KOSOVO Polje (Campo dei merli; A. T., 77-78)
Piano al N. della Šar Planina, percorso dalla Sitnica, tributaria dell'Ibar. Esso fa parte della depressione che congiunge la valle del Vardar con quella dell'Ibar, indi della Morava serba. Si stende da Ferizović, all'uscita dalle strette di Kačanik, sino a Mitrovica per 60 km. in linea d'aria. Alto in media circa 300 m. sopra quello di Skoplje, ha grande importanza strategica, perché domina le comunicazioni per un larghissimo raggio. I centri abitati si allineano caratteristicamente ai margini del piano, sui primi declivî: il principale è Priština (v.) circa nel mezzo del lato orientale.
Sul piano di Kosovo avvenne, il 15 giugno 1389, una battaglia fra le truppe turche del sultano Murad I, che uscito da Filippopoli, attraverso Ihtiman, Kiustendil e Kratovo., era giunto nella pianura di Kosovo, e la confederazione cristiana composta di Serbi sotto il vecchio re Lazzaro, di Bosniaci con Vladko Vuković, di Croati e di alcuni capi albanesi. I contingenti turchi erano forniti dai principi musulmani dell'Anatolia, dal signore della Macedonia Costantino e forse anche dal piccolo re Marco di Prilep. All'alba il sultano Murad era stato sgozzato a tradimento dal capo serbo Miloš Obilić, che a sua volta fu massacrato sotto gli occhi del sultano morente, per ordine di suo figlio Bāyazīd I. La battaglia, subito dopo impegnata, segnò il tracollo delle forze cristiane: il re Lazzaro, che aveva tenuto il centro dell'esercito alleato, fu fatto prigioniero e ucciso sopra il cadavere di Murad; la stessa sorte ebbero un gran numero di signori cristiani. La battaglia di Kosovo segnò la fine dell'indipendenza dei regni slavi nei Balcani: il nuovo re di Serbia, Stefano Lazarević, divenne tributario del sultano; lo stesso fece Vuk Branković, signore di Pristina. Il re Tvrdko di Bosnia morì nel 1391. Il vinto Mircea divenne vassallo dei Turchi (1391); la Bulgaria fu ridotta a provincia ottomana (1393).
Meno nota è la seconda battaglia di Kosovo, del 18 ottobre 1448, fra il sultano Murad II e Giovanni Hunyadi, governatore dell'Ungheria, che con un esercito, pare di 25.000 uomini, era penetrato in Serbia. Anche essa finì in una completa sconfitta dei cristiani.
Il nome fu esteso anche alla regione circostante e dal 1878 al 1912 fu quello del più settentrionale vilâyet dell'impero ottomano, suddiviso nei sangiaccati di Üsküb-Skoplje, Prizren, Priština, Peće Pljevlje (questo occupato dall'Austria-Ungheria).