JIMÈNEZ, Juan Ramón
Poeta spagnolo, nato il 24 dicembre 1881 a Moguer, nell'Andalusia. È forse il poeta che, dopo e accanto a Rubén Darío, ha esercitato la più profonda influenza sulla giovane poesia spagnola, nonostante l'indole solitaria e aristocraticamente schiva della sua vita, trascorsa nei viaggi obliosi e negli ozî lirici.
Il frammentarismo moderno, la purezza formale, la scarna e lenta malinconia trovano nella poesia del J. un'espressione squisita. La perenne mutevolezza delle cose, la fuggevole realtà del momento, il repentino morire e rinascere delle forme terrestri dela bellezza, della vita spirituale, sono il contenuto della sua lirica trepidante e fragile, eppure moralmente concreta. Il meglio delle sue raccolte, che nelle nuove redazioni portano sempre il segno di un'assidua, sottile e quasi implacabile revisione (Arias tristes, 1903; Jardines lejanos, 1904; Pastorales, 1905; Elegias, 1908; La soledad sonora, 1908; Poemas magicos y dolientes, 1909; Sonetos espirituales, 1915; Eternidades, 1917, ecc.), è riunito nelle Poesías escogidas (New York 1917) e nella SPgunda antología poética (Madrid 1922).