DULLES, John Foster
Uomo politico nord-americano, nato a Washington il 25 febbraio 1888 e morto ivi il 24 maggio 1959. Compiuti gli studî giuridici a Princeton, alla George Washington univ. e a Parigi, divenne presto uno dei primi avvocati di New York, specialista in materia finanziaria e industriale, trattando spesso interessi a carattere internazionale. Appassionato di politica estera (era nipote di J. W. Foster, segretario di Stato del presidente Harrison), messosi in luce per le sue qualità diplomatiche, ricevette incarichi dal governo federale, partecipando alle più importanti conferenze internazionali. Già nel 1907 aveva partecipato alla conferenza della pace dell'Aia: durante la prima guerra mondiale svolse una missione a Panama, poi partecipò come esperto legale in questioni finanziarie alla conferenza di Parigi, e quale membro delle conferenze per le riparazioni tedesche fu tra i principali elaboratori del piano Dawies. Autorevole esponente del partito repubblicano - fu legato a lungo a Th. Dewey, del quale fu consigliere per la politica estera - il D. difese l'unità repubblicano-democratica nella politica estera (bipartisan foreign policy), e al termine della seconda guerra mondiale fu designato da Truman a partecipare alla conferenza di San Francisco, al convegno di Londra dei ministri degli Esteri (1945), alle conferenze di Mosca e di Londra (1947) e di Parigi (1949), e alle sessioni dell'assemblea generale delle Nazioni Unite. Fu inoltre negoziatore delle trattative che portarono al trattato di pace con il Giappone e ai patti di sicurezza con il Giappone, l'Australia, la Nuova Zelanda e le Filippine; questo fu il suo maggior apporto alla politica dell'amministrazione democratica. Eletto presidente Eisenhower (1952), entrò in quella amministrazione come segretario di Stato (febbraio 1953), e conservò la carica con la rielezione di Eisenhower (1956). Si dimise nell'aprile del 1959 in seguito alla malattia di cui poco dopo moriva.
Per più anni J. F. Dulles dominò completamente l'elaborazione e la condotta della politica estera degli S. U. A., e giocò un ruolo preminente sia a Washington sia nella NATO, godendo dell'appoggio completo del presidente Eisenhower, e imponendosi come la personalità più forte del governo repubblicano. Nella sua opera di segretario di Stato Dulles sostenne con intransigenza la necessità dell'unità del mondo libero nella resistenza alla diffusione del comunismo, dell'opposizione ad ogni tentativo comunista di espansione armata, e del rifiuto di ogni appeasement. In Europa, sostenne il rafforzamento della NATO e incoraggiò la Germania nel suo sforzo di diventarne uno dei membri principali; in Estremo Oriente la sua politica fu caratterizzata dal fermo appoggio alla Cina Nazionalista, dall'assoluta ripulsa al riconoscimento della Cina Comunista e alla sua ammissione alle N. U., e dalla persistente opera di rafforzamento delle difese anticomuniste, culminata con la creazione della SEATO. Con il presidente Eisenhower elaborò la "dottrina Eisenhower", secondo la quale gli S. U. A. interverranno in appoggio dei paesi del Vicino e Medio Oriente minacciati dal comunismo, ove l'appoggio sia richiesto. La complessa attività del D. si identifica con tutta la politica estera degli S. U. A. (e perciò con gran parte della storia mondiale) del periodo del suo segretariato. Oggetto di aspre critiche anche in America e nel mondo occidentale per le sue tesi, i suoi metodi e molte delle sue iniziative, fu però sempre rispettato per l'integrità personale, la incrollabile tenacia e l'indiscutibile fede nella libertà che lo animava.