Pittore francese (Le Havre 1901 - Parigi 1985). Si affermò come uno dei promotori dell'"art autre" (o informale) e sostenne il valore di ciò che egli chiamò "art brut", ponendo polemicamente l'accento sull'aspetto primordiale, popolaresco, istintivo e perciò genuino di manifestazioni artistiche spontanee, anonime, infantili o addirittura di alienati.
Frequentò (1918) per breve tempo a Parigi l'Académie Julian, poi studiò da solo. Dopo essersi interessato di musica, lingue, letteratura e aver esercitato varî mestieri, dal 1942 si dedicò definitivamente alla pittura, che popolò di maschere, di esseri mostruosi e abnormi, immaginati nel subconscio, di oggetti accostati nella maniera più strana, di un'incessante fermentazione di vita anche nelle composizioni puramente astratte. Nei suoi quadri andò via via assumendo sempre maggiore importanza la materia utilizzata, dal gesso alla ghiaia al catrame alla calce al mastice, non solo in sostituzione del materiale tradizionale, ma identificandosi con la realtà visuale e figurativa dell'artista, come appare chiaramente nella serie delle Texturologies (1957-58). Dopo il 1966 allargò la sua ricerca alla scultura, sperimentando nuovi materiali e realizzando numerose opere policrome in polistirolo espanso. Nel 1967 donò oltre centocinquanta sue opere (pitture, guazzi, disegni, sculture) al Musée des arts décoratifs di Parigi. Tra i suoi scritti, fondamentale per la storia dell'informale è Prospectus aux amateurs de tout genre (1946). Interessanti i suoi Mémoires sur le développement des mes travaux à partir de 1952 (1960-61).