Leopoli
Città dell’Ucraina, già capoluogo del dipartimento polacco di Leopoli, poi dell’oblast′ omonima. Ebbe un ruolo militare strategico fin dalla sua fondazione nel 13° sec., come bastione difensivo contro i tatari. Unita alla Polonia fin dalla metà del 1300, la città si sviluppò come centro fiorente del commercio carovaniero, in stretto rapporto con le colonie genovesi di Crimea. L. confermò anche la sua importanza militare resistendo, nei secc. 15°-17°, alle invasioni valacche, tatare, moscovite, cosacche, turche (assedi del 1498-1509, 1648, 1655, 1672). Passata all’Austria in seguito alla prima spartizione della Polonia (1772), fu promossa a dignità di capitale della Galizia; partecipò attivamente ai moti rivoluzionari del 1848 e subì i rigori della successiva repressione militare. Nel 1870, avendo la Galizia ottenuto l’autonomia, iniziò per la città un periodo di generale sviluppo, che ne fece un elemento importante nel rinnovamento culturale e politico della Polonia, ma anche della popolazione ucraina di religione greco-ortodossa. Durante la Prima guerra mondiale fu conquistata dai russi e mantenuta anche contro gli attacchi di tre armate austriache, ma fu definitivamente perduta dai russi nel 1915; concluso l’armistizio (1918), gli ucraini tentarono invano di impadronirsi di L., che fu incorporata alla Repubblica polacca in seguito alla Pace di Saint-Germain (1919). Passata all’Ucraina sovietica con l’accordo russo-tedesco del 22 sett. 1939, fu occupata nel 1941 dai tedeschi e subì successivamente efferate repressioni, fra cui il massacro (ag. 1941) di intellettuali e professori universitari e il quasi totale annientamento della popolazione ebraica (circa 100.000 persone). Liberata dopo quattro giorni di combattimenti a opera dell’esercito clandestino polacco, L. fu occupata dalle truppe sovietiche nel 1944 e nel 1945 annessa dall’URSS; la popolazione polacca fu trasferita in Polonia. Dal 1991 è città dello Stato indipendente di Ucraina.