LAOS (XX, p. 522; App. II, 11, p. 153)
L'ex protettorato francese del Laos è ora uno stato indipendente, con un territorio di 236.800 km2. È il solo stato della penisola indocinese che abbia frontiere esclusivamente terrestri ed un territorio essenzialmente montuoso.
Popolazione. - Non è noto con precisione il numero degli abitanti, che secondo le fonti più accreditate si aggira (1960) sui 2 milioni di ab., il che fa del L. il paese meno popolato dell'Indocina in via sia assoluta sia relativa; la densità è infatti di 7-8 ab./km2. La popolazione è formata da gruppi etnici differenti. I Thai vivono generalmente in abitazioni su palafitte e si raggruppano nelle vallate, dove coltivano il riso ed esercitano la pesca e l'allevamento. Sui versanti, fra 500 e 1000 m di altitudine si trovano, per altro assai disperse, primitive tribù di Khas, presunti autoctoni, e ad altitudini ancora più elevate i Meo, montanari di origine cinese o centroasiatica, stimati in 50.000 circa, che vivono in abitazioni ad un piano, a livello del suolo, raggruppate in piccoli villaggi e coltivano le sommità dei rilievi disboscate mediante il fuoco. Poco numerosi sono gli stranieri: un migliaio e forse meno di Europei, circa 15.000 Vietnamiti e 10-12.000 Cinesi, per lo più commercianti. La popolazione è dedita all'agricoltura per il 95% e le città hanno un modesto numero di abitanti: Vientiane, la capitale amministrativa, centro allungato sulla sinistra del Mekong, è la più popolata (80.000 ab.); Luang-Prabang, capitale residenziale, alla confluenza del Nam-Khan nel Mekong, conta appena 8.000 ab., come Savannaket, centro degli scambî con la Thailandia e il Vietnam centrale, e Paksé, mercato agricolo della regione meridionale. Meno popolata Thakhek, centro di esportazione dello stagno che, come tutte le città ricordate, sorge sulle rive del Mekong. Nelle montagne del Laos settentrionale si trovano Xieng-Khouang e Sam Neua, al centro di regioni agricole e allevatrici, ma il loro sviluppo è limitato dalla deficienza delle comunicazioni.
Condizioni economiche. - Agricoltura e sfruttamento delle risorse forestali sono alla base dell'economia laotiana. La coltura fondamentale è quella del riso, in risaia irrigata, anche sui versanti dove la risaia a gradinate è allagabile, ma è più frequente, per la montuosità del paese, la risaia secca, dove il riso di montagna è seminato direttamente sul rây (terreno disboscato mediante il fuoco) alla fine della stagione asciutta e dove il monsone estivo apporta l'umidità necessaria allo sviluppo della pianta. Il raccolto (intorno ai 5 milioni di q) non è sufficiente al fabbisogno della popolazione e se ne importa dalla Thailandia e dal Vietnam. La coltivazione del mais è pure sviluppata, specie nelle regioni più elevate, dove sostituisce sovente il riso, come alimento base, presso i Meo. Colture di legumi, batata, igname e altri prodotti minori servono a completare il fabbisogno alimentare degli abitanti. Fra le colture industriali, in genere poco sviluppate, si trovano il tabacco, nella pianura del Mekong; il caffè, nel sud del paese (M. Boloven); il papavero da oppio, coltivato sulle montagne del settentrione dai Meo, la gomma lacca, nella regione di Sam Neua e infine lo styrax, che però cresce anche spontaneamente, dal quale si ricava la quasi totalità (circa 400 q annui) del benzoino detto "del Siam", il più pregiato. Le piante tessili sono numerose (cotone, ramiè, canapa, iuta, kapok), ma coltivate solo per i bisogni della famiglia, che provvede pure alla tessitura domestica. Molto estese sono le foreste (3/5 del territorio), la cui utilizzazione serve ai bisogni locali e alimenta anche una modesta esportazione dei legni più pregiati (teak, palissandro, sandalo). Discreto l'allevamento, praticato un po' ovunque, soprattutto per il bestiame da lavoro (circa 350.000 bovini e 400.000 bufali). Diversi minerali sono presenti in quantità modeste. Ferro piombo e zolfo sono sfruttati con metodi artigianali nella regione di Sam Neua. Lo stagno (circa 300 t) è estratto e lavorato parzialmente presso Phon Tiou, dall'unica industria di una certa importanza. Lo sviluppo economico è limitato dalla scarsità delle comunicazioni. Dei circa 3500 km di strade, solo una metà ha fondo artificiale. Il Mekong, nonostante le numerose rapide, resta ancora l'arteria vitale del paese.
Storia. - Dopo il ritiro delle truppe del Vietminh, penetrate nel 1951 nel L. settentrionale, e di quelle dell'Unione Francese (19 novembre 1954), il L. si è costituito a stato indipendente e sovrano retto da una monarchia rappresentativa. Nello stesso autunno del 1954 il governo regio intavolò trattative con il regime del Pathet Lao (Libero L.), che durante la guerra contro il Vietminh aveva assunto il controllo delle province di Phongsaly e Sam Neua. Un accordo fu raggiunto nell'agosto del 1956, ai termini del quale il Pathet Lao ebbe la libertà di organizzarsi e di agire come partito politico, mentre le sue forze armate venivano incorporate nell'esercito regolare e le due province suddette restituite al controllo del Governo centrale: l'accordo prevedeva anche la formazione di un governo nazionale con la partecipazione del Pathet Lao favorevole a una politica di amicizia con la Repubblica democratica del Vietnam e con la Repubblica Popolare Cinese. Già alla conferenza dei paesi afro-asiatici tenutasi a Bandung (Indonesia) nell'aprile 1955, il L. si era del resto schierato, insieme all'India, tra i paesi favorevoli a una politica di neutralità o di aperta alleanza con i paesi comunisti, adottando i cinque principî della coesistenza pacifica (pañcaśīla). Nello stesso 1955 il primo ministro principe Souvanna Phouma si recava in visita ufficiale prima a Pechino e poi a Hanoi. Nel gennaio 1956 il L. entrò a far parte dell'organizzazione delle N. U.; nel luglio 1958 la Commissione internazionale di controllo stabilita dall'accordo di Ginevra (21 luglio 1954) fu ritirata. Le dimissioni di Souvanna Phouma (agosto 1958), dopo che questi aveva invano cercato l'appoggio degli S.U.A. alla sua politica, condussero al potere Phui Sananikone, espressione di un "Comitato per la difesa degli interessi nazionali", anticomunista. Due anni più tardi, dopo una situazione confusa e irta di crisi di governo, nell'agosto 1960 aveva il sopravvento di nuovo Souvanna Phouma che tornava al governo (16 agosto). Gli sforzi di questo, diretti a mantenere il L. su posizioni neutraliste in politica estera, con reinserimento del Pathet Lao nella vita politica (dopo che questa corrente da oltre un anno era già trascesa verso la lotta partigiana nelle campagne), non ebbero successo e presto si giunse alla guerra civile tra le forze di destra, guidate da Phoumi Mosavan, e i governativi neutralisti e le sinistre, appoggiati dal Pathet Lao. Verso la metà di dicembre 1960 di fronte al governo Souvanna Phouma, si contrapponeva un governo di destra, con a capo Phoumi Mosavan, forte della sanzione reale e dell'appoggio di parte dell'assemblea. Fra i due governi si muove, con incertezze e perplessità, la politica delle potenze occidentali, che nella riunione della SEATO (13 dicembre 1960) hanno preso in esame la situazione nel Laos.
Dal punto di vista economico i fatti più importanti dell'ultimo decennio sono la partecipazione del L. al piano di Colombo per lo sviluppo economico dell'Asia meridionale e sud-orientale e al grandioso progetto ventennale per lo sviluppo del bacino del Mekong da attuare in collaborazione con la Thailandia, il Cambogia e lo stato del Vietnam, con l'assistenza delle N. U.
Bibl.: P. Le Boulanger, Histoire du Laos français, Parigi 1951; E. Pietrantoni, La population du Laos de 1912 à 1945, in Bulletin de la Société d'Études Indo-chinois, nuova serie, XXVIII (1953), pp. 25-38; H. Parmentier, L'art du Laos, Parigi-Hanoi 1954; T. F. Barton, Outlets to the sea for landlocked Laos, in Journ. of Geography, LIX (1960), pp. 206-20.