Poeta (Montemurro 1908 - Roma 1981). Laureato in ingegneria, lavorò per la grande industria (Olivetti, Pirelli, ecc.); fondò e diresse, fino al 1958, la rivista Civiltà delle macchine (1953-79) e una rivista di design, La botte e il violino (1964-66). La sua lirica, che si riconnette alle esperienze e al gusto dell'ermetismo (tra le molte raccolte: Poesie, 1938; Campi Elisi, 1939; Vidi le Muse, 1943; La vigna vecchia, 1952; L'età della luna, 1962; Il passero e il lebbroso, 1970; Mosche in bottiglia, 1975; Dimenticatoio, 1978), appare modulata su due toni prevalenti: uno epigrammatico, che traspone in un denso analogismo ogni motivo autobiografico; l'altro elegiaco, che riammette quell'autobiografia come trama di ricordi, sogni e rimpianti dell'infanzia perduta, con cadenze narrativo-prosaiche. Tono, questo, che nelle prose di Fiori pari fiori dispari (1945) e Belliboschi (1949), poi riunite in Prose di memoria e d'invenzione (1964), ha trovato soluzioni di singolare freschezza. S. ha approfondito costantemente la sua esperienza di prosatore (I martedì colorati, 1967; Il tempietto, 1971), legata in particolar modo a temi e ragionamenti fondamentalmente scientifici dai quali traggono alimento altri felici volumi (dal giovanile Quaderno di geometria, 1936 a Furor mathematicus del 1950, ristampato nel 1967 con altri scritti, a Calcoli e fandonie del 1970). La sua intera produzione poetica è stata pubblicata nel 2020 sotto il titolo Tutte le poesie.