LENFIL′M
Sigla storica adottata definitivamente nel 1934 dai primi studi cinematografici sovietici che, sotto la gestione di diversi comitati (Sojuz-fil′m, Kinosev, Leningradkino, Sevzapkino, Rosfil′m e altri), furono attivi a partire dal 1917, nell'allora città di Pietrogrado poi divenuta Leningrado (od. San Pietroburgo). Subito dopo la rivoluzione, gli studi erano parte di una sezione dedicata al cinema all'interno del Commissariato del popolo all'istruzione pubblica (Narkompros). Dal 1924, con la denominazione di Sevzapkino, la sezione iniziò a occuparsi della fornitura di mezzi e uomini per l'organizzazione e lo sviluppo di analoghe istituzioni nell'Asia centrale (Buchkino e Uzbekkino), ed ebbe il compito di esportare i primi film sovietici, girati a Leningrado, in Europa e negli Stati Uniti.
Nel 1918, i neonati studi cinematografici produssero il primo film d'autore, sceneggiato da Anatolij V. Lunačarskij, commissario del popolo per l'istruzione, dal titolo Uplotnenie (Compattamento abitativo) per la regia di Aleksandr P. Panteleev. Ma l'attività della futura L., come centro di produzione nel quale, nonostante i problemi economici degli anni post-rivoluzionari (vanno ricordati i celebri 'film senza pellicola' realizzati come esperimenti di montaggio di scene consecutive, recitate ma non filmate, proprio per mancanza di pellicola, nel laboratorio del regista Lev V. Kulešov), operavano vecchie e nuove generazioni di cineasti, si consolidò durante gli anni Venti con la formazione di collettivi di lavoro che si distinsero per autonomia e vitalità nella ricerca di nuovi mezzi espressivi e tecnici. Fra questi la Fabbrica dell'attore eccentrico (FEKS) di Grigorij M. Kozincev e Leonid Z. Trauberg, il laboratorio di cinema sperimentale (KEM) diretto da Fridrich M. Ermler e, in seguito, un altro gruppo di lavoro guidato dal regista e teorico del cinema Sergej I. Jutkevič. Dal 1928 al 1937, anno in cui venne arrestato, Adrian I. Piotrovskij, regista, drammaturgo e appassionato conoscitore di cinema fu lo stimato direttore artistico degli studi leningradesi, assai influente dietro le quinte per molte fra le più famose opere dell'epoca staliniana, da Čapaev (1934; Ciapaiev) dei fratelli Georgij N. e Sergej D. Vasil′ev, di cui Piotrovskij fece cambiare il finale, alla trilogia di Maksim (Junost′ Maskima, 1935, La giovinezza di Massimo) di Trauberg e Kozincev, solo per citarne alcune. Per via della politica staliniana in quei terribili anni Trenta, il metodo di lavoro della L. incontrò enormi difficoltà burocratiche e censorie. Fu comunque improntato a una proficua interazione fra i vari settori della produzione e fra cinema ed esperienza teatrale, il che conferì un'impronta riconoscibile ai film prodotti, come un marchio di fabbrica, basato su una sorta di coesione creativa e di gusto soprattutto per le riprese d'interni, nelle quali gli studi erano specializzati. Far parte della squadra della L. significava appartenere a una sorta di scuola di 'alta cinematografia' detentrice di un indiscusso primato artistico e culturale.
La L. diventò rapidamente il più importante complesso di studi cinematografici dell'Unione Sovietica, dopo quello moscovita (Mosfil′m), realizzando molte delle opere considerate fondamentali per l'affermazione dei principi del realismo socialista nel cinema, con alcuni fra i più noti registi dell'epoca, dai già citati fratelli Vasil′ev, a Trauberg e Kozincev, vere colonne della L., ai famosi Aleksandr G. Zarchi e Iosif E. Chejfic, a Vladimir M. Petrov e Sergej A. Gerasimov, Nikolaj I. Lebedev, Gerbert M. Rappaport, Michail I. Romm.
Dal 1941 al 1944, a causa dell'invasione tedesca, la macchina produttiva della L. con uomini e mezzi venne evacuata ad Alma-Ata. Dagli studi, ricostituiti nel Sud dello sterminato Kazakistan, uscirono in quegli anni molti film documentari sulla guerra e sull'assedio di Leningrado. Dopo la guerra, ingenti restauri e ammodernamenti permisero agli studi di Leningrado una rapida ripresa dell'attività. Le nuove generazioni di registi si affermarono in epoca post-staliniana con le spinte culturali del periodo del 'disgelo', fino ad arrivare ai nomi noti degli anni Settanta e inizio anni Ottanta, tra cui Gleb A. Panfilov, Il′ja A. Averbach e Aleksej G. German.
La L. era ormai in grado di ospitare nei grandi studi allocati in diverse zone della città anche coproduzioni internazionali di film d'autore, nonché produzioni per la televisione e per la pubblicità oltre a laboratori per il doppiaggio di film stranieri e russi. Era inoltre dotata di un'ottima biblioteca specializzata in testi riguardanti il cinema, fondata nel 1958, e lavorava anche in stretta collaborazione con il LIKI, l'Istituto universitario d'ingegneria per la ricerca tecnologica applicata al cinema che aveva sede a Leningrado. Dopo il sesto congresso dei cineasti nel 1986, un nuovo modello di produzione cinematografica si è affacciato sulla scena sovietica. I grandi studi e gli staff che vi lavoravano sono stati progressivamente smantellati fino a fungere sostanzialmente da marchi di copertura per produzioni molto più piccole, indipendenti e capaci di adeguarsi alle nuove esigenze culturali ed economiche del Paese in via di cambiamento. Come tutte le grandi case di produzione statali la L. è stata pesantemente penalizzata dalla scarsità dei finanziamenti governativi fin dal momento dell'entrata della Russia nell'economia di mercato (nel 1997 la L. ha ricevuto soltanto il 9% delle sovvenzioni promesse dal governo). Tutto ciò ha determinato una situazione di notevole precarietà della struttura con forti pressioni da parte dei nuovi oligarchi del Paese per privatizzarla e indirizzarla a una produzione molto più commerciale.
Kino. Enciklopedičeskij slovar′, Moskva 1987, ad vocem.