KISH
. Antichissima città sumera della Babilonia meridionale, a oriente della città di Babele. In origine fu sede di re e di principi i quali vi regnarono in indipendenza dal periodo preistorico in poi in cinque dinastie, fino al tempo della prima dinastia di Babele, quando la città fu definitivamente incorporata nel regno di Babilonia. Il re più antico della città, lugal Kish(ki) in sumero, del quale si abbiano documenti e iscrizioni è Mesilim, contemporaneo del governatore Lugal-shag engur di Lagash, e anteriore a Ur-Nanshe, governatore di Lagash (3000 e 2900 a. C. circa). Egli dedicò varî oggetti nei templi di Lagash e Adab e stabilì il confine fra Lagash e Umma. Altri principi molto antichi della città furono Utug, Enbu-Ashdar, Urzag-ede Lygaltarsi. La città era sumera; fu abitata però in parte, ancora in tempi antichi, anche da Semiti. Nel 2750 circa Sargon, il quale sembra essere stato un giardiniere nella città e il coppiere di Ur Albaba, secondo re dell'ultima dinastia, s'impadronì del potere e trasportò la capitale del nuovo regno ad Agade e divenne così il fondatore del primo regno semitico in Babilonia: anche a Kish stessa, del resto, l'elemento semitico era potente ancor prima della fondazione del nuovo regno. Sargon conquistò Kish dopo essersi stabilito ad Agade. La città si ribellò sotto la guida di un certo Ipkhur-Kish al figlio di Sargon, NaramSin, ma soggiacque alle armi dello stato settentrionale. Quanto grande sia stato però in tempi antichi il prestigio politico della città è dimostrato dall'assunzione del titolo shar Kish a significare re dell'universo, titolo questo che fu assunto da Sargon e poi da molti re della Mesopotamia. Ai tempi della celebre prima dinastia di Uru, la città divenne la sede di un isag patesi (governatore). Ancora ai tempi, la prima dinastia di Babele, Kish fu la capitale per qualche tempo di un piccolo regno. Nell'anno diciottesimo di Sumula-ilu della prima dinastia di Babele, Kish fu conquistata e incorporata nel regno babilonese. Hammurabi restaurò i templi maggiori della città. Così fece pure il suo successore Samsu-iluna. La città ebbe un periodo di nuovo splendore sotto i re dell'impero neobabilonese, ed era abitata ancora sotto i re persiani. Il dio locale della città era Ilbaba, la dea principale era Ninlil o Ishtar.
Le rovine della città, ora chiamate el-Uḥaimir e Inghara, sono molto vaste e il tell principale, di colore rossiccio, è visibile da grande distanza. Esse furono visitate da viaggiatori e studiosi, ma gli scavi scientifici e sistematici cominciarono appena nell'anno 1912 sotto la direzione di H. de Genouillac. Essi furono ripresi da una missione di scavi, combinata tra l'università di Oxford e il Field Museum of Natural History di Chicago, nell'anno 1922 sotto la direzione di E. Mackay. Vi collaborò più tardi anche S. Langdon e ora essa è sotto la direzione di un archeologo francese. Furono scavati parecchi templi, tra i quali anche il maggiore della città, Ekhur-sag-kalam-ma, antiche tombe regali, e grande quantità di oggetti. La città deve essere stata devastata in un periodo indeterminabile da una grande inondazione.
Bibl.: H. de Genouillac, Premières recherches archéologiques à Kich, I, Parigi 1924; S. Langdon, Excavations at Kish, I, 1925; E. Mackay, Report on the excavation of the A cemetery at Kish, Mesopotamia, I, Chicago 1925 (Field Museum of Natural History, Anthropology, Memoirs, I, i).