TURNER, Joseph Mallord William
Pittore, nato a Londra il 23 aprile 1775, ivi morto il 19 dicembre 1851. Figlio d'un barbiere del Devonshire il T. fece i primi studî a Brentford, nel Middlesex. Nel 1788 lavorò sotto Th. Malton, disegnatore di architettura, e colorì per commissione molte stampe e sfondi. Nel 1789 entrò nelle scuole della Royal Academy dove espose nell'anno successivo per la prima volta. Nel 1793, avendo già un proprio studio, aveva iniziato la carriera di disegnatore topografo, percorrendo la campagna in cerca di soggetti. Circa in quel tempo fece la conoscenza del dottor Monro, che raccoglieva intorno a sé numerosi giovani artisti; conobbe anche Th. Girtin e subì l'influsso dell'opera di J. R. Cozens. Fu in parte l'azione di questi due artisti che spinse il T. a trasformare i disegni colorati, che fino allora aveva fatto, in opere di assai maggior mole e profondità. Il Norham Castle, quadro esposto alla Royal Academy nel 1799, fu dal T. considerato come l'inizio del suo successo. Nell'anno stesso fu eletto socio dell'Accademia di cui divenne membro effettivo nel 1802.
Già nel 1797 aveva cominciato a dipingere a olio. Intorno al 1800 la sua produzione in questo genere si accrebbe e il Molo di Calais (1803, National Gallery, dove si trovano tutte le altre opere menzionate qui appresso) segna il vertice del suo primo stile, ispirato alla pittura olandese di marine. Nel 1802 fece il suo primo viaggio all'estero, a Parigi e in Svizzera. Seguirono altri quadri di marine, come Navi con ancore (1804); La morte di Nelson (1808) e i primi paesaggi mitologici ispirati dal Poussin, da Tiziano e da Claudio Lorenese: Esperidi (1806); Didone che edifica Cartagine (1815); nonché alcuni paesaggi inglesi che debbono molto al Wilson: Mattino di gelo (1813); La traversata del ruscello (1815) e interni, dipinti a imitazione degli olandesi e del Wilkie: La bottega del fabbro (1807), e La petizione dell'abitante della soffitta. (1809). Dal 1807 al 1819 il T. lavorò in modo intermittente a una serie di disegni destinati ad essere incisi a mezzatinta, il Liber studiorum, a imitazione del Liber studiorum di Claudio Lorenese esistente a Chatsworth, inciso dall'Earlom. Su 100 disegni progettati, ne furono effettivamente pubblicati 70.
Nel 1817 fece un viaggio in Belgio, in Olanda e lungo il Reno e nel 1819 visitò per la prima volta l'Italia eseguendo schizzi a Venezia, Roma, Napoli e altrove. Nel 1823 espose il Golfo di Baia, in cui fermò le sue impressioni dell'atmosfera meridionale. Il quadro segna un mutamento radicale di maniera. È una trasposizione nella tecnica a olio dei valori dell'acquerello, la carta bianca essendo sostituita da un fondo bianco. Col tempo, questi elementi di bianco divennero sempre più insistenti, fino a che i toni oscuri assunsero funzione di meri contrasti per rialzare la luminosità dell'insieme. Con Ulisse che deride Polifemo (1829) la trasformazione è quasi completa e il quadro è un fiammante barbaglio di colore su fondo bianco. Allo stesso periodo appartengono le scene di regate veliche di Cowes e i soggetti di Petworth, che sono quasi esclusivamente zone informi di colore iridescente. Le cupe marine dei suoi primi anni si sono ormai trasformate nell'abbagliante colore del Combattimento della "Témeraire" (1839).
L'ultima fase della pittura a olio del T. è caratterizzata da composizioni come Pioggia, vapore e velocità (1844), e da pitture di soggetto veneziano, come Tramonto del sole a Venezia (1843), in cui l'artista tende verso un'ancor più alta tonalità di colore, non tiene conto del rettangolo della cornice e fa convergere la propria visione sopra un ovale al centro. Il T. produsse anche innumerevoli schizzi all'acquerello e disegni. La massa di queste opere minori, che si avvicina ai 20 mila fogli, lasciata dal T. insieme con i quadri a olio alla National Gallery, è dal 1930 al British Museum. Dal 1820 al 1840 la maggior parte degli acquerelli furono eseguiti per essere incisi in volumi come I fiumi dell'Inghilterra (1823-27), Il ricordo (1833-35), Il viaggio annuale di Turner (1833-33) e molte altre opere; ma formano la parte meno attraente della sua produzione. Invece le impressioni a colori da lui raccolte nei viaggi in Italia e in Svizzera (1838-48) sono di una libertà e originalità ineguagliate.
Il T. ebbe pochi imitatori e non formò scuola. Nella sua preoccupazione per il problema della luce, egli precorse gl'impressionisti francesi, sebbene abbia affrontato la questione in modo più immaginativo e meno scientifico. Pur essendo il suo carattere e il suo aspetto tipicamente inglesi, nella sua tarda evoluzione egli si distaccò dalla tradizione inglese del paesaggio.
Bibl.: Cosmo Monkhouse, in Dictionary of National Biography, LVII, Londra 1899 (con bibl.); F. Wedmore, T. and Ruskin, voll. 2, ivi 1900; W. Armstrong, T., ivi 1902; W. G. Rawlinson, The engraved works of J. M. W. T., R. A., voll. 2, ivi 1908, 1913; A. J. Finberg, A complete inventory of the Drawings of the T. bequest, voll. 2, ivi 1909; id., The history of T's. Liber Studiorum with a new Catalogue raisonné, ivi 1925.