KIEV (A. T., 171-72)
Città dell'Ucraina, in ucraino Kiiv, un tempo capoluogo del governatorato omonimo e la terza città della Russia per numero di abitanti, superando essi i 500.000. È situata sulla sponda destra del Dnepr in posizione elevata al margine settentrionale della zona delle terre nere e dove il largo corridoio, compreso fra le propaggini settentrionali dei Carpazî e la zona paludosa del Pripet, sbocca nella zona delle steppe; da questa posizione è avvenuta la fortuna della città come emporio commerciale dapprima e come centro agricolo di poi.
La città comprende tre quartieri e varî sobborghi. La parte centrale consta della città antica con una parte della città rinnovata, e occupa la zona più elevata; arteria principale è la via Vorovskij, con la Borsa, il Palazzo delle poste, ecc. A SO. è il quartiere di Lenin, già di Pečersk, con l'antica fortezza, l'arsenale, la Lavra; a N. fra le colline e la riva del Dnepr è la città commerciale o quartiere Petrovskij, già Podol′, abitata in gran parte da Ebrei e dove si trova il grande edificio della fiera annuale (Kontraktovaja jarmarka). Di fronte sorge l'isola Truchanov, mentre un ponte sospeso e quello della ferrovia conducono sulla riva sinistra.
Kiev ha dato prova della sua vitalità con la rapida rinascita dopo le vicende (v. appresso) della guerra e della rivoluzione. Nel 1923 fu riaperta la fiera annuale che si tiene dal 1° febbraio al 15 marzo, e nel 1927 vi si canclusero transazioni per 44 milioni di rubli-oro; sono state riaperte antiche fabbriche di scarpe, di vetri, di oggetti di cuoio, di chiodi, poi distillerie, raffinerie di zucchero, mulini, manifatture di tabacchi; e fondati nuovi opifici per produzioni chimiche, meccaniche, ecc. È, infine, centro ferroviario importante, porto fluviale attivo e aeroporto, collegato a Charkov con un servizio aereo bisettimanale.
Monumenti. - Kiev possiede numerose chiese di varie confessioni, conventi e sinagoghe. Nella parte meridionale del Pečersk sorge il celebre monastero delle Grotte (v. sotto). Dell'antica chiesa (sec. XI) del monastero, rimangono alcuni avanzi nella parte centrale dell'attuale chiesa, ma non si sono conservati gli affreschi. Gli attuali edifici risalgono al sec. XVIII. La cattedrale dell'Assunta, ricostruita nel 1729, ha pitture murali del pittore Vereščagin. Nel sec. XI, quando la città toccò il massimo splendore, Jaroslav il Savio fece costruire la cattedrale di S. Sofia (1037) imitando le forme di S. Sofia di Costantinopoli; i suoi mosaici bizantini del sec. XI, sono celebri. Ricordiamo inoltre le chiese edificate dai granduchi Igor e Vladimir (sec. X), distrutte dai Tatari e ricostruite nel sec. XVIII; la chiesa di Cirillo di Alessandria (sec. XII) con antichi affreschi. Nella chiesa principale dell'antico monastero di Michele Zlatoverskij fondato nel 1108 dal granduca Svjatopolk Michele, mosaici e affreschi ben conservati. Col saccheggio dei Tatari nel 1240, ebbe inizio la decadenza della città.
Nel 1774 fu costruita su progetti dell'architetto Rastrelli la cattedrale di S. Andrea in stile barocco russo, nel 1862 la cattedrale di Vladimiro con affreschi di V.M. Vasnecov. Nel sec. XIX furono restaurate le "porte d'oro", già dell'antica cinta di Jaroslav il Savio, poi andate in rovina. Nel palazzo imperiale, rococò, vi è una buona collezione di dipinti (15 Rembrandt).
V. tavv. XIX e XX.
Vita culturale. - Kiev occupa il primo posto nella storia culturale dell'antica Russia e il monastero delle Grotte (Kievo-Pečerskaja Lavra) vi rappresentò, fatte le debite proporzioni, quel che Montecassino e Cluny furono per il mondo cattolico. La decadenza politica e il trasporto della capitale a Vladimir non tolsero tuttavia a Kiev la sua importanza come centro culturale. Il fatto stesso che il primo ciclo della poesia popolare epica russa ha come centro Kiev ne è una prova. Anche quando l'asse della vita rtissa diventò la Moscovia, Kiev rimase sempre un importante centro religioso e quindi culturale. Ancora nel sec. XVII, in buona parte per l'influenza polacca, Kiev ha un suo sviluppo indipendente: la città ha una propria università e altre scuole in cui venivano insegnati il latino e il greco. Con Pietro il Grande s'inizia la russificazione e anche la decadenza della cultura diventata nel frattempo prevalentemente polacca. Dal sec. XVIII in poi le istituzioni culturali di Kiev, come in generale della cosiddetta Piccola Russia, se ebbero importanza per la storia del paese, furono tutte di lingua russa e alla dipendenza dei poteri costituiti russi: così l'accademia ecclesiastica, l'università di S. Vladimiro, la Società storica, la Società archeologica. Le principali pubblicazioni scientifiche, come i Trudy (Lavori) dell'accademia ecclesiastica (dal 1860), i Čtenija (Letture) della Società storica (dal 1873) i Trudy della Società archeologica (1878) e la famosa rivista storica Kievskaja Starina (Antichità di K.) furono in lingua russa. La letteratura creativa però segue in parte le tradizioni originarie di Kiev (v. ucraina: Letteratura). L'università da parte sua fu alla metà del sec. XIX il focolare delle aspirazioni intellettuali, sia dei radicali polacchi sia degli ambienti nazionali ucraini. Nel 1842 in seno all'università fu organizzata la società "Cirillo e Metodio".
La rivoluzione bolscevica, pur eîevando Charkov a capitale della Repubblica ucraina, ha dato a Kiev la possibilità di sviluppare alcune delle sue istituzioni culturali. All'accademia ecclesiastica è succeduta l'accademia delle scienze fondata nel 1918, con la Biblioteca nazionale ucraina, che possiede oggi oltre un milione di volumi, il Museo etnografico ove è raccolto il materiale che illustra la vita e i costumi dei popoli dell'Ucraina, e l'Istituto archeologico. All'università di S. Vladimiro sono succedute l'istituto d'istruzione pubblica e varie scuole superiori secondo il nuovo ordinamento sovietico: la scuola politecnica Rakovskij, la scuola superiore del partito comunista, l'istituto di economia con annessa facoltà operaia e l'istituto di architettura che ha sede nei locali dell'antica cattedrale di S. Sofia. Kiev possiede anche un'Accademia di belle arti fondata nel 1917, un Museo delle arti, che è la trasformazione dell'antica collezione privata Chanenko, una Galleria di pittura e l'antico Museo storico intitolato al nome del poeta Ševčenko.
Nel monastero delle Grotte si trovano: un Museo dei culti, risultato dalla fusione del museo dello stesso monastero, del museo dell'accademia ecclesiastica e del museo del monastero Bratskil; l'antichissima tipografia fondata nel 1606 e lo stabilimento per la restaurazione delle icone succeduto alla scuola di pittura fondata nel sec. XVIII.
Importante è anche la vita teatrale di K. della cui antichità testimonia un affresco della cattedrale di S. Sofia, rappresentante una schiera di skomorochi (attori vaganti, accolti volentieri, come buffoni, alle corti principesche) in atto di eseguire uno dei loro rudimentali spettacoli, presi in prestito dal teatro popolare occidentale. Di origine occidentale era anche più tardi l'organizzazione di un vero e proprio teatro, quello cioè dell'accademia ecclesiastica, i cui drammi dovevano diffondersi in tutta la Russia. Creatore di questo teatro fu l'organizzatore stesso dell'accademia, Pietro Mogila, che sentì la necessità di dare agli studenti esempî pratici e permise i drammi studiati. Da principio nell'accademia di Kiev gli spettacoli furono in latino come i modelli, ma ben presto si cominciarono a scrivere anche drammi religiosi in russo, il che fece sì che l'uso potesse conservarsene fin quasi alla fine del sec. XVIII. Il repertorio fu naturalmente analogo al repertorio proveniente, per opera dei gesuiti, dall'occidente e comprese drammi sulla vita dei santi, drammi moraleggianti e allegorici, drammi di soggetto storico. Caratteristica del teatro dell'accademia di Kiev fu la sua uscita dalle mura della scuola nel pubblico. Gli studenti portarono in giro i drammi riproducenti i misteri della Passione nel cosiddetto Vertep, specie di teatrino ambulante per l'uso delle marionette. Il Vertep si è conservato in Ucraina fin quasi ai giorni nostri, godendo, come il teatro dei pupi occidentale, grande favore nel pubblico. Scarsa fu la vita teatrale a Kiev durante il sec. XIX. Non mancarono scrittori di opere teatrali in ucraino, ma di un vero e proprio teatro ucraino a Kiev non si può parlare. Una certa attività indipendente si è cominciata ad avere dopo la rivoluzione. Kiev possiede due teatri, quello intitolato a Lenin (già Solovcov) e quello cosiddetto ucraino. Ha inoltre dal 1900 un teatro dell'opera.
Storia. - È fuor di dubbio che il posto occupato da Kiev era già abitato nel periodo scitico della storia della Russia meridionale (VII-II sec. a. C.), quando il Dnepr era un'arteria commerciale, che alimentava le città greche, sorte sulle rive settentrionali del Mar Nero. Le relazioni commerciali e culturali fra la regione lungo il Dnepr e quella lungo le rive del Mar Nero non s'interruppero probabilmente neanche nei tempi agitati della migrazione dei popoli. Nei secoli VI-VII d. C. i territorî lungo il Dnepr furono occupati dagli Slavi; e fu probabilmente proprio allora che la città ebbe il suo nome attuale. Nel secolo VIII e sul principio del IX Kiev cadde sotto il potere dei Chazari. Nella metà del secolo IX fu presa dalle "druine" (compagnie) dei Variagi (Normanni) venuti dalla Scandinavia, diretti htngo il fiume Dnepr verso il Mar Nero, e da quel periodo il territorio di Kiev, designato col nome di Rus; cominciò a essere il centro del regno variago-russo, fondato dal principe Oleg. Oleg e i suoi successori avevano cercato di fare di Kiev e del suo territorio una base per le loro spedizioni militari e commerciali dirette verso Costantinopoli, verso la bassa regione del Volga e verso la Transcaucasia. Kiev crebbe rapidamente: mercanti dell'Oriente e dell'Occidente vi si stabilirono e con lo sviluppo del commercio vi penetrarono anche influenze culturali dai paesi vicini.
In Kiev ancora pagana sorse nel secolo X un tempio cristiano. Un avvenimento di grande importanza nella storia culturale di Kiev fu la conversione al cristianesimo del granduca Vladimiro e il battesimo di tutta la popolazione (verso il 989). Lo sviluppo di Kiev cristiana risale però ai tempi del granduca Jaroslav (1015-1054), che cercò evidentemente di far di Kiev una seconda Costantinopoli. Kiev fu allora anche il centro dell'istruzione ecclesiastica: vi erano sorte varie scuole, una biblioteca, un centro di traduzione e di trascrizione di libri, mentre il monastero di Pečerskij era il vivaio principale d'istruzione cristiana nella Russia antica. Come sede del metropolita, Kiev diventò centro amministrativo della Chiesa in Russia.
Kiev rimase capitale del granducato per più di un secolo dopo la morte di Jaroslav; tuttavia la sua importanza cominciò lentamente a decrescere soprattuuo per le continue guerre fra i principi. Nel 1169 Kiev venne presa e saccheggiata dalle truppe del duca di Vladimir-Suzdal′, Andrea Bogoljubskji. Nel 1202 ebbe a subire di nuovo il saccheggio e, per di più, il suo commercio fu gravemente colpito, di riflesso, in seguito alla devastazione di Costantinopoli commessa dai crociati della quarta crociata (1204). Nel 1240 ebbe a subire una nuova sciagura, l'invasione dei mongoli: dopo un assedio di non lunga durata la città fu presa dagli eserciti del khān Batyj e saccheggiata terribilmente. Da questo colpo Kiev non poté rimettersi per lungo tempo. Un viceré mongolo vi prese sede. Dopo aver perduto la sua importanza politica Kiev andò perdendo anche la sua importanza economica e culturale. Il metropolita, capo della Chiesa russa, con sempre maggiore frequenza soggiornava nella Russia nord-orientale. Nel 1299 il metropolita Massimo decise di trasferire la sede metropolitana da Kiev a Vladimir (da dove fu trasferita poi a Mosca nel sec. XIV). Nel sec. XIV, dopo la decadenza del regno mongolo dell'Orda d'oro, il territorio della Russia occidentale cadde sotto il potere dei duchi principi lituani, e Kiev fu sottomessa dal duca lituano Olgherd. Nel 1416 Kiev ebbe a subire una nuova devastazione dei Mongoli. Dopo che si era staccato dall'Orda d'oro il khanato della Crimea, essa ebbe a soffrire le invasioni dei Tatari della Crimea (una orribile nel 1482). Nonostante queste incursioni dei Tatari l'importanza commerciale di Kiev si era risollevata un poco nel secolo XV. Invece la sua importanza politica era diminuita di nuovo. Nel 1471, dopo il tentativo fatto dal duca di Kiev di concludere un accordo con la Moscovia, il granduca di Lituania ridusse Kiev alla condizione di una voivodia.
Nel 1499, sotto il granduca lituano Alessandro Kazimirovič, Kiev ottenne il "diritto di Magdeburgo" (l'autoamministrazione urbana), che fu confermato da Sigismondo I nel 1516. L'epoca lituana (secoli XIV-XVI) costituisce nella storia di Kiev l'epoca dello sviluppo del popolo piccolo-russo (ucraino) come un ramo particolare separato del popolo slavo-orientale (russo). Questa civiltà ortodossa ucraina e di Kiev, suo centro, finisce già nell'epoca seguente (XVII-XVIII): ma prima Kiev aveva dovuto attraversare nuovamente dei tempi molto duri. Nel 1569 fu compiuta l'unione fra la Polonia e la Lituania e Kiev venne incorporata nel regno unito di Polonia: dopo di che il cattolicismo e la cultura polacca fecero dei rapidi progressi a Kiev. Dopo il 1596, per l'unione fra la Chiesa romana e la greca, la religione ortodossa venne sottoposta a una persecuzione, minacciata di una completa distruzione, dalla quale cominciò a riaversi intorno al 1620 grazie alla "fratellanza dei parrocchiani ortodossi" (Bratstvo pravoslavnych prichozan), a capo di cui stavano il voivoda di Kiev, principe Ostrovskij, e il metropolita Pietro Mohila.
Scoppiata contro la Polonia, nel 1648, la rivolta dei cosacchi capitanata da Bogdan Chmelnizkij, Kiev, con tutta la sua popolazione ortodossa esultante di gioia, si arrese a Chmelnizkij, che si proclamò suo voivoda (1649). Ma due anni dopo i Polacchi ritornarono; la città fu bruciata e distrutta; poi, postosi Bogdan Chmelnizkij sotto la protezione di Mosca (1654), Kiev fu occupata dalla guarnigione moscovita e gli abitanti dovettero giurare fedeltà allo zar Alessio. Secondo la tregua conclusa fra la Russia e la Polonia nel 1667, la Polonia cedeva Kiev al regno moscovita per il periodo di due anni; e solo con la pace del 1686 la Polonia cedette per sempre Kiev, la quale poteva ora entrare in una vita di pace.
Nella seconda metà del sec. XVII e al principio del XVIII Kiev fu il centro della cultura religiosa non solo dell'Ucraina, ma anche di tutta la Russia. La riforma dei riti della Chiesa, iniziata nel 1654 a Mosca dal patriarca Nikon, richiese la partecipazione di ecclesiastici di Kiev, più colti di quelli di Mosca; e se la metropoli di Kiev dovette riconoscere la supremazia del patriarca di Mosca (1686), in realtà furono sacerdoti di Kiev a dirigere in quei tempi la politica ecclesiastica di Mosca. Fino all'istituzione dell'accademia slavo-greco-latina a Mosca (1687) la "Kollegia" di Kiev era l'unico vivaio dell'istruzione superiore in Russia; ma anche dopo il 1687 la Kollegia conservò per molto tempo la sua importanza predominante. Nel 1701 il suo nome fu cambiato in quello di accademia ecclesiastica di Kiev, e da essa Pietro il Grande tolse gli uomini colti necessarî per attuare le sue riforme.
Kiev acquistò anche importanza amministrativa, giacché quando la Russia nel 1708 venne divisa in 8 provincie, Kiev fu fatta capoluogo di una di esse; più tardi, accresciuto il numero delle provincie, Kiev fu più volte centro del governatorato.
Il sec. XVIII fu pure un'età fortunata per il commercio di Kiev. Le ordinazioni fatte dal dipartimento militare per la costruzione di lazzaretti, depositi militari, polveriere sotterranee, officine del genio militare e per altre necessità della fortezza di Kiev tra il 1730 e il 1740, ebbero in questo un grande influsso; ma anche il commercio privato si era abbastanza animato. Il commercio con la Grande Russia veniva fatto attraverso le popolazioni dei vecchi credenti di Starodubie; si commerciava inoltre con la Slesia, la Polonia, la Boemia, l'Austria, la Valacchia e la Moldavia. Nella popolazione di Kiev, ai Russi, Ucraini e Polacchi, si aggiunsero, durante il sec. XVIII, Serbi, Greci e Tedeschi. Per la storia economica di Kiev ha avuto grande importanza dopo la spartizione della Polonia il trasferimento della fiera post-epifanica (15 gennaio-1° febbraio), i cosiddetti "kontrakty", dalla città di Dubno a Kiev. Durante questi kontrakty" affluivano a Kiev dalle città e provincie circonvicine fino a 5000 proprietarî terrieri (soprattutto polacchi) e negozianti.
Nel primo terzo del sec. XIX Kiev nel riguardo culturale fu soggetta fortemente all'influsso polacco. Molte famiglie di ricchi proprietarî terrieri polacchi vennero a stabilirsi a Kiev. Sotto l'influsso polacco si trovava durante questo tempo anche l'istruzione popolare. Il polacco Czacki fu nominato ispettore delle scuole delle provincie di Kiev e delle vicine. Le cose cambiarono un poco dopo l'infelice rivolta dei Polacchi del 1830-31. Kiev non fu toccata direttamente dalle operazioni militari, però molti Polacchi risiedenti a Kiev ebbero rapporti coi rivoltosi. A Kiev venne istituita la commissione per l'inchiesta sui ribelli. Con i decreti del 1831-32 fu introdotta la lingua russa nella giurisprudenza. Per reazione antipolacca fu creata pure l'università russa a Kiev al posto dell'università polacca di Vilna che fu chiusa (1833).
Per la russificazione della vita economico-finanziaria ha avuto una grande importanza l'apertura a Kiev nel 1840 di una sezione della banca commerciale di stato (al posto della banca polacca a Berdičev chiusa nel 1836). Il desiderio di porre Kiev sotto l'ordinamento generale russo, nei riguardi giuridici e amministrativi, portò all'abolizione del diritto di Magdeburgo (1835) e alla riorganizzazione dell'amministrazione della città su basi russe. All'epoca della ribellione polacca del 1863 Kiev era già una città russa più che non negli anni 1830-1831. Tuttavia la studentesca polacca aveva formato nel 1863 un distaccamento a cuvallo, che si era avviato in aiuto dei rivoltosi: ma, fermati dai contadini, i ribelli, che avevano cercato di fuggire, furono presi e consegnati alle autorità e i loro capi furono poi giustiziati.
Dalla seconda metà del sec. XIX, soprattutto dopo che fu messa in vigore la riforma urbana del 1870, il progresso economico e culturale di Kiev continuò senza interruzione fino al 1914.
Appunto per il gran numero di operai che vi si trovava (e anche per la numerosa popolazione ebraica) Kiev ebbe parte notevole nel movimento rivoluzionario che ebbe inizio alla fine del sec. XIX. Nel 1891 viene creato a Kiev un gruppo d'azione socialdemocratico. Gli organizzatori del primo congresso del partito operaio socialdemocratico (1898) erano di Kiev. Negli anni 1901-1902 a Kiev ebbero luogo dei disordini studenteschi. Nell'estate del 1903 gli operai di Kiev aderirono allo sciopero generale degli operai della Russia meridionale; e, per contro, nel 1905 si organizzarono a Kiev pure dei gruppi d'azione di destra, controrivoluzionarî e antisemiti. Nel 1911 fu ucciso a Kiev il presidente del consiglio dei ministri Stolypin, nella sua visita a questa città. E una ripercussione dell'ondata controrivoluzionaria antisemita fu il celebre processo di Bejlis.
Per quel che riguarda l'aspetto nazionale, Kiev fu nella seconda metà del sec. XIX e nel principio del XX una città essenzialmente russa. Anche la popolazione ebraica vi agisce in questo tempo da promotrice della lingua e della cultara russa. Il movimento ucraino, che era andato rinforzandosi nel sec. XX, si era impossessato della popolazione rurale attorno a Kiev, ma dentro la città ha avuto fino al 1917 una parte secondaria.
Dopo la rivoluzione del febbraio 1917 fu proclamato in Kiev il distacco dell'Ucraina dalla Grande Russia e Kiev eretta a capitale della Repubblica democratica ucraina. Nel 1918 l'armata rossa occupò la città, ma ne fu cacciata dalle truppe germaniche, chiamate dalla Rada, che fu in seguito disciolta mentre il governo veniva affidato al generale Skoropadskij. Allontanatesi le truppe germaniche, il generale Petljura assunse il governo della città, ma, sino al giugno 1920 essa fu in effetto contesa fra Petljura, Denikin, l'armata rossa e i Polacchi. Ritiratisi questi, Kiev passò in potere dei Soviet. I danni materiali erano stati però gravissimi e molte opere d'arte irrimediabilmente perdute, inoltre la carestia e le epidemie avevano colpito duramente gli abitanti.
Bibl.: N. Zakrevskij, Opisanie goroda Kieva (Descrizione della città di Kiev; con ampia bibliografia), Mosca 1868; M. M. Zacharčenko, Kiev teper' i prežde (Kiev ora e in passato), Kiev 1888; J. de Baye, Kiev, la mère des villes russes, Parigi 1896; A. Radö, Führer durch die Sowjetunion, Berlino 1928; M. Gruševskij, Ocerk istorii Kievskoj zemli ot smerti Jaroslava do konca XIV st. (Tracciato storico della regione di K. dalla morte di Jaroslav alla fine del sec. XIV), Kiev 1891; V. B. Antonovič, Kiev, ego sud'ba i značenie s XIV po XVI st. (Destino e importanza di Kiev dal sec. XIV al XVI). Per la storia di Kiev si vedano pure le raccolte di Kievskaja starina, in Trudy Kiev. duch. ak., ecc. Per la parte artistica: V. V. Suslov, Očerki po istorii drevne-russkago zodčestva (Annotazioni di storia dell'antica architettura russa), Pietroburgo 1895-1901; I. E. Grabar', Istorija russkogo iskusstva (Storia dell'arte russa), Mosca 1910.
Il monastero delle grotte (Kievo-Pečerskaja Lavra). - È il più antico fra i monasteri ortodossi in Russia, situato al limite sud di Kiev, sull'alta riva destra del fiume Dnepr. Fu fondato nella metà del sec. XI dal monaco Antonio, venuto dal monte Athos, che dapprima visse con gli altri monaci nelle grotte (grotta in russo pečera) da loro scavate, e dalle quali per l'appunto il monastero trasse il suo nome. Nel monastero venne introdotto lo statuto monastico di Stoudion, che servì di modello anche per gli altri monasteri russi. Nel periodo dello sviluppo del principato di Kiev il monastero, che possedeva considerevoli ricchezze territoriali, era celebre per la sua opera benefica per la cultura e l'istruzione (redazione degli annali). Nel 1240 il monastero fu distrutto dai Tatari. Nel secolo XIV fu ricostruito e dalla fine del sec. XVI, dopo essere stato innalzato alla dignità di Lavra (monastero di prim'ordine) soggetto direttamente al patriarca di Costantinopoli, divenne il focolare della lotta per l'ortodossia, con le sue pubblicazioni di libri di culto e di polemica. Dal 1686 la Lavra fu soggetta al patriarca di Mosca; e fu sempre dei più notevoli monasteri della Russia, che attirava, per la venerazione dei suoi santi, fino a 200.000 pellegrini all'anno. Dopo la rivoluzione del 1917 la Lavra è stata abolita dai comunisti.