LEOPOLI (pol. Lwów; ted. Lemberg: A. T., 51-52)
Città della Polonia di SE., capoluogo di voivodato. Giace sullo spartiacque europeo fra il bacino del Dnestr e quello della Vistola, a circa 330 m. s. m., alla long. di 24° E. e alla lat. di 49°50′ N. L'interno della città si adagia in una conca (le cui pendici sono coperte da numerosi parchi) aperta verso il nord, e modellata sui pendii del versante settentrionale della Podolia dai ruscelli che formano la Peltew, affluente del Bug; entro il perimetro urbano questi torrenti sono coperti. A settentrione della città la Pełtew attraversa il pianeggiante territorio del Pobuze, parte del bacino del Bug che appartiene alla Volinia. A nord-ovest di Leopoli si estende una dorsale collinosa, coperta di boschi, detta Roztocze.
Gli strati più profondi della zona dove sorge Leopoli sono costituiti da marna senoniana; su di essa giacciono arenarie, sabbie e calcari miocenici, coperti di loess. Il clima della città è continentale, con forte escursione annua (−4°,0 in gennaio, 18°,7 in luglio) e piogge scarse (707 mm.) che cadono soprattutto d'estate (il 39%); il mese più piovoso è il luglio (104 mm.), quello meno piovoso il gennaio (32 mm.). La superficie del comune di Leopoli è di 63,5 kmq. Per popolazione Leopoli è, secondo il censimento del 1931, la terza cittȧ della Polonia, dopo Varsavia e Lódz, contando essa 316.000 abitanti (non compresa la guarnigione). I Polacchi costituiscono il 63 ,7% della popolazione; il resto comprende Ebrei, Ruteni e Tedeschi. L'aumento demografico è stato forte soprattutto a partire dalla fine del secolo XIX e si è accentuato dopo la ricostituzione della Polonia (72.000 ab. nel 1860, 90.000 nel 1870, 110.000 nel 1880, 128.000 nel 1890, 160.000 nel 1900, 207.000 nel 1910, 219.000 nel 1921; aumento, tra il 1921 e il 1931, del 29%).
Leopoli possiede un proprio statuto; il bilancio della città ammontava nel 1928 a 86.785.000 złoty. Vi risiedono le autorità civili e militari del distretto e gli arcivescovi: cattolico-romano, armeno-cattolico e greco-cattolico.
L'industria di Leopoli è varia, ma in complesso non molto sviluppata (industria della ceramica, alimentare, meccanica, chimica, poligrafica e delle pelli). La posizione di Leopoli favorisce lo sviluppo del commercio, e pertanto la città è attivo centro ferroviario: da essa si dipartono a raggiera numerose linee, fra le quali una per Varsavia e Danzica, una per Cernăuṭi e Bucarest, una per Cracovia e Vienna. Nel suo aeroporto civile fanno capo tre linee aeree: Leopoli-Varsavia-Danzica, Leopoli-Cracovia, Leopoli - Bucarest - Costantinopoli.
Leopoli è centro del commercio dei cereali avvantaggiandosi della vicinanza delle terre nere della Podolia e dei derivati del petrolio (vicinanza delle zone petrolifere). Fra le istituzioni commerciali debbono essere menzionate: la Camera dell'industria e commercio, la borsa delle valute e quella delle merci, numerose banche, infine l'annuale Fiera orientale, di carattere internazionale. Vicino a Leopoli si trovano villeggiature suburbane (Brzuchowice, Zimna Woda, Winniki, ecc.) e località di bagni (Pustomyty, Lubien Wielki).
Monumenti. - Notevoli monumenti d'architettura, soprattutto sacra, dànno alla città un carattere tutto particolare, essendo improntati ora all'arte occidentale, ora a quella orientale; accanto alla cattedrale gotica cattolico-romana fondata nel 1360 e costruita sotto l'influsso dell'architettura di Breslavia e di Cracovia, si trova la cattedrale armena, costruita nel 1363, monumento dell'architettura dell'Oriente asiatico; una chiesa greco-cattolica, sorta tra il 1591 e il 1598, detta "valacca", costruita da architetti italiani, riunisce lo stile del Rinascimento italiano con le tradizioni dell'architettura bizantina. Questo incontrarsi e incrociarsi delle due culture artistiche, dell'Oriente e dell'Occidente, forma l'originalità dei monumenti di Leopoli.
Già nel Medioevo Leopoli aveva una numerosa colonia di commercianti italiani. Al tempo dell'inoltrato Rinascimento e del barocco vi si stabilirono molti architetti italiani, fra cui i più notevoli nel sec. XVI furono Paolo Dominici Romano, Pietro di Barbona, Pietro da Lugano, Pietro chiamato Krasowski e Ambrogio detto Przychylny. Provenivano dall'Italia settentrionale e in parte dal Canton Ticino. Accanto agli architetti italiani operavano anche i polacchi, come Adalberto Kapinos e altri. Gli architetti italiani di Leopoli, conformandosi all'ambiente e alle esigenze della borghesia, imitarono i caratteri locali dell'architettura, costruendo case con quegli attici che dànno un'impronta particolare alle antiche città polacche: il "palazzo nero", il palazzo reale, e altre case sulla Piazza del mercato. La chiesa delle benedettine (fine del sec. XVI), con torre ornata di un attico, ha lo stesso carattere. Fusione di tratti italiani e bizantini si osserva anche nella chiesa "valacca", già ricordata. Elementi del Rinascimento italiano si trovano nella cappella dei Campiani, ricca di decorazioni, a fianco della cattedrale cattolico-romana, e nella chiesa dei bernardini (1600-1630); mentre nella cappella dei Boimi, riccamente ornata di sculture, si hanno anche elementi di arte settentrionale (1609-1617).
Ma l'impronta architettonica di Leopoli risulta specialmente dalle molte chiese di stile barocco: alcune imitano il barocco romano. Sulla, chiesa del Gesù è modellata la chiesa dei gesuiti (1610-1638), opera di Giacomo Briano, sulla chiesa di S. Susanna a Roma, quella del seminario (1642).
Nel sec. XVIII l'attività degli architetti italiani cede a quella di architetti polacchi, come Martino Urbanik, Giovanni Witte, autore dei progetti della chiesa dei domenicani (1744-1765), e Bernardo Meretyn (Merderer, Merettini), che nel 1743-1758 eresse in una pittoresca posizione la cattedrale greco-cattolica di S. Giorgio.
Nella seconda metà del secolo XVIII influì sull'architettura di Leopoli il rococò austriaco; durante il sec. XIX il classicismo tedesco, che però non ha lasciato opere di grande valore. Bisogna anche rilevare l'influsso indiretto del classicismo italiano di Pietro Nobile nel palazzo dell'istituto scientifico di Ossoliński (i piani del 1818 eseguiti nel rifacimento di Giuseppe Bem). Intanto nel secolo XIX si moltiplicarono gli edifici costruiti da architetti polacchi, e la città cresceva prendendo l'aspetto moderno di tipo schiettamente occidentale.
Nei secoli XVI e XVII, scultori, per la maggior parte provenienti dalla Germania, come Giovanni Pfister, Alberto Kielar e altri, ornavano le chiese. Caratteristici per la scultura di quel tempo sono i monumenti sepolcrali, eseguiti spesso nell'alabastro proveniente dai dintorni di Leopoli. Originale fu la scultura del periodo rococò, esclusivamente religiosa, che da Leopoli si irraggiò verso l'oriente della Polonia. Nella seconda metà del sec. XIX e sul principio del sec. XX sorsero molti monumenti in memoria dei grandi uomini polacchi.
La pittura dal sec. XV al XVII riunì anch'essa le influenze occidentali e orientali, con prevalenza della cultura artistica dell'Occidente, che si consolidò nel periodo della Controriforma. Accanto ai pittori polacchi organizzati in corporazioni, lavoravano a Leopoli anche i ruteni, pittori di icone, nonché miniatori armeni che seguivano proprie tradizioni. In quel tempo ebbero grande fama anche gli orefici con propria corporazione. Dalla seconda metà del sec. XIX si stabilirono a Leopoli molti dei maggiori pittori polacchi, fra cui Artur Grottger (v.).
Istituzioni culturali. - Anche nel campo culturale Leopoli è venuta acquistando, nel corso dei secoli, un'importanza sempre maggiore. La fondazione d'istituti culturali non vi risale però, salvo poche eccezioni, oltre il sec. XVII, quando furono istituiti a Leopoli due collegi: quello degli scolopî e quello dei gesuiti che il re Jan Kazimierz elevò a dignità di accademia. Dopo la soppressione dei gesuiti Giuseppe II fondò a Leopoli un'università che fu riorganizzata nel 1817 sotto Francesco I. La lingua d'istruzione vi era dapprima latina e poi tedesca; solo dal 1871 cominciò a prevalere il polacco.
Attualmente l'università di Leopoli è uno dei principali focolari culturali e scientifici dello stato rinnovato; essa è divisa in 5 facoltà, con annessi numerosi istituti scientifici, e conta più di 100 professori e 7000 scolari. All'università è annessa una ricca biblioteca ricca di oltre 400.000 volumi e con più di un migliaio di manoscritti.
Ma la biblioteca principale della città, e nello stesso tempo uno dei suoi principali istituti di cultura, è la Fondazione Nazionale Ossoliński (Zakład Narodowy im Ossolińskich) che ha il suo primo e più importante nucleo nella raccolta di libri e di oggetti d'arte e di antichità costituita nel 1817 dal conte Józef Maksymiljan Ossoliński. Arricchita delle collezioni private dei Lubomirski, Pawlikowski, e altri, la Fondazione conta ora circa 800.000 tra libri e opuscoli, 6000 manoscritti, ricche collezioni di autografi, diplomi, monete, carte geografiche, quadri e armi. La Fondazione svolge inoltre una notevole attività editoriale, pubblicando una propria rivista, opere storiche ed edizioni complete di alcuni fra i più grandi scrittori polacchi (monumentale quella in corso di stampa del poeta J. Słowacki). Leopoli possiede inoltre parecchi musei, fra i quali vanno menzionati quello Municipale e il museo di Storia naturale dei conti Dzieduszycki.
Carattere e funzioni di accademia ha la Società scientifica (Towarzystwo naukowe), fondata nel 1900, con tre sezioni: filologica, storico-filosofica e matematico-scientifica.
Oltre all'università Leopoli ha un politecnico (fondato nel 1844), una Scuola superiore di veterinaria, e parecchi istituti culturali ucraini, fra i quali il più importante è la Società scientifica Ševčenko (Naukove tovarystvo imeny Ševčenka) fondata nel 1873.
Teatri: Fondatore di un teatro stabile a Leopoli fu Jan N. Kamiński (1777-1855), noto anche come drammaturgo, attore, poeta e traduttore di Schiller. Dal 1809 si dànno a Leopoli, con rare interruzioni, rappresentazioni di opere drammatiche polacche e nel 1842 la città ottenne per munificenza del conte Stanislao Skarbek, un grande edificio teatrale, ove vennero rappresentati drammi, vaudevilles e opere. Nel 1900 il municipio costrui un nuovo teatro, che sotto la direzione di Tadeusz Pawlikowski raggiunse un altissimo livello artistico. Primeggiarono nel repertorio del Wielki Teatr (Teatro grande) i drammaturghi polacchi e fra essi Słowacki e Wyspiański, ma Pawlikowski curò molto anche il dramma occidentale e con Hauptmann, Ibsen e Strindberg portò sulle scene il naturalismo e ìl simbolismo.
Questo teatro, ove accanto ai drammi venivano rappresentate anche opere, ha avuto pure dopo la direzione del Pawlikowski periodi di grande splendore, soprattutto nel 1931-32, quando il regista Leon Schiller vi diede interpretazioni originalissime di alcuni capolavori del dramma classico polacco (Dziady, Gli Avi, di Mickiewicz; Kordjan, di Słowacki).
Leopoli possiede inoltre, per il genere drammatico più leggiero, il teatro Rozmaitości (Varietà), oggi diretto da Andrzej Pronaszko.
Storia. - Fondata verso il 1250 dal principe di Halicz, Lew (Leone), come fortezza contro i mongoli tatari, cento anni dopo la città fu distrutta completamente dalle incursioni lituane. Nel 1353 il re polacco Casimiro il Grande, dopo aver liberata la Rutenia di Halicz dal dominio tataro e averla unita alla Polonia, ricostrui Leopoli alla maniera occidentale, come città polacca e capitale della Rutenia polacca: la fortificò, le concesse una larga autonomia, secondo il diritto di Magdeburgo, e le diede i relativi mezzi finanziarî. Su questi elementi si fondarono lo sviluppo futuro della città e la prosperità della borghesia formata da Polacchi, Tedeschi, Armeni, Ruteni e altri. La forte tempra di questa borghesia, gradatamente polonizzatasi, fece di Leopoli già nel sec. XV un importante centro di commercio carovaniero tra l'Occidente da una parte e gli stabilimenti commerciali genovesi in Crimea e l'Oriente in generale dall'altra. La città divenne inoltre un notevole centro industriale, culturale e militare.
Sino alla fine del secolo XVII, Leopoli resistette a diversi gravi assedî (1498, 1509, 1648, 1655, 1672), vide ventuno invasioni tatare e fu testimone di due grandi battaglie (1675, 1695). Venne assediata dagli eserciti valacchi, cosacchi, tatari, moscoviti e turchi, e sempre li respinse vittoriosamente. Nel 1704 Leopoli fu tuttavia conquistata e saccheggiata dal re di Svezia Carlo XII. Questo fatto, congiunto con le precedenti guerre, provocò nel secolo XVIII il catastrofico declino della città. Al tempo della prima spartizione della Polonia (1772), l'Austria occupò Leopoli e la promosse a dignità di capitale della Galizia costituita da tutto il territorio occupato. Il governo austriaco contribuì efficacemente a un nuovo sviluppo della città, ma, favorendo nello stesso tempo l'affluenza dei Tedeschi, cercava di darle un carattere germanico. Nel 1848 il governo austriaco, allo scopo di domare la rivolta della popolazione, fece bombardare la città, e incendiare il Palazzo municipale, l'università e la sua biblioteca con le preziose collezioni.
Nel 1870, avendo la Galizia ottenuto l'autonomia (v. galizia), s'iniziò per Leopoli un periodo di generale sviluppo, ch'ebbe nello stesso tempo una vasta influenza sul rifiorimento del pensiero e della politica polacca.
Leopoli costituì all'inizio della guerra mondiale il primo importante obbiettivo delle armate russe del fronte sud. Fu occupata dai Russi il 3 settembre dopo la grande azione tattica che fu chiamata prima battaglia di Leopoli (26-31 agosto 1914). Il Comando supremo austro-ungarico rinforzò allora quel tratto di fronte con una nuova armata e tentò con tre armate di respingere i Russi; ma anche la seconda battaglia di Leopoli (6-11 settembre 1914) terminò con la ritirata degli Austriaci. Contemporaneamente a questo successo russo, sulla Marna i Franco-Inglesi ottenevano la loro grande vittoria. Ma con lo sfondamento di Gorlice (2 maggio 1915) cominciarono i rovesci dei Russi. Invano questi tentarono di arrestare gli Austro-Tedeschi in una posizione tra il San e Leopoli; il 22 giugno la 2ª armata austriaca, comandata dal generale Boehm-Ermolli, occupava la città.
Dopo l'armistizio il Comando austriaco mise i reggimenti ruteni a disposizione del Consiglio nazionale ucraino. Un proclama di questo consiglio fu seguito dall'assalto dei Ruteni contro la città. Tanto durante quest'aggressione quanto durante l'invasione bolscevica (1920), la popolazione di Leopoli, con la propria valorosa ed efficace difesa, documentò il carattere polacco della città. (V. tavv. CXLIX e CL).
Il volvodato di Leopoli. - È il più popoloso della Polonia (1931, 3.127.000 ab.), uno dei più vasti (26.932 kmq.) e uno dei più densamente abitati (110 ab. per kmq.). La popolazione nel 1921 risultò di 2.718.000 ab.: nell'ultimo decennio, quindi, si è verificato un aumento del 1206. Il voivodato di Leopoli è limitato a O. dai voivodati di Cracovia e di Kielce, a N. da quelli di Lublino e della Volinia, a E. da quello di Tarnopol, a 8. da quello di Stanisławów e dalla Cecoslovacchia. Comprende parte del versante settentrionale dei Carpazi e della regione collinosa subcarpatica, nonché parte del Roztocze, che divide i piani del San a O. da quelli del Bug a E.
La popolazione, assai mista (56,6% Polacchi, 35,9% Ruteni, 7% Ebrei, 0,5% Tedeschi), è occupata soprattutto nell'agricoltura (71%) e nelle industrie (8%), specialmente quelle minerarie. Nel voivodato di Leopoli si trovano le maggiori zone petrolifere polacche, tra le quali quella di Borysław, che dà annualmente dalle 600.000 alle 700.000 tonn. di petrolio. Circa la metà del territorio (48%) è occupata da arativi, un quarto dalle foreste (26%) e il resto da prati e pascoli (21%) e da terreni improduttivi. La produzione agricola maggiore è data dai cereali (segala, avena, frumento e orzo), dalle patate e dalla barbabietola da zucchero. L'allevamento del bestiame è assai fiorente, specialmente quello dei bovini, dei cavalli e dei suini.
Oltre a Leopoli, sono da ricordare, tra i centri più importanti del voivodato, Przemyśl (51.400 abitanti), Borysław (41.700 abitanti), Drohobycz (32.600 abitanti), Rzeszów (26.800 abitanti) e Sambor (20.200 abitanti).
Bibl.: A. M. Łomnicki, Geologja Lwowa i okolicy (Geologia di Leopoli e dei suoi dintorni), in Atl. Geol. Gal., X, i, 1897; St. Pawłowski, Próba morfologiczneij analizy okolic Lwowa (Saggio di un'analisi morfologica dei dintorni di Leopoli), Leopoli 1916; J. Czyżewski, Lwów i jego okolice (Leopoli e i suoi dintorni), in Przewodn. kongr. II Zj. S. G. E. (Guida del 2° congresso geograf.-etnologico), Cracovia 1927. - Si veda inoltre: Lwów w cyfrach, miesiécznik statystyczny (Leopoli in cifre. Boll. Mensile di statistica. Uff. municipale di statistica di Leopoli).
Monumenti: W. Łoziński, Złotnictwo lwowskie w dawnych wiekach, 1384-1640 (L'oreficeria di Leopoli dal 1384 al 1640), Leopoli 1889; id., Sztuka lwowska w XVI e XVII w. (L'arte a Leopoli nei secoli XVI e XVII), Leopoli 1898; Cz. Thullie, O Kośsciołach lwowskich w czasach Odrodzenia (Le chiese di Leopoli nel periodo del Rinascimento), Leopoli 1913; T. Mańkowski, Poczâtki nowożytnego Lwowa w architekturze (I primordî dell'architettura moderna a Leopoli), Leopoli 1923; J. Zubrzycki, Zabytki miasta Lwowa (I monumenti della città di Leopoli), Leopoli 1928; B. Janusz, Zabytki monumentalnej architektury Lwowa (L'architettura monumentale di Leopoli), Leopoli 1928; Muzea gminy miasta Lwowa z 100 tabl. (I musei di Leopoli, con 100 tavole), Leopoli 1929; A. Bochnak, Ze studjów nad rzeźba lwowskâ w epoce rokoka (Studî sulla scultura rococò di Leopoli), Cracovia 1931; T. Mańkowski, Lwowskie Kościoły barokowe (Le chiese di stile barocco e Leopoli), Leopoli 1932.
Storia: D. Zubrzycki, Kronika miasta Lwowa (Cronaca di Leopoli), Leopoli 1844; A. Czołowski, Lwów za czałów ruskich (Leopoli ai tempi ruteni), Leopoli 1891; W. Łoziński, Patrycjat i mieszczaństwo lwowskie w XVI w. (Patriziato e borghesia di Leopoli nel sec. XVI), Leopoli 1892; Miasto Lwów w okresie samorzâdu (La città di Leopoli durante il periodo dell'autonomia), Leopoli 1896; F. Papée, Historja Lwowa (Storia di Leopoli), Leopoli 1924; Ł. Charewiczowa, Handel średniowiecznego Lwowa (Il commercio di Leopoli nel Medioevo), Leopoli 1925.