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Latini

di Arnaldo D'addario - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Latini

Arnaldo D'addario

I genealogisti fiorentini individuarono nella società cittadina diverse famiglie di questo nome che in varie epoche emersero nella vita sociale e nella storia politica della città.

Da tutte queste famiglie vennero sempre distinti i L. detti di ser Brunetto, che si ritengono essere stati di modesta estrazione sociale, originari della Lastra alla Loggia, una località posta sulla via che da Firenze, uscendo dalla porta a San Gallo, va verso Bologna. Di origini più elevate (" de' nobili di Scarniano ") parla il cronista F. Villani, mentre l'erudito A. Zilioli (prima metà sec. XVII) asserisce che il maestro di D. nacque " d'umile condizione in Firenze ".

Venuti a stare in città, i L. abitarono nel popolo di Santa Maria Maggiore (quartiere di San Giovanni, gonfalone Drago) e seguirono costantemente la Parte guelfa. Il personaggio più notevole di questa famiglia è ser Brunetto di Bonaccorso; ma se ne conoscono altri membri che ebbero una posizione sociale ragguardevole nella Firenze dei tempi di Dante. L'avo di ser Brunetto, messer Latino, fu priore dei Mercanti nel 1240; egli figura, nel 1270, come mallevadore di un contratto stipulato in Bologna tra i fratelli Francesco e Arpinello Riccadonna da una parte, e ser Brunetto e un certo Ruggero del fu Ruggero da Firenze dall'altra, per affittare in quella città una casa e bottega di proprietà del noto canonista Brandelisio Riccadonna, da usare per il commercio in " specialaria ", ossia in spezie; lo zio paterno di ser Brunetto, Ugo, era membro dei Consigli del comune nel 1255, ed è segnalato fra i consiglieri presenti alla ratifica di alcune convenzioni pattuite con i Senesi nel 1255. Ser Brunetto ebbe diversi figli. Un Perso (o Persio); una Bianca, la quale nel 1284 sposò Guido di Filippo da Castiglionchio; una Cresta, che il 6 dicembre 1293 faceva in Firenze atto di quietanza al notaio fiorentino ser Corrado di Ruggiero per il pagamento di una somma, che questi le aveva fatto anche a nome del fratello Bartolo, in seguito all'acquisto di una certa quantità di spezie; un " Bonachus ", o " Bechus ", il quale appare in un documento bolognese dell'8 gennaio 1294 come socio in affari del fiorentino Corrado di Ruggero. Documento, quest'ultimo, che prova anche come ser Brunetto non viveva più il 6 dicembre 1293; là dove il Villani ne data la morte nel 1294.

I discendenti di ser Brunetto ne continuarono la stirpe fino al secolo XVII; ma di questa famiglia non si ricordano altri membri notevoli per posizione sociale o per cariche pubbliche (altri L. furono priori solo nel 1385 e nel 1389) ricoperte, e ciò fa ritenere che sia meglio informato il genealogista Mariani, che, pur senza scendere a precisazioni, li dice " spenti negli antichi tempi ", alludendo, forse, a quel secolo XV al quale ne assegna la fine il Passerini.

I L. di ser Brunetto portarono come stemma tre rose d'oro in campo azzurro, sormontate dal lambello rosso con i gigli d'Angiò; ma sulla colonna superstite del monumento funebre di ser Brunetto, ora disperso in conseguenza dei restauri fatti nel chiostro della chiesa di Santa Maria Maggiore, si vedono scolpite sei rose, disposte in triplice fila, da tre a due a una.

Bibl. - Oltre agli scritti su ser Brunetto, si vedano, in particolare, gli accenni all'ascendenza di lui fatti da F. Villani nelle Vite d'uomini illustri fiorentini, edite da G.M. Mazzucchelli, Venezia 1747, LV-LIX, nel cui commento l'editore cita il manoscritto dello Zilioli, Storia de' poeti italiani, da lui posseduto; la ricerca di L. Frati su Brunetto L. speziale, in " Giorn. d. " XXII (1914) 1-3; e i rapidi cenni genealogici contenuti nelle opere di G.G. Warren lord Vernon, L'Inferno di D.A. disposto in ordine grammaticale e corredato di brevi dichiarazioni, II (Documenti), Londra 1862, 515-516; di A. Passerini, nel commento al romanzo di A. Ademollo, Marietta de' Ricci, ecc., III , Firenze 1845², 1009 (che segnala i priori del tempo successivo a D.); e in Scartazzini, Enciclopedia I 1109-1110. Per una considerazione dell'opera politica dei membri della famiglia L. nella storia di Firenze, si veda Davidsohn, Storia, ad indicem.

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