Althusius, Johannes
Giureconsulto e filosofo della politica (Diedenshausen 1557 - Emden 1638 ca.). Prof. di diritto a Herborn (1590) e sindaco di Emden (1604), dove trascorse tutta la sua vita, fu romanista insigne e si impegnò nella difesa della libertà civile e religiosa della città contro la nobiltà della Frisia orientale. I suoi principi politici, di carattere decisamente democratico, riscossero vasti consensi, ma insieme critiche violente. Propugnò la teoria dell’assoluta sovranità popolare e subordinò a essa la funzione dei re sostenendo omnes reges nihil aliud esse quam magistratus. Contrattualista, A. pone un patto o contratto alla base sia dei piccoli gruppi (famiglia, corporazione) sia dello Stato, che nasce da una volontaria associazione di corpi politici minori. Tale concezione contrattualistica e ‘federativa’ dello Stato si unisce alla dottrina della inalienabilità della sovranità di cui il popolo è titolare: in questa prospettiva di A., che è uno dei più coerenti monarcomachi calvinisti, il re o i magistrati preposti all’esercizio della sovranità sono sempre famuli et ministri del popolo, e quindi la sovranità a essi delegata può essere revocata in caso di infrazione del contratto. Tra le sue opere: Civilis conversationis libri duo (1601); Politica methodice digesta (1603; trad. it. Politica, il suo lavoro migliore, più volte ristampato); Dicaelogicae libri tres, totum et universum ius, quo utimur, methodice complectentes (1617). O. von Gierke vide in A. il fondatore della teoria moderna del contratto sociale (J. A. und die Entwicklung der naturrechtlichen Staatstheorien, 1880; trad. it. Giovanni A. e lo sviluppo storico delle teorie politiche giusnaturalistiche); a tale interpretazione è stato obiettato che il contrattualismo di A., a differenza di quello moderno, non è individualistico, in quanto nella sua dottrina i contraenti sono le città e le province (G. Jellinek, Allgemeine Staatslehre, 19254; trad. it. La dottrina generale dello Stato).