LESGHI
. Nome derivato da quello che dànno a sé stessi i Curini, una popolazione del Caucaso orientale (v. caucasiche, lingue), e che è stato esteso a comprendere tutti i popoli a idiomi caucasici del Daghestan. Questi sono molto numerosi, e in alcuni distretti montani la frammentazione delle tribù e dei dialetti è tale che ogni valle si differenzia, nei riguardi etnici, dalle altre. Soltanto l'avaro ha acquistato la funzione di lingua generale di comunicazione fra i Lesghi occidentali, mentre il tataro compie lo stesso ufficio nel Daghestan orientale. Le influenze orientali e islamiche sono state assai profonde tra i Lesghi e costituiscono il principale elemento della loro differenziazione, nella cultura materiale e spirituale, dai Caucasici occidentali. Solo gli Udi, tra i Lesghi, sono cristiani. Gli influssi tatari e persiani si notano già nell'abbigliamento (specie delle donne, con l'abbondanza di ornamenti d'argento alla fronte e al collo, l'uso del velo o del fazzoletto intorno alla parte inferiore del viso, i pantaloni larghi a sacco, ecc.), nella disposizione degli ambienti nell'abitazione, nel prevalere di certe industrie (tappeti), ma soprattutto nella vita sociale e religiosa, perché l'islamismo ha fatto scomparire quasi totalmente l'ordinamento tribale e feudale e le antiche credenze. V. anche daghestan Per. la lingua, v. caucasiche, lingue.