KALABSHA
. Località della Bassa Nubia, circa 60 km a S di Aswān, presso una rapida del Nilo. Il nome antico è Talmis. Vi sorgeva un importante tempio del dio solare nubiano Manduli, eretto all'età di Augusto, probabilmente sul luogo di uno più antico (tracce in materiali di reimpiego). Presso il tempio era un pozzo sacro, famoso perché fu adoperato da Eratostene per la determinazione del tropico, in quanto restava privo d'ombre durante gli equinozi. Il santuario porta alcune iscrizioni in un greco assai barbarico, fra le quali la più importante ricorda una vittoria di Silko, basiliskos dei Nobadi, la popolazione che Diocleziano chiamò a proteggere il confine egiziano dall'esterno. È probabilmente a costoro che si deve la costruzione di un centro fortificato che congloba il tempio e il suo temenos all'inizio dell'età cristiana della regione (6° secolo). Il tempio di K., trasferito per la costruzione della nuova diga di Aswān, è ora ricostruito presso quest'ultima (New Kalabsha). L'opera di smantellamento e di analisi del monumento da parte dell'Istituto archeologico germanico ha permesso di riconoscere criteri di struttura e rapporti che sembrano richiamare letteralmente i moduli che a Roma, nella stessa epoca, erano codificati da Vitruvio.
Bibl.: S. Curto e altri, Kalabsha (Orientis Antiqui Collectio, V), Roma 1965; H. Stock, K. G. Siegler, Kalabsha. Der grösste Tempel Nubiens und das Abenteuer seiner Rettung, Wiesbaden 1965; K. G. Siegler, Kalabsha. Architektur und Baugeschichte des Tempels (Arch. Veröff. Deutsch. Arch. Inst. Kairo, I), Berlino 1970.