La notte di San Lorenzo
(Italia 1982, colore, 106m); regia: Paolo e Vittorio Taviani; produzione: Gaetano De Negri per Ager/RAI; soggetto: Paolo e Vittorio Taviani; sceneggiatura: Paolo e Vittorio Taviani, Giuliani [Gaetano De Negri], Tonino Guerra; fotografia: Franco Di Giacomo; montaggio: Roberto Perpignani; scenografia: Gianni Sbarra; costumi: Lina Nerli Taviani; musica: Nicola Piovani.
È la notte del 10 agosto. Nell'oscurità una donna guarda le stelle e ricorda un'altra notte di San Lorenzo, quella dell'agosto 1944, quando, durante gli ultimi giorni della Seconda guerra mondiale, i tedeschi e i fascisti si ritiravano sotto l'avanzata degli americani. Un gruppo di uomini, donne e bambini di San Miniato contravviene all'ordine dei tedeschi di radunarsi dentro la chiesa del paese. Guidato da Galvano, un contadino scaltro, il gruppo si mette in marcia tra le macerie della guerra per andare incontro agli americani. Quelli che restano in paese vengono massacrati dai nazisti all'interno della chiesa distrutta. Il piccolo gruppo prosegue per la sua strada: in un campo alcune donne mietono il grano, aiutate dai partigiani, e i fuggiaschi si uniscono a loro fino all'arrivo di un camion di camicie nere. Si scatena la lotta: nonostante i partigiani e i fascisti siano spesso parenti, amici, vicini, la carneficina è terribile. Gli americani avanzano: San Miniato è liberata. Il mattino seguente gli abitanti del paese possono tornare nelle loro case: solo Galvano, che nel percorso si è riavvicinato a una donna di nome Concetta, rimane un po' indietro per riflettere su quanto gli è accaduto, anche sul piano sentimentale. Ritorno al presente: nella notte, la donna termina il suo racconto. Per il figlio le sue parole risuonano come una ninna nanna.
Paolo e Vittorio Taviani figurano tra i rappresentanti più significativi di un 'impegno' mai rinnegato che si situa al di là dei modelli, dei cambiamenti politici, delle convinzioni ideologiche e dei loro capovolgimenti. In quella meravigliosa generazione di cineasti emersi all'inizio degli anni Sessanta, i Taviani spiccano per il rigore del loro approccio. Le allegorie politiche, l'esplorazione dell'utopia come componente della verità, la ricerca vivificante del rapporto con la realtà hanno permesso loro di dare vita a un'opera di rara coerenza, nella quale i momenti di sospensione e meditazione sostengono e prolungano gli slanci creativi.
Dopo il trionfo di Padre padrone (1977) e la leggera flessione di Il prato (1979), i Taviani riprendono l'idea su cui si basava il loro primo documentario, San Miniato luglio '44, realizzato nel 1954 assieme a Valentino Orsini. Per La notte di San Lorenzo, i due registi decidono di raccontare più a lungo e più accuratamente l'episodio del massacro nella chiesa del loro paese natale. Lo spirito di questo nuovo film è dunque molto diverso da quello adottato nel 1954, dominato dalla forza delle testimonianze scottanti colte dal vivo. Questa volta, a quasi trent'anni di distanza, i Taviani scelgono di rappresentare l'evoluzione di questo episodio nel ricordo di chi l'ha vissuto, le sue tracce rimaste nella memoria collettiva. La storia riprende gli avvenimenti della tragica notte dell'estate del 1944 a San Miniato, tra la fuga di un piccolo gruppo di abitanti che va incontro agli americani (dimensione autobiografica, poiché i Taviani stessi ne facevano parte) e il massacro della popolazione che rimane nella chiesa. Più che il rapporto fra i tedeschi, gli italiani e gli americani, l'interesse dei cineasti si concentra sui conflitti tra i fascisti e gli antifascisti, un'opposizione che è anche il simbolo della divisione tra coloro che decidono di andare alla scoperta dell'ignoto e quelli che si ripiegano su loro stessi, tra i progressisti aperti alle nuove idee e i conservatori rinchiusi nelle loro convenzioni paralizzanti.
Film sulla memoria di un evento storico nel ricordo personale di ciascuno, La notte di San Lorenzo è anche una lezione sulla riflessione storica: "La morale del racconto ‒ sottolinea Paolo Taviani ‒ banalmente è questa: quando le cose vanno male, è il momento di prendere in mano il senso della propria esistenza; quando tutto è perduto, tutto può essere ancora salvato". Film aperto alla speranza, sia essa spirituale o materiale, La notte di San Lorenzo è un capolavoro: "Al di là della Toscana splendidamente fotografata ‒ scrive Gérard Legrand ‒ a tratti aspra, a tratti accogliente, c'è l'Italia intera chiamata a testimoniare se stessa. La volontà di un distacco 'arcaicizzante' e il rigore quasi ieratico proprio dei Taviani appaiono, come mai prima d'ora, spalancati sul futuro". Il film ottenne il Premio speciale della giuria al Festival di Cannes del 1982.
Interpreti e personaggi: Omero Antonutti (Galvano), Margarita Lozano (Concetta), Claudio Bigagli (Corrado), Massimo Bonetti (Nicola), Sabina Vannucchi (Rosanna), Samanta Boi (Rosanna da piccola), Dario Cantarelli (prete), Paolo Hendel (Dilvo), Guido Marziali (Naldini), David Riondino (Giglioli), Antonio Prester (Tuminello), Massimo Sarchielli (Marmugi padre), Giovanni Guidelli (Marmugi figlio), Graziella Galvani (signora Migliorati), Renata Zamengo (Scardigli, madre di Belinda), Miriam Guidelli (Belinda), Enrica Maria Modugno (Mara), Giorgio Naddi (vescovo), Giuseppe Furia ('Requiem'), Norma Martelli (Ivana), Sergio Dagliana (Olinto).
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