Apel, Karl-Otto
Filosofo tedesco, nato a Düsseldorf il 15 marzo 1922; ha insegnato nelle università di Kiel (1962-69), Saarbrücken (1969-72) e Francoforte sul Meno (1972-92). Nel 1988 gli è stato assegnato il premio internazionale Galileo Galilei.
Profondamente influenzato dalla filosofia di M. Heidegger, ha seguito un originale percorso intellettuale caratterizzato da un'ispirazione kantiana di fondo aperta ad accogliere sia i contributi della tradizione ermeneutica continentale sia quelli del pragmatismo e della filosofia analitica. Sin dai suoi primi studi storici sul concetto di linguaggio nella tradizione umanistica A. ha insistito sulla centralità del linguaggio, imposta dalla rilevanza che nel pensiero del Novecento hanno assunto tanto la prospettiva ermeneutica heideggeriana e gadameriana quanto la filosofia dell'ultimo Wittgenstein. La conciliazione tra questi due aspetti della filosofia novecentesca rappresenta per A. il punto di partenza di una riflessione volta a enucleare gli aspetti fondativi connessi al linguaggio e alla dimensione semiotica. In tale prospettiva giocano un ruolo di rilievo le esigenze trascendentali fatte valere da Kant, con l'avvertenza che non è nelle tradizionali nozioni di intelletto, soggetto o coscienza che devono essere individuate le autentiche condizioni a priori, ma nelle strutture segniche e linguistiche, le quali sono costitutive del pensiero, della conoscenza e della stessa realtà. A tale proposito A. ha parlato di una "trasformazione semiotica del kantismo", individuando nella "comunità illimitata della comunicazione" (concetto ripreso in parte da C.S. Peirce) il presupposto trascendentale dell'attività conoscitiva, che è, essenzialmente, un'attività di interpretazione, argomentazione e comunicazione basata su implicite regole intersoggettive il cui rispetto è la precondizione di ogni discorso significante.
Innestando i motivi pragmatici presenti nella semiotica di Peirce e nella teoria del significato dell'ultimo Wittgenstein su una linea di pensiero volta a riformulare l'a priori kantiano in una prospettiva storico-sociale, A. ha insistito - rivelando in ciò profonde convergenze con le concezioni etico-politiche di J. Habermas - sugli aspetti etici connessi alla sua "pragmatica trascendentale", in particolare sull'esigenza di un'"etica della comunicazione" informata al principio regolativo della "comunità ideale della comunicazione", in base al quale correggere ed eliminare le "asimmetrie, socialmente condizionate, del dialogo interpersonale" che, nelle comunità reali, impediscono corretti rapporti tra soggetti cui la fondazione trascendentale riconosce pari diritti.
Opere principali: Die Idee der Sprache in der Tradition des Humanismus von Dante bis Vico (1963; trad. it. 1975); Transformation der Philosophie (2 voll., 1973: 1° vol.: Sprachanalytik, Semiotik, Hermeneutik; 2° vol.: Das Apriori der Kommunikationsgemeinschaft; trad. it. parziale, Comunità e comunicazione, 1977); Der Denkweg von Charles Sanders Peirce: eine Einführung in den amerikanischen Pragmatismus (1975); Die Erklären-Verstehen Kontroverse in transzendentalpragmatischer Sicht (1979); Diskurs und Verantwortung. Das Problem des Übergangs zur postkonventionellen Moral (1988).
bibliografia
G. Vattimo, Introduzione all'edizione italiana, in K.-O. Apel, Comunità e comunicazione, Torino 1977, pp. vii-xxxii.ù
S. Petrucciani, Etica dell'argomentazione. Ragione, scienza e prassi nel pensiero di K.-O. Apel, Genova 1988.
W. Reese-Schäfer, K.-O. Apel zur Einführung, Hamburg 1990; Transzendentalpragmatik. Ein Symposium für Karl-Otto Apel, hrsg. A. Dorschel, Frankfurt a. M. 1993.
G. Fornero, cap. xxi di Storia della filosofia fondata da N. Abbagnano, 4° vol., tomo ii, Torino 1994, pp. 221-44 (cui si rinvia anche per ulteriori indicazioni bibliografiche).