Poeta lirico e drammatico e musicista spagnolo (Salamanca 1469 - León 1529), vissuto lungamente in Italia. Autore dell'opera teatrale Églogas e di un importante Cancionero.
Il Cancionero (1496) contiene liriche religiose e profane e anche composizioni drammatiche che generalmente si chiudono con un villancico nel quale l'elemento musicale è strettamente connesso a quello letterario. Le Églogas, d'influenza virgiliana, di facile dialogo e di semplice sviluppo scenico, sono generalmente considerate quale fase teatrale di passaggio dai misteri, dai "juegos de escarnio" e dalle "moralidades" al dramma profano. Esse sono distinte in due tipi: il primo è di grande semplicità e di argomento derivato dalle festività religiose; tale tecnica si ritrova nella Égloga de Antruejo (1495) e nell'Auto del Repelón (1509) nei quali si inizia un motivo di parodia del linguaggio contadino che continuerà nel teatro fino a Lope e Tirso. Il secondo tipo è più elaborato, e più vicino alla commedia italiana, alla Cárcel de Amor di Diego de San Pedro e alla Celestina. Di quest'ultimo tipo sono l'egloga Fileno, Zampardo y Cardonio, la farsa Plácida y Victoriano (rappr. 1513, pubbl. 1520), l'egloga Cristino y Febea nella quale l'ascetismo medievale si scioglie in una gioia di vivere di gusto pagano. E. scrisse anche un poema, Trivagia (1521), che narra il suo pellegrinaggio a Gerusalemme, e un trattato di precettistica letteraria e poetica Arte de la poesía castellana (1496). Come musicista, compose canzoni monodiche o polifoniche e altri brani musicali per i suoi lavori teatrali.