leppo
È, in rima, in If XXX 99, dove la moglie di Putifarre e Sinone per febbre aguta gittan tanto leppo.
Il vocabolo è variamente interpretato nell'esegesi antica: " calidum fumum " (Benvenuto), " puzza d'arso unto, come quando lo fuoco s'appiglia alla pentola o alla padella " (Buti), " fiamma " (Anonimo), " caldo " (Vellutello), " ardente calore " (Daniello), " puzza " (Venturi), ecc. Fra i moderni commentatori, ha avuto singolare fortuna l'interpretazione del Buti; comunque sulla base del v. 92 che fumman come man bagnate 'l verno, pare si debba associare, per una più piena intelligenza del termine, all'idea di ‛ puzza ' quella di ‛ fumo ', del resto implicita nella chiosa del Buti. Infatti il Tommaseo, seguito dall'Andreoli, parafrasava " fumo puzzolente ".