Scrittore danese (Korsør 1764 - Amburgo 1826); con i suoi scritti in danese e in tedesco si affermò come il più vivace e brillante ingegno dell'ultimo '700 nordico. Rispecchiò nella sua vastissima opera, lirica, satirica, pedagogica - in massima parte frutto di abile imitazione - le molteplici tendenze spirituali del tempo.
Di umile condizione, giunse alla prima notorietà letteraria grazie ai circoli aristocratici tedeschi di Copenaghen, che apprezzarono l'elegante frivolezza dei suoi racconti in versi, Komiske fortaellinger ("Racconti comici", 1785) ispirati al Wieland non meno che a J. H. Wessel e a L. Holberg. Negli anni della Rivoluzione e delle guerre napoleoniche condusse una esistenza irrequieta e disordinata in Germania, Svizzera, Francia e Italia (dove conobbe, fra gli altri, Klopstock e Schiller, Ch. M. Wieland e Madame de Staël).
Prodigiosamente versatile e recettivo, seguace di Voltaire e di Rousseau, del razionalismo di Kant e del misticismo di F. H. Jacobi, più che nella polemica contro A. G. Oehlenschläger, in cui pure fece valere le profonde esigenze dell'estetica classicistica (1813-19), il meglio di B. è da cercare nel libro di viaggio dal significativo titolo di Labyrinten (1792-93), dove, sull'esempio di L. Sterne, in tono conversevole e ironico-sentimentale, narra il suo primo viaggio in Germania e in Alsazia (1789-90) con un gusto della confessione intima, con un culto della sensazione e dell'impressione individuale, a preferenza della registrazione dei fatti esterni, che già preannunciano il soggettivismo romantico.