KAZAKISTAN.
– Demografia e geografia economica. Condizioni economiche. Storia. Bibliografia. Architettura
Demografia e geografia economica di Libera D'Alessandro. – Stato dell’Asia centrale. Il Paese (16.606.878 abitanti, secondo una stima UNDESA, United Nations Department of Economic and Social Affairs, del 2014) ha mostrato, nel 2013, un alto indice di sviluppo umano (0,757, in aumento dallo 0,686 del 1990), collocandosi al di sopra della media dei Paesi europei e di quelli dell’Asia centrale. Secondo i dati dell’UNDP (United Nations Development Programme) relativi a un intervallo di tempo più ampio (1980-2013), il K. ha registrato il miglioramento di una serie di indicatori: l’aspettativa di vita alla nascita è cresciuta di 1,4 anni (arrivando a 66,5 nel 2013), gli anni medi di scolarizzazione sono aumentati di 4,3 e quelli di istruzione previsti di 3,1. Le condizioni di una parte della popolazione continuano, però, a essere preoccupanti: nell’ultimo biennio in cui il dato è stato rilevato dall’ONU (2010-11), l’1,1% della popolazione versava in uno stato di povertà multidimensionale (basata sulle privazioni nell’istruzione, nella salute e nelle condizioni di vita), mentre un ulteriore 2,3% era vicino alla soglia di questo tipo di povertà. Considerando invece i dati della Banca mondiale, calcolati esaminando la linea di povertà nazionale, la percentuale della popolazione in condizioni di povertà è sensibilmente diminuita, passando dal 47% del 2001 a circa il 3% del 2013. La stessa Banca mondiale ha tuttavia calcolato che, considerando una linea internazionale di povertà più alta – di 5 $ pro capite al giorno a parità di potere d’acquisto (PPA) – al 2009 circa il 42% della popolazione viveva ancora in stato di povertà (un dato che era tuttavia in netta diminuzione rispetto al 79% del 2001).
Condizioni economiche. – Il K., tra i Paesi ad alto reddito pro capite, nel 2014 ha registrato un PIL pro capite a parità di potere d’acquisto (PPA) di 24.144 $. Il Paese, produttore di petrolio, ha vantato al 2013 una produzione di liquidi stimata in 1,64 milioni di barili al giorno (secondo l’agenzia statunitense EIA, Energy Information Administration) e 30 miliardi di barili di riserve accertate (secondo stime dell’Oil and gas journal). In seguito alla recessione seguita al calo dei prezzi del petrolio e delle materie prime nel 2008, il governo kazako ha deciso di intervenire sull’eccessiva dipendenza dal petrolio e dall’industria estrattiva, adottando misure finalizzate alla diversificazione per sviluppare settori quali trasporti, prodotti farmaceutici, telecomunicazioni, trasformazione alimentare e petrolchimica. Al fine di aumentare gli IDE (Investimenti Diretti Esteri) e migliorare le relazioni commerciali, nel 2010 il K. ha aderito, insieme a Bielorussia e Russia, all’Unione doganale euroasiatica. Il Paese, nel 2014, ha registrato un rallentamento della crescita economica – come dimostra la diminuzione del ritmo di crescita del PIL reale dal 6% del 2013 al 4,6% del 2014 – generato soprattutto da una minore produzione nel settore petrolifero, da una più flebile domanda di prodotti di metallo da parte di Russia e Cina e dalla debolezza della domanda interna. Al fine di stimolare quest’ultima, il governo nel 2014 ha adottato un insieme di politiche fiscali e monetarie espansive.
Storia di Riccardo Mario Cucciolla. – Le modifiche costituzionali del 2007 ridussero la durata del mandato presidenziale a 5 anni e rimossero il limite massimo di mandati, permettendo al presidente Nursultan Nazarbaev – in carica dal conseguimento dell’indipendenza del Paese nel 1991 – di potersi ricandidare a vita. Con la riforma furono inoltre eliminati i collegi uninominali nell’elezione della Camera bassa e fu introdotto un sistema proporzionale su scala nazionale. Alle elezioni del 18 agosto 2007, il partito dominante Nur otan (NO) ottenne l’88,40% dei voti conquistando tutti i 98 seggi elettivi del Mazhilis – Camera bassa del Parlamento – mentre le liste di opposizione non raggiunsero la soglia del 7% e non parteciparono alle elezioni indirette del Senato nell’ottobre 2008.
Nel 2009 Nazarbaev respinse la proposta di presidenza a vita, ma un emendamento costituzionale del 2010 gli concesse il titolo di Elbasy (leader della nazione), l’immunità dai procedimenti giudiziari e l’inviolabilità della proprietà della sua famiglia. Nel gennaio 2011, su richiesta del presidente, il Consiglio costituzionale bloccò la proposta del Parlamento di indire un referendum per estendere al 2020 il corrente mandato di Nazarbaev, che venne comunque riconfermato il 3 aprile 2011 con il 95,55% dei voti in un’elezione boicottata dalle opposizioni. Inoltre, NO conquistò tutti e 16 i seggi per il rinnovo parziale del senato nell’agosto 2011.
Nel corso del 2011, il K. venne scosso da una serie di attentati di matrice jihadista e il governo adottò rigide misure per combattere gli estremismi: dall’ottobre 2011 divenne operativa una legge sul controllo delle organizzazioni religiose, vennero rafforzate le misure antiterrorismo e represse le opposizioni.
Nel dicembre 2011 alcune proteste dei lavoratori petroliferi di Zhanaozen degenerarono in violenti scontri tra manifestanti e forze dell’ordine con un bilancio di 16 morti e un centinaio di feriti; comportando un’ulteriore stretta del regime e la proclamazione dello stato di emergenza. Nel gennaio 2012 vennero convocate elezioni anticipate che furono vinte da NO (80,99% delle preferenze e 83 seggi), ma videro l’ingresso in Parlamento di due formazioni minori: i democratici Ak zhol con 8 seggi e il Partito popolare comunista del Kazakistan con 7. Il 2 aprile 2014 Karim Masimov tornò a ricoprire la carica di primo ministro – già esercitata tra gennaio 2007 e settembre 2012 – sostituendo Serik Akhmetov.
Il rigido controllo su media, Internet e sull’operato delle organizzazioni della società civile proseguì, così come le restrizioni sull’opposizione, sia in K. sia all’estero. Particolare eco internazionale ebbe in proposito il caso del dissidente in esilio Muxtar Äblyazov, la cui famiglia venne estradata da Roma nel maggio 2013 in una controversa operazione di polizia italiana. Sul fronte politico, dopo aver estromesso il potente genero Rakhat Aliev ed escluso possibili successioni dinastiche che coinvolgessero le tre figlie, Nazarbaev rimase al potere senza definire un suo successore.
In politica estera, il K. mantenne buoni rapporti con i Paesi dell’Unione Europea e gli Stati Uniti, supportando logisticamente le operazioni in Afghānistān e ampliando gli interscambi e le forniture di idrocarburi. Pur criticato per l’impasse nel processo di sviluppo democratico, il Paese ottenne inoltre la presidenza di turno dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) nel 2010 e migliorò le relazioni con la Turchia, con cui nel 2009 creò il Consiglio turco (di cui fanno parte anche Azerbaigian e Kirghizistan). Il K. intensificò anche gli interscambi commerciali ed energetici con la Cina, con la quale inaugurò il gasdotto Asia centrale-Cina nel 2009, mantenendo comunque il proprio impegno nelle organizzazioni SCO (Shanghai Cooperation Organization), CSI (Comunità degli Stati Indipendenti), EurAsEC (EurAsian Economic Community), CSTO (Collective Security Treaty Organization) e migliorando i rapporti con la Russia attraverso l’adesione all’Unione doganale eurasiatica (2010) e all’Unione eurasiatica (2014).
Bibliografia: R. Isaacs, Party system formation in Kazakhstan. Between formal and informal politics, Abingdon-New York 2011.
Architettura di Leone Spita. – Le ingenti risorse naturali e gli investimenti nelle infrastrutture e nell’industria degli ultimi dieci anni, hanno elevato il K. a nazione eurasiatica economicamente avanzata. Al pari delle Repubbliche ex sovietiche in crescita, si evidenziano forti disequilibri tra la ricchezza di investimenti nei due principali agglomerati urbani (Almaty e Astana) e, altrove, uno stato diffuso di arretratezza strutturale. Se da un lato la presenza, ancora piuttosto diffusa, di comunità nomadi va considerata un valore in continuità con la tradizione, dall’altro è da sottolineare il numero elevato di kazaki che vive all’interno di baraccopoli o in vecchie fattorie collettive (kolchoz), un’eredità della struttura clanica della società e della dominazione sovietica.
In K. uno dei primi atti della dichiarata indipendenza (1991) fu il trasferimento della capitale da Almaty ad Astana (1998). Tale spostamento ha determinato la rapida crescita di quest’ultima – trasformata in pochi anni in un insolito laboratorio di architettura finanziato con le entrate del settore petrolifero – e un’attenuazione delle aspirazioni di Almaty, alla quale si è aggiunta una generale contrazione degli investimenti nel resto del Paese. Se Astana rappresenta un caso del tutto singolare (per il quale si rinvia alla specifica voce), va comunque segnalata la presenza ad Almaty di significativi interventi architettonici tra i quali: il nuovo aeroporto internazionale di Sultan Baymagambetov (2004); un centro ipogeo (2012) per il commercio e lo svago, dello studio Bazis, nella piazza storica della città; e il complesso di uffici e albergo dello studio SOM (Esentai Park, 2012).
Nell’immenso territorio del K., per buona parte occupato dalla steppa e dal deserto, ci sono tuttavia centri abitati di media dimensione dotati di infrastrutture moderne, nei quali sono state realizzate architetture di qualità. Tra queste si distinguono: due Renaissance Hotel, dello studio BOD, ad Aktau (2005) e Atyrau (2006), la terza più grande moschea del K., a Oskemen (2012), e il centro sportivo di Antis-Studio a Taraz (Taraz Arena, 2013).