Cooper, James Fenimore
Il fondatore del genere western
Tutti hanno letto nei fumetti o hanno visto al cinema vicende in cui i Pellirosse combattono contro i soldati bianchi, oppure assaltano diligenze, treni e carovane di pionieri. Queste storie derivano da un particolare filone della letteratura ottocentesca, il western, che ha come padre fondatore lo scrittore statunitense James Fenimore Cooper
James Fenimore Cooper, nato nel 1789 a Burlington, nel New Jersey, ebbe una gioventù avventurosa. Figlio di un magistrato, trascorse l'infanzia con la famiglia nello Stato di New York, presso il lago Otsego. La zona, all'epoca ai confini del mondo civile, era minacciata dalle incursioni dei Pellirosse e questo permise al giovane Cooper di conoscerne i costumi, le leggende e i miti. Queste informazioni confluirono poi nei suoi numerosi romanzi e saggi, che nel corso del 19° secolo influenzarono molto la narrativa per ragazzi e per adulti, contribuendo all'affermazione del romanzo d'avventura.
Inviato successivamente in Inghilterra per completare i suoi studi, Cooper fu espulso per indisciplina dalla scuola che frequentava. Si imbarcò quindi su un mercantile e viaggiò soprattutto lungo le coste europee. Tornato in patria, si sposò e si dedicò alla letteratura. Morì nel 1851 a Cooperstown (New York).
Dopo i primi romanzi di scarso successo, Cooper si orientò verso il romanzo storico, in particolare quello storico-avventuroso di Walter Scott, molto in voga in quegli anni. Introdusse però alcuni elementi nuovi, acquisiti dalla sua diretta esperienza: le trame avventurose avevano come sfondo l'America settecentesca dilaniata dalla febbre di conquista dei territori indiani. In tal modo poté creare nuove atmosfere leggendarie e introdurre temi e figure completamente originali per quei tempi, come gli 'Indiani d'America', la vita nelle foreste, il cacciatore solitario, l'eroe selvaggio e forte. Così la storia si mescolava con l'avventura, e l'avventura con la storia.
Tra i suoi molti romanzi, alcuni propongono anche avventure di marinai e di corsari. Ma le sue opere più famose sono ancora oggi quelle che narrano la vita dei pionieri, dei Pellirosse, dei colonizzatori inglesi e francesi e delle loro guerre per impadronirsi di territori sconfinati. Questi personaggi si muovono all'interno di scenari originali, che modificano ed estendono le caratteristiche del romanzo d'avventura segnando la nascita di un nuovo genere letterario: il western.
Tra le sue opere si ricordano in particolare: I pionieri (1822), L'ultimo dei Mohicani (1826), La prateria (1827), Il cercatore di piste (1840), L'uccisore di daini (1841). Questi cinque romanzi fanno parte di un ciclo, denominato I racconti di Calza di cuoio, che narra le gesta della guida Natty Bumppo, un cacciatore.
Natty mantiene il ruolo di protagonista anche quando la trama ruota intorno ad altri personaggi, come avviene con Uncas, l'ultimo dei Mohicani. Il giovane indiano, infatti, rappresenta per Cooper la voce per trasmettere la sua profonda convinzione che l'uomo americano non può conquistare la propria libertà se allenta il legame con la natura e si lascia sedurre dalle ricchezze e dalla sete di potere.
L'ultimo dei Mohicani, molto popolare ancora oggi come romanzo per ragazzi, ha contribuito più di ogni altra opera a innalzare la fama di Cooper. Lo scrittore esalta il sacrificio di Uncas, giovane pellerossa che non esita a dare la propria vita per salvare una donna bianca. La vicenda appassionò i lettori fin dal suo apparire, e appassiona ancora tutti coloro che sono interessati ai grandi problemi della storia americana, come le usurpazioni dei territori indiani.
Il ciclo dei Racconti di Calza di cuoio ha destato grande interesse anche nel mondo dei mass media. In particolare da L'ultimo dei Mohicani sono stati tratti soggetti per la realizzazione di film, cartoni animati, riduzioni a fumetti.
Ha inoltre ispirato altri scrittori e sceneggiatori per l'ideazione di nuovi personaggi. Un esempio è il personaggio di un noto fumetto italiano, Ken Parker, creato da Giancarlo Berardi e uscito nelle edizioni Bonelli nel 1977; Ken Parker, infatti, è soprannominato 'Lungo fucile', che è proprio uno dei nomi di Natty Bumppo.