Gentildonna provenzale amata da F. Petrarca. Come egli narra nelle Rime e altrove, Laura gli apparve la prima volta il 6 aprile 1327 nella chiesa di S. Chiara in Avignone; l'amore lo tenne "anni vent'uno ardendo", cioè sino alla morte di lei avvenuta, con poetica coincidenza, il 6 aprile 1348; ma continuò sino alla morte di lui; ancora nel Trionfo dell'Eternità, scritto poche settimane prima di morire, il poeta lo rievoca con accenti non mutati.
I contemporanei del poeta propendevano a credere che si trattasse di un nome simbolico, e che, sotto le specie di Laura, Petrarca cantasse la laurea poetica, cioè che l'amor di donna simboleggiasse l'amore della gloria; ma Petrarca stesso insistette energicamente sulla realtà biografica dell'amore. Questa è ammessa ora generalmente, sebbene si pensi che nella speranza e disperazione d'amore Petrarca concretizzi liricamente una sua più ampia speranza e disperazione. Nessuna delle identificazioni proposte dagli studiosi per Laura ha sicuro fondamento, nemmeno quella che è la più generalmente accettata, con una L. de Noves, sposatasi nel 1325 con Ugo de Sade. Questa identificazione, già antica, fu precisata nel sec. 18° dall'abate de Sade, che citò documenti non più ritrovati.