Andrés, Juan
A., che italianizzò il nome di battesimo in Giovanni, nacque a Planes nell’antico regno di Valenza nel 1740 e morì a Roma nel 1817.
Gesuita, storico della letteratura e bibliotecario, visse in Italia per circa mezzo secolo, esule come molti confratelli all’indomani dell’espulsione dei gesuiti dalla Spagna. Nella sua opera Dell’origine, progressi e stato attuale d’ogni letteratura, fortunato affresco comparatistico, si sofferma varie volte su Machiavelli.
Nel secondo tomo registra la superiorità della Mandragola e della Clizia rispetto ai prodotti dei restauratori rinascimentali del teatro latino: le commedie di M. «hanno un dialogo più animato, mostrano più moto e più spirito nell’andamento, e sì nello stile, che nell’invenzione, e nella condotta sono assai più comiche dell’altre di quell’età»; e tuttavia «le oscenità e le laidezze» in esse contenute ad A. paiono rendere quei testi sconsigliabili ai moderni «gentili e dilicati lettori» (Dell’origine, progressi e stato attuale d’ogni letteratura, 2° t., 1785, p. 294). Nel terzo tomo affronta M. nel capitoletto dedicato all’«eloquenza didascalica» e poi nell’altro sugli studi storici: a M. viene assegnata una sorta di primato nella prosa italiana primo-cinquecentesca, fatte salve le censure riguardanti le idee:
è uno scrittore che per la sottigliezza de’ sentimenti, per la vastità delle mire, per la profondità di molte riflessioni, e non meno altresì per l’arditezza e anche empietà d’alcune altre, e per le sue or utili, or nocevoli massime ed opinioni si è reso singolarmente rinomato, e più degli altri scrittori suoi coetanei ottiene una fama universale (3° t., 1787, pp. 112-13).
Limitativo il giudizio sulle Istorie fiorentine: lo scrittore è lodato «per la rapidità e precisione, con cui svolge ne’ primi libri la serie di tanti secoli, e per la chiarezza e facilità, con cui negli altri presenta i fatti, e ne spone le ragioni», e tuttavia A. lamenta nella stessa opera un eccesso di astrattezza dottrinaria («ogni suo libro incomincia con una dissertazione, o con un ragionamento politico»), un’intima incoerenza stilistica:
troppo minutamente descrive alle volte cose, che non deon essere troppo interessanti: il suo stile non è ancora abbastanza vivo ed animato; le sue orazioni, poche in verità, e sempre opportune ed anche necessarie, rimangono alquanto fredde e digiune, e troppo lontane dalle liviane, e dall’altre antiche (3° t., 1787, p. 345).
Infine nel quinto tomo, là dove affronta la filosofia morale, A. inserisce tra pagine dedicate a Montaigne, Charron e Bodin un rapido giudizio sulla qualità del M. pensatore. Prova a giustificare la presunta «iniquità delle massime insegnate» da M. con le «circostanze del tempo, in cui con insidie, tradimenti e assassinj si sostenevano comunemente i piccoli principi»; conclude chiedendosi se M., in diversa temperie storica, «co’ filosofici suoi lumi» avrebbe potuto ispirare «un principe padre del popolo, non un accorto tiranno», mettendo anche a tacere «alcuni tratti, al suo argomento non necessarj ed al lettore nocevoli, di libertinaggio di religione» (5° t., 1794, pp. 597-98).
Pare di intravvedere, appena adombrata, la consueta tesi settecentesca su M. potenzialmente antitirannico.
Occasionalmente nell’epistolario privato A. tornò a interessarsi ai dibattiti intorno a M., più che mai fervidi nel tardo Settecento. Per esempio, in una lettera del 19 febbraio 1795 all’economista Gian Rinaldo Carli menziona la recente uscita dell’Elogio del M. di Giovanni Battista Baldelli Boni (Firenze 1794), che accostava con zelo retorico-municipale M. a Galileo (l’Elogio fu apprezzato da Alfieri); in una successiva lettera del 10 dicembre dello stesso anno al fiorentino Lorenzo Mehus registra una censura contro Baldelli (e M. medesimo) scritta da un compatriota spagnolo, anche lui ex gesuita, il battagliero Antonio Eximeno, intitolata Lo spirito del Machiavelli, 1795 (cfr. Andrés y Morell 2006, 2° vol., pp. 892 e 931).
Bibliografia: G. Andrés, Dell’origine, progressi e stato attuale d’ogni letteratura, 8 tt., Parma 1781-1799; J. Andrés y Morell, Epistolario (1740-1817), a cura di L. Brunori, 3 voll., Valencia 2006. Si v. inoltre: M. Batllori, Andrés Giovanni, in Dizionario biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, 3° vol., Roma 1961, ad vocem.