Pittore (Oldemburgo 1597 circa - Venezia 1630). Allievo ad Amsterdam di H. Goltzius, fu poi (1616-19) ad Haarlem e ad Anversa, dove ebbe modo di apprezzare la pittura di F. Hals e di J. Jordaens; nel 1621 visitò Parigi e Venezia e nel 1622 fu a Roma. Nello stesso anno ritornò a Venezia, dove nel 1630 morì di peste. La conoscenza di opere di P. P. Rubens e lo studio della pittura veneziana del Cinquecento resero più complesso e maturo il suo stile. Se nella Toletta di Venere (Firenze, Uffizi) è chiara l'influenza di Rubens, nelle ultime opere (Visione di s. Girolamo, Venezia, Chiesa dei Tolentini; Sacrificio d'Isacco, Firenze, Uffizi; Estasi di s. Paolo, Berlino, Gemäldegalerie) L. riuscì a raggiungere un proprio equilibrio superando con i delicati accenti luministici e la pennellata sciolta e di colore vivace il realismo sensuale delle opere precedenti (Scena d'osteria, Kassel, Galleria).