Albert, Kurt
Nel 1973 Albert visitò per la prima volta l'Elbsandsteingebirge, un gruppo di torri di arenaria accanto al fiume Elba, dove conobbe l'arrampicatore Bernd Arnold, che nel 1970 era stato tra i primi al mondo a superare difficoltà di VII grado. Per Albert fu una profonda rivelazione che lo convinse a cercare di superare itinerari nel Frankenjura fino ad allora saliti solo in artificiale ('Exorzist', VIII grado, 1977; 'Goldenes Dach', VIII+, 1979; 'Sautanz', IX-, 1980; 'Magnet', IX/IX+, 1982). Ma Albert si spinse ancora oltre, arrivando al X, X+ e all'XI grado, in genere insieme a Wolfgang Güllich, con il quale scalò per dodici anni fino alla morte di questi in un incidente stradale (1992). Nel 1986 smise di esercitare come professore di matematica e si dedicò all'alpinismo a tempo pieno. Un risultato eclatante è rappresentato dalla sua salita di una delle vie più artificiali delle Dolomiti, quella 'degli svizzeri' alla Cima Ovest di Lavaredo (IX grado), effettuata nel 1987 in Rotpunkt, concetto elaborato proprio da Albert in quegli anni, riferito alla salita in arrampicata libera di un itinerario già provato. L'anno dopo con Güllich si recò nel Karakorum dove, sulla Torre di Trango, 'liberò' la via di Knez, tracciando poi, nel 1989, un nuovo itinerario, 'Eternal Flame' (35 lunghezze fino al IX grado). Notevole fu anche l'apertura della via 'Riders on the storm' (1991), caratterizzata da un tetto gigantesco e perfettamente orizzontale superato in libera, alla Torre Centrale del Paine, in Patagonia, ancora con Güllich. In Groenlandia, con Stefan Glowacz e altri, aprì 'Moby Dick' sull'Ullamertorsuaq e, in un secondo viaggio, 'Tupilak' sul Tupilak Est, con un avvicinamento di 8 giorni (4 in kayak e altri 4 usando le imbarcazioni come slitte). Nel 1995 in Madagascar con Arnold aprì 'Rain Boto'. Sempre con Arnold sulle Ande firmò 'Royal Flush' sulla parete Est del Fitz Roy (3375 m, 1995), 'El Condorito' sull'Aguja Saint-Éxupery (2558 m, 1998) e 'Vela y Viento' (500 m, 7b) sull'Aguja Mermoz (2732 m).