KAMAKURA (A. T., 101-102)
Città del Giappone, nell'isola Honsku, presso la costa N. della Baia di Sagami. Scelta da Yoritomo (v. giappone, XVII, pp. 35-36) come residenza della sua corte militare e rimasta per due secoli e mezzo seconda capitale del Giappone, questa città, che all'epoca del suo massimo splendore contò oltre un milione di abitanti, fu teatro di lotte intestine e di avvenimenti attraverso i quali venne saccheggiata e incendiata più volte. L'ultimo incendio, del 1526, lasciò un cumulo di rovine, che suggellarono la sua storia. Oggi essa non è che un piccolo centro (18.252 ab. nel 1925). Non lungi è Enoshima, isolotto congiunto con un ponte alla terra fermia, celebre per il santuario sacro a Benten, la Venere dell'Oriente.
Il nome della cittadina è legato al periodo artistico giapponese che va dal 1192 al 1333. Nota è la colossale statua dell'Amida-Buddha, inalzata per volere di Yoritomo, primo shogun di Kamakura. L'odierna figura risale nelle sue parti essenziali al 1252, ma, spesso danneggiata da terremoti nel corso dei secoli, dovette essere più volte restaurata. Nonostante il cattivo stato di conservazione, costituisce sullo sfondo del golfo di Kamakura in mezzo alla ricca vegetazione uno dei più imponenti monumenti del Giappone (v. giappone: Arte). I templi della stessa epoca non hanno particolare importanza architettonica, ma conservano alcuni dei più celebri capolavori dei secoli XII-XIV, tra i quali un Amida-Buddha (Kotoku-in) datato 1252. Le figure di Yemma e dei suoi compagni Yenno-ji e Jizo in Yochi-ji vengono attribuiti a Unkei, massimo scultore dell'epoca. Nel Museo della città si organizzano esposizioni di sculture dell'arte di Kamakura tratte temporaneamente dai templi. Accanto a sculture lignee sono particolarmente notevoli quelle di bronzo, rarissime in quell'epoca. Va ricordato soprattutto il Buddha in bronzo (v. fig.) che compie subito dopo la nascita i sette passi canonici e dichiara alzando la mano che quella è l'ultima sua rinascita. La figura massiccia e contadinesca, la vivacità del movimento rispondono pienamente all'ideale dell'epoca. Le più importanti pitture dell'arte di Kamakura si trovano disseminate nei templi dei dintorni della città. Ricordiamo nel tempio di Taima-Mandara il Paradiso del Komyoij e altri rotuli, ascritti al grande pittore Sumiyoshi Keion.
Riguardo alle lacche, il nome di Kamakura è adoperato piuttosto per indicare una tecnica che per definire un'epoca: esso vien riferito a quei rilievi laccati, il cui primo strato nero è ricoperto da strati rossi che qua e là lo lasciano trasparire, evidente imitazione di una tecnica cinese. Lo stesso si dica delle guardie di sciabola incise: le Kamakura-Tsuba sono formate da un grande ma sottile foglio a debole rilievo, e poco traforate.
Bibl.: F. Nakamura, Catalogue of the National Treasures of Painting and Sculpture in Japan, Kyōto 1915.