lettering
<lètëriṅ> s. ingl., usato in it. al masch. – Area del progetto grafico che attiene al disegno della forma del carattere tipografico e alla sua messa in pagina, ovvero alla progettazione dei singoli tipi che poi conducono al progetto delle famiglie di caratteri e ai modi di composizione degli stessi sulle righe tipografiche. In origine l. indicava propriamente la disciplina scolastica dello studio del disegno dei caratteri e la loro composizione amanuense ed era insegnato da letteristi attraverso una metodologia che prevedeva la copia di caratteri esistenti utilizzando matite, compasso, tiralinee e tempera. Con l’evoluzione delle tecniche di riproduzione tipografica, dai caratteri in piombo, alla fotocomposizione prima e alla stampa offsett e al digitale, il disegno del carattere si è ampiamente diversificato e si avvale oggi di software vettoriali dedicati come Fontographer™, Ikarus™ e FontLab™. Il termine è passato così a identificare gli artefatti amanuensi come logotipi e insegne che, al contrario della calligrafia, si basano su forme alfabetiche tipografiche. In suo luogo si privilegia l’utilizzo della locuzione anglofona type design o typographic design stando a sottolineare come il disegno dei caratteri non sia solo la messa in forma di alfabeti verbali, bensì ambito di ricerca focalizzato ai metodi di produzione. I formati Open Type™ e il sistema Unicode, il linguaggio di programmazione Pyton e le librerie della piattaforma opensource Robofab, consentono un approccio sperimentale con almeno due direzioni parallele: la messa a punto di strumenti a supporto del progetto dei tipi e l’ambito della tipografia generativa, ovvero la tipografia generata dal progetto di un particolare algoritmo. Il disegno del carattere, infine, sta diventando sempre di più elemento di identità visiva sostituendosi alla centralità del marchio e del logotipo. Mentre la modernità ci ha restituito progetti nei quali il disegno del l. era strumento per poter coordinare in un unico sistema logotipi appartenenti a un medesimo gruppo aziendale (per es. Iveco, Olivetti, Montedison), con il tempo si è privilegiato un progetto più aperto e flessibile dove il disegno del l. diventa struttura connettiva soft, a forte identità visiva. È il caso dei progetti di city branding quali Torino world design capital (progetto: Pietro Palladino, font: Piero De Macchi, 2008) e Be Berlin (Priska Wollein, 2008).