LETTIGA (lat. lectica)
Come la parola, così anche la cosa proviene direttamente da letto (v.). All'origine la lettiga non è infatti che il letto portatile, confezionato in maniera da renderne agevole il trasporto. Si comprende quindi come la lettiga fosse ideata e venisse usata di regola per il trasporto di persone incapaci di reggersi sulle proprie gambe, come gli ammalati, i feriti, i vecchi. Successivamente la lettiga dovette essere usata anche da persone sane, di condizione più o meno facoltosa, allo scopo di percorrere riposatamente delle lunghe distanze nei viaggi. Infine la lettiga diventa un attributo e un privilegio dei potenti, e un distintivo di lusso da parte dei ricchi. Le prime testimonianze ne risalgono all'antico Egitto; abbondano poi per il mondo greco e romano, con particolare intensità per l'età dell'impero.
La popolarità della lettiga, quale mezzo di locomozione ordinaria, è giustificata dalla predilezione degli antichi per la posizione distesa, ordinaria nei pasti; e inoltre dalle condizioni economiche della società, fondate sul lago impiego degli schiavi, nonché dalle condizioni stesse delle strade, che solo raramente potevano dirsi rotabili. Per reggere e portare una lettiga non occorrevano infatti meno di quattro schiavi (lecticarii), ma ne potevano servire anche sei o otto, a seconda delle dimensioni e del peso dell'oggetto, nonché probabilmente a seconda delle esigenze del cambio da effettuare tra i portatori. Una lettiga era fatta, di regola, per una sola persona: solo raramente per due, e non prima dell'età imperiale.
La sua forma ordinaria era quella di un lectus dal telaio di legno e dai supporti pure lignei, con due robusti assi infilati dentro appositi anelli, parallelamente ai lati lunghi; sul letto venivano distesi materassi e cuscini. La differenza più appariscente tra letto e lettiga era data dalla presenza di una specie di baldacchino, costituito da quattro assi montanti in prosecuzione delle gambe del mobile, sostenenti un tetto di cuoio e dei tendaggi (vela), i quali contornavano i quattro lati della lettiga, e potevano essere tenuti chiusi (operta lectica) o fatti scorrere a piacere da chi vi era dentro. Lettighe completamente chiuse si usavano in occasione di funerali, per il trasporto del cadavere. Ma assai più di frequente la lettiga è ricordata da scrittori romani come suppellettile di lusso, concessa talora a titolo di privilegio, o vietata a talune categorie di persone e in particolari circostanze. In seguito a scoperte archeologiche si è potuto constatare che le lettighe romane avevano spesso delle parti eseguite in bronzo cesellato e intarsiato d'argento, e portavano applicazioni di figurine e ornamenti varî, dello stesso metallo. Ve ne dovevano quindi essere alcune di notevole interesse artistico e di alto valore intrinseco.
Medioevo ed età moderna.- Per i loro viaggi i principi e i signori continuarono spesso nel Medioevo, specie in caso di cattive condizioni stradali, a valersi di lettighe, portate talora da due cavalli che venivano attaccati fra le doppie stanghe, tal'altra anche a spalla da uomini di fatica. A un posto solo per lo più, talvolta a due, le lettighe potevano essere altresì veicoli di parata, da usarsi in occasione di cerimonie pubbliche, tornei, ecc.; erano allora molto aperte, mentre quelle da viaggio erano munite di finestrelle o di pesanti cortinaggi. Mobile spesso di gran lusso, la lettiga veniva decorata sontuosamente per principi e re. Quella famosa di Carlo V era dorata, foderata di stoffe preziose, adorna di drappi dipinti, provvista di ricchi tappeti.
Documenti del Trecento e del Quattrocento ci dànno notizia oltre che delle lettighe consuete, anche di lettighe funebri, adoperate per le esequie di alti prelati e di potenti (così quella che servì al trasporto della salma di Carlo VI).
Le lettighe scompaiono dopo il Settecento, col perfezionarsi delle carrozze e della pavimentazione stradale, e il loro uso è oggi in massima limitato a paesi d'Oriente ("portantine, palanchini").
Si chiama però anche lettiga un noto mezzo di trasporto per malati e feriti, adottato negli ospedali, sui campi di battaglia, ecc. Le associazioni assistenziali usano a questo scopo lettighe a ruote, e particolarmente autolettighe.
Bibl.: P. Girard, in Daremberg e Saglio, Dictionnaire, s. v. Lectica; Lamer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., s. v.; H. Stuart Jones, The Sculptues of the Palazzo dei Conservatori, Oxford 1926, tav. 64 seg.; L. Belloni, La carrozza nella storia della locomozione, Milano 1901; R. Straus, Carriages and Coaches, Londra 1912.