Quadro morboso con manifestazioni di carattere prevalentemente neurologico attribuito all’ingestione, sotto forma di farina, zuppa ecc., di piante appartenenti alla famiglia Fabacee (Lathyrus sativus, detto cicerchia, e Lathyrus cicera, detto moco). Il principio attivo, responsabile delle gravi alterazioni riscontrabili nel l., è il β-amminopropionitrile (NH2−CH2CH2−CN), un inattivatore delle amminoossidasi contenenti rame presenti nel plasma e delle lisilossidasi dell’osso e del tessuto connettivo. Ne consegue l’impossibilità del formarsi dei legami chimici particolari presenti nell’elastina, una delle principali proteine che costituiscono il tessuto connettivo. Sono in genere colpiti gli arti inferiori, con disturbi della sensibilità (parestesie), crampi muscolari, rigidità e astenia, fino a una paralisi spastica di ambedue gli arti. Talora si osservano disturbi sfinterici. La sintomatologia è da riportarsi alle alterazioni degenerative che interessano soprattutto il tessuto connettivo e il midollo spinale. Una dieta corretta, tempestivamente attuata, può portare, nei casi lievi, a immediata guarigione. I casi gravi sono, invece, a prognosi sfavorevole.