SCHLUMBERGER, Jean
Scrittore francese, nato a Guebwiller (Alsazia) il 26 maggio 1877; lasciò nel 1892 la regione natale per conservare la cittadinanza francese e a Parigi conseguì la "licence" in lettere studiando anche storia delle religioni. Fondò (1909) con A. Gide la Nouvelle Revue Française; nel 1913, con Copeau, amministrò il teatro del "Vieux-Colombier". Dal 1938 è tra i redattori del Figaro.
La sua prima opera, Heureux qui comme Ulysse è del 1906. Ma quella che rivela la sua acutezza di analisi è L'inquiète paternité (1911), romanzo sulla paternità spirituale. Les fils Louverné (1914) ha per tema la crisi familiare prodotta dall'odio tra fratelli. In La mort de Sparte (1921) le inquietudini familiari sono viste nel più ampio quadro della vita nazionale. Seguono Un homme heureux (1921), Le camarade infidèle (1922), Le lion devenu vieux (1924), Les yeux de dix-huit ans (1928), Saint-Saturnin (1931), storia di un intreccio di razze e di ceppi familiari protratto di generazione in generazione, le novelle di Passion (1956). Nella Histoire de quatre potiers (1935) ritorna il tema della crisi sociale come fonte di inquietudine nella vita del paese. Notevoli, tra i saggi, Dialogues avec le corps endormi (1927), Plaisir à Corneille (1936), Essais et dialogues (1937), Stéphane le glorieux (1939). Poi Jalons (1941), Nouveaux Jalons (1943), Éveils (1949) un libro sul processo Pétain (1948), Madeleine et André Gide (1956) sulla vicenda matrimoniale di Gide.
Bibl.: M. Delcourt, J. Sch., Parigi 1945; C. E. Magny, Histoire du roman français depuis 1918, I, Parigi 1949.