Giornalista e scrittrice statunitense (Sacramento 1934 - New York 2021), ha collaborato a vari periodici (Saturday evening post, Life, The New York review of books e The New Yorker). Tra gli esponenti del new journalism (genere letterario che si fonda sulla mescolanza di tecniche narrative e strumenti propri dell'indagine giornalistica), nei suoi romanzi e reportages ha rappresentato, con stile asciutto e profondità di analisi, la dissoluzione dei valori e il consumismo nella società americana contemporanea: dalle esperienze delle comunità hippy negli anni Sessanta (Slouching towards Bethlehem, 1968; The white album, 1979, trad. it. 2015) alla vita alienante delle protagoniste femminili nei romanzi Run river (1963; trad. it. 2016), Play it as it lays (1970; trad. it. Prendila come viene, 1978) e A book of common prayer (1977; trad. it. Diglielo da parte mia, 1979). Tra gli altri scritti si ricordano: Salvador (1982); Democracy: a novel (1984); Miami (1987; trad. it. 2016); Broken trust (1995); The last thing he wanted (1996; trad. it. Il suo ultimo desiderio, 2017); Political fictions (2001; trad. it. 2020); Fixed ideas: America since 9.11 (2003; trad. it. 2021); l'autobiografico Where I was from (2004; trad. it. 2018); The year of magical thinking (2005; trad. it. 2008); We tell ourselves stories in order to live. Collected nonfiction (2008); Blue nights (2011; trad. it. 2012); le raccolta di saggi South and West. From a notebook (2017; trad. it. Nel paese del Re pescatore, 2017) e Let me tell you what I mean (2021). Nel 2007 D. ha ricevuto la medaglia per il particolare contributo alle lettere americane annualmente conferita dalla National Book Foundation, per la combinazione letteraria di prosa elegante e intelligenza corrosiva. Un'accurata biografia della scrittrice è stata pubblicata nel 2015 da T. Daugherty sotto il titolo The last love song.