponenti, e fu particolarmente vicino a Goethe. Condusse una vita nomade e inquieta, a tratti vittima di disturbi psichici. Scrisse liriche, drammi di ispirazione sociale e opere narrative.
Studiò (dal 1768) all'università di Königsberg teologia, e divenne un ammiratore di Kant; ma nel 1771 sospese gli studi, per accompagnare due giovani nobili, in qualità di precettore, in un loro viaggio a Strasburgo. E qui, a contatto con Herder, Lavater e soprattutto Goethe, entrò a far parte del movimento dello Sturm und Drang, di cui divenne uno degli esponenti più battaglieri e più rappresentativi, e sul piano poetico, dopo Goethe, quasi certamente il più originale. Legatosi particolarmente a Goethe, lo seguì a Weimar; ma le sue stravaganze provocarono una rottura che alla lunga ebbe tragiche conseguenze. Nel 1777 cominciò per L. un vagabondaggio, primo sintomo di uno smarrimento psichico destinato a rivelarsi, nel 1778 in Svizzera, vera e propria follia. Condotto dal fratello a Riga nel 1779, godette solo di temporanei miglioramenti. Sospinto da avventurosi progetti, nel 1781 si recò a Pietroburgo e di qui a Mosca, dove, nella notte fra il 23 e il 24 maggio 1792, fu trovato morto in strada.
Dotato di una poderosa fantasia, uomo d'ingegno ma privo di ogni senso del reale, per di più sconvolto dalla vicinanza di un genio quale Goethe, L. si lanciò con sfrenata irruenza nell'agone letterario, affermandosi specialmente nel teatro, con drammi di denuncia, di impostazione tragico-grottesca. Dopo le Anmerkungen über das Theater (1774), in cui impietosamente calpestava ogni normalizzazione classicistico-aristotelica ed esaltava Shakespeare come prototipo del teatro geniale, scrisse Der Hofmeister oder die Vorteile der Privaterziehung (1774), dramma di crudo realismo e di paradossale sviluppo, eccedente ma felice nel proporre provocatoriamente il problema dei rapporti innaturali fra ceti diversi in una situazione di generale miseria, e il suo capolavoro, il dramma Die Soldaten (1776), dove la denuncia sociale diviene anche denuncia morale, proposta con una secchezza di linguaggio destinata a fare scuola. Di contorno le altre prove teatrali, Der neue Menoza (1774), Die beiden Alten (1775), Die Freunde machen den Philosophen (1776), mentre il brillante schizzo satirico-drammatico Pandämonium germanicum (post., 1819) si riduce a un'irriguardosa polemica contro i nomi consacrati dell'olimpo letterario tedesco, su tutti Wieland. Più tenue, anche se ben caratterizzata, la produzione narrativa: Zerbin oder die neuere Philosophie (1776), Der Landprediger (1777), Der Waldbruder (post., 1797).