KARAKORUM (XX, p. 118)
Nell'ultimo trentennio le nostre conoscenze di questo sistema di catene sono molto progredite.
Dopo la spedizione guidata da G. Dainelli (1930), si ebbero, nel decennio che precedette la seconda guerra mondiale, varie spedizioni, dirette soprattutto al K. occidentale. Nel 1936 il ghiacciaio Baltoro fu percorso da una spedizione francese, comandata da H. de Ségogne, che aveva per meta l'Hidden Peak (m. 8068), ma non poté raggiungerlo. Una spedizione internazionale (avente in pari tempo scopi cinematografici) ebbe per capo nel 1934 il geologo G. O. Dyhrenfurth e, per quanto contrastata da avversità di vario genere, salì varie vette del gruppo Queen Mary. Poi del 1935 è la spedizione al Picco 36 (7742 m) di J. Hunt (che pochi anni dopo guiderà il gruppo che riuscirà a conquistare l'Everest) e di J. Waller (che nel 1938 tornerà nel K. per tentare, senza successo, la conquista del Masherbrum, m 7821). Pure del 1935 è la spedizione dei coniugi olandesi Visser, che eseguirono soprattutto ricerche glaciologiche e geologiche portando un notevole contributo alla conoscenza topografica. Nel 1937 si recò nel K. la spedizione di E. E. Shipton e di H. W. Tilman, che esplorò il versante nord del K. dopo aver valicato la sella Sarpo Lagga (m 5685); a questa spedizione si devono un buon rilevamento topografico e varie osservazioni sulla costituzione geologica della regione esplorata. Del 1938 è il tentativo dell'americano C. Houston al K2, fino a 7800 m; dell'anno successivo quello, pure americano, di F. Wiessner fino a 8380 m, conclusosi tragicamente per 4 componenti. Nel 1939 anche Shipton ritornò nel K. con una spedizione che ha compiuto attività di rilevamento topografico. Dopo la sosta dovuta alla seconda guerra mondiale, nell'estate 1947 le esplorazioni ripresero con quella di H.W. Tilman, che ebbe per meta il gruppo di Rachipushi. Nel 1953 gli Americani, guidati ancora da C. Houston, tentarono di nuovo la cima del K2, ma l'impresa non ebbe successo. Per la spedizione del C.A.I. al K2, guidata da A. Desio, e che riuscì a conquistare la vetta della montagna, v. K2 in questa App. Oltre alla meta alpinistica la spedizione ebbe anche compiti scientifici; P. Graziosi si occupò della paletnologia, A. Marussi delle misure geodetiche, B. Zanettin delle osservazioni mineralogiche e geologiche, F. Lombardi dei rilievi topografici; l'attività si svolse in prevalenza lungo la vallata dell'Indo ad occidente di Skardu, specie nelle valli laterali di Stak e di Tormik e poi nel Baltoro. Spedizioni alpinistiche successive hanno raggiunto, sempre nel K., varie vette superiori agli ottomila metri e cioè Hidden Peak (8068 m), Broad Peak (8047 m) e Gasherbrum II (8035 m).
Bibl.: G. Dainelli, Esploratori e alpinisti nel Caracorùm, Torino 1959; A. Desio, Le ricerche scientifiche della spedizione italiana al Karakorum, in Rivista del C.A.I., LXXIII (1954), pp. 423-7; K. Wiche, Klimamorphologische Untersuchungen im westlichen Karakorum, in Abhandl. Geographentag, Berlino 1960, pp. 190-203.