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LEONE V

di Umberto Longo - Enciclopedia dei Papi (2000)
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Leone V

Umberto Longo

L. sedette sul soglio pontificio in un momento non ben determinato, ma compreso entro la morte di Benedetto IV e l'insediamento di Sergio III nel gennaio del 904. Regnò molto probabilmente per poco più di un mese tra il luglio e il settembre 903, per trenta giorni secondo la testimonianza di Auxilius, o per due mesi secondo i cataloghi pontifici. Il suo pontificato cadde nel mezzo di un trentennio (880 ca.-910 ca.) ammantato - secondo la definizione di G. Arnaldi - da un "perdurante mistero complessivo". Un mistero che non risparmia neanche la questione formosiana che, svoltasi nell'ultimo lustro del sec. IX, influenzò le vicende del brevissimo periodo di regno di Leone V.

Quasi a sottolineare il clima di incertezza intorno a questo periodo, e a conferma implicita della crisi che attraversarono allora le istituzioni politiche ed ecclesiastiche romane, le notizie contenute nei cataloghi relative a L. sono pressoché inesistenti, desolatamente in accordo con il vuoto cronachistico che caratterizza ovunque i primi due decenni del X secolo. Assai laconicamente è annotato che L. non apparteneva al clero romano - fatto insolito e indicativo delle difficoltà che dovevano essere sorte al momento dell'elezione - ma proveniva probabilmente da una parrocchia situata a "Priapi" presso Ardea. Nessun accenno alla sua famiglia e al suo operato, nessun'altra informazione tranne la durata del pontificato e un'annotazione secondo cui L. era "forensis". Duchesne ritiene che questo significhi che il pontefice non era un prete cardinale di Roma. Il termine "forensis" può aiutare a capire la questione relativa ai legami letterari esistenti tra il testo presente nei cataloghi pontificali e una leggenda agiografica successiva relativa a s. Tutwal (Tugdual, Tudual, Tual), vescovo e patrono di Tréguier sulla costa settentrionale della Bretagna vissuto nel VI secolo. Sono tre i testi agiografici che si occupano di questo santo: uno fu probabilmente redatto nel IX secolo e due tra XI e XII secolo. In questi testi successivi viene raccontato che il santo, essendosi recato dalla Bretagna a Roma in pellegrinaggio nella speranza di poter ottenere un'udienza dal pontefice, trovò la Sede apostolica vacante e il popolo impegnato nell'elezione. In virtù di un segno celeste egli fu eletto papa e prese il nome di Leone "Britigena". Tale poco verosimile identificazione deve con ogni probabilità la sua origine a una confusione ingenerata nell'agiografo, o nell'ambiente nel quale il testo fu redatto, dal titolo di "Pabu" o "Papa" che portava il santo. Tale caratteristico epiteto sovente riferito nella tradizione ai santi bretoni ha con ogni probabilità reso possibile, unitamente alla circostanza che L. non apparteneva al clero romano, l'errata interpretazione che ha determinato l'associazione azzardata tra Tutwal e L., tanto più che il testo agiografico fu composto in ambiente non bretone, probabilmente d'area francese e verosimilmente in seguito alla traslazione delle reliquie del santo a causa della minaccia normanna.

In realtà le poche notizie che si hanno su L. sono legate alle polemiche scoppiate intorno alla liceità delle ordinazioni effettuate da Formoso, nel corso di quella che si può definire la seconda fase della questione formosiana. Auxilius, autore di uno dei testi polemici e formosiano convinto, definisce L. come un sant'uomo degno di ammirazione, il che fa ritenere che il pontefice dovesse essere, come i suoi immediati predecessori, un seguace di Formoso. Lo stesso Auxilius narra che, dopo appena un mese, in seguito ad una sommossa guidata dal prete romano Cristoforo, L. fu rimosso dal pontificato e relegato in prigione, mentre Cristoforo si fece consacrare papa. Flodoardo riporta che L. "emigrat ante suum quam luna bis impleat orbem". Tale affermazione concorda sostanzialmente con i cinquantasette giorni di pontificato che la maggior parte dei cataloghi gli attribuiscono. Duchesne, ricordando che non si conoscono atti ascrivibili a questo papa, nota come il termine "emigrat" impiegato da Flodoardo sembri indicare una morte naturale di L., anche se si sa che egli fu imprigionato e morì con ogni probabilità in prigione nel 905, quando già era asceso al soglio pontificio Sergio III, che fece subire la stessa sorte di L. all'avversario di questi, Cristoforo.

fonti e bibliografia

C. Baronio, Annales ecclesiastici, XV, Lucae 1759, p. 500.

E. Dümmler, Auxilius und Vulgarius [...], Leipzig 1866, pp. 60, 135.

A. de Barthélemy, Étude sur une vie inédite de s. Tudual, "Bulletin et Mémoires de la Société Nationale des Antiquaires de France", 1883, pp. 104-23.

Regesta Pontificum Romanorum, a cura di Ph. Jaffé-G. Wattenbach-S. Loewenfeld-F. Kaltenbrunner-P. Ewald, I, Lipsiae 1885, p. 444; II, ivi 1888, p. 746.

Vita Tugdualdi, in Les trois vies anciennes de s. Tudual, texte latin et commentaire historique, a cura di A. de la Borderie, Paris 1887.

Le Liber pontificalis, a cura di L. Duchesne, II, ivi 1892, pp. 69, 234.

Flodoardi De Christi triumphis apud Italiam XII, in P.L., CXXXV, col. 831.

A. de Barthélemy, Les Reliques de s. Tudual, évêque de Tréguier, "Revue de Bretagne, de Vendée et d'Anjou", 25, 1901, pp. 401-13.

P. Fedele, Ricerche per la storia di Roma e del papato nel secolo X, "Archivio della R. Società Romana di Storia Patria", 33, 1910, pp. 197-201.

P. Brezzi, Roma e l'Impero medioevale, Bologna 1947, pp. 98-102.

H. Zimmermann, Papstabsetzungen des Mittelalters, Graz-Wien-Köln 1968, p. 63.

E. Amann, in Histoire de l'Église, a cura di A. Fliche-V. Martin, VII, Paris 1943, pp. 15 ss.

P. Toubert, Les structures du Latium médiéval, Le Latium méridional et la Sabine du IXe à la fin du XIIe siècle, II, Roma 1973, p. 971.

G. Arnaldi, Mito e realtà del secolo X romano e papale, in Il secolo di ferro: mito e realtà del secolo X, Spoleto 1991, p. 35.

C. Gnocchi, Ausilio e Vulgario. L'eco della "questione formosiana" in area napoletana, "Mélanges de l'École Française de Rome", 107, 1995, nr. 1, p. 66.

Dictionnaire de théologie catholique, IX, 1, Paris 1926, s.v., col. 316.

H. Platelle, Tutwal, in B.S., XII, pp. 723-24.

O. Capitani, Ausilio, in D.B.I., IV, pp. 597-600.

O. Bertolini, Benedetto IV, ibid., VIII, p. 341.

J.N.D. Kelly, The Oxford Dictionary of Popes, Oxford-New York 1986, s.v., pp. 118-19.

Lexikon des Mittelalters, V, München-Zürich 1991, s.v., coll. 1878-79.

Dizionario storico del Papato, a cura di Ph. Levillain, II, Milano 1996, s.v., p. 851.

Vedi anche
Benedétto IV papa Benedétto IV papa. - Romano (m. luglio 903); successore di Giovanni IX, fu eletto tra il gennaio e il maggio del 900. Contro Berengario del Friuli, incoronò imperatore Ludovico di Provenza. Durante il suo pontificato cominciò ad affermarsi in Roma la potenza del nobile Teofilatto. Sèrgio III papa Sèrgio III papa. - Nobile romano (m. 911), forse dei conti di Tuscolo; consacrato suddiacono da papa Marino, fu nominato vescovo di S. Maria di Cere (893) da papa Formoso che lo preferiva lontano da Roma per la sua ostilità; da Stefano VII fu retrocesso a diacono, e ritornò così a Roma. A capo del partito ... Stéfano VI papa Stéfano VI papa. - Romano (m. 897); eletto vescovo di Anagni da Formoso, successe a Bonifacio VI (pontefice per 15 giorni) nel maggio dell'896, con elezione irregolare, essendo vietato allora il mutamento di sede vescovile. Accettò, piegandosi ad Agiltrude, madre di Lamberto di Spoleto, di processare ... Giovanni IX papa Forse benedettino (n. Tivoli - m. 900), seguace di papa Formoso; fu eletto alla morte di Teodoro II (898). Annullò subito le decisioni del "concilio del cadavere" contro Formoso, ma non perseguitò i responsabili dello scempio. Nell'appoggiarsi all'imperatore Lamberto di Spoleto e nelle contese orientali, ...
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Vocabolario
leóne
leone leóne (ant. e poet. lióne) s. m. [lat. leo -ōnis, ant. prestito del gr. λέων]. – 1. a. Carnivoro della famiglia felidi (lat. scient. Panthera leo), che vive nelle savane africane a sud del Sahara e, con una piccola popolazione, in...
valóre
valore valóre s. m. [dal lat. tardo (in glosse) valor -oris, der. di valere: v. valere]. – 1. Riferito a persona indica: a. Possesso di alte doti intellettuali e morali, o alto grado di capacità professionale: un uomo, una donna di v.,...
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