Libri feudorum
I Libri feudorum (Consuetudines feudorum, 1892; Das Langobardische Lehnrecht, 1896), nati nell'ambiente scientifico dei giuristi longobardisti, consistono in una raccolta di consuetudines in materia feudale, la cui formazione per successive stratificazioni ha comportato la distinzione di tre diverse redazioni. La prima, compilatio antiqua, detta obertina dal magistrato Oberto dall'Orto ‒ autore di un'operetta sui lineamenti del diritto feudale suddivisa in due epistole per venire incontro alle esigenze del figlio Anselmo, studente a Bologna ‒, è di origine milanese, databile tra il 1154 e il 1158, e contiene nella sua parte più antica trattati e summulae, di varia provenienza e di epoca anteriore al 1136.
La seconda redazione è denominata ardizzoniana, perché adoperata dal glossatore Jacopo d'Ardizzone per la composizione della sua summa feudale nel 1240. In realtà il primo compilatore di una summa e di un apparato di glosse dei Libri feudorum risulta essere stato Pillio da Medicina, che realizzò la sua opera a Modena verso il 1200, durante l'attività nel tribunale di corte imperiale. La recensio ardizzoniana si presenta più ampia del nucleo originario, con una chiara influenza della legislazione di Federico I.
L'ultima redazione, preceduta da una versione anteriore, protovulgata, è nota come accursiana o vulgata. La raccolta in esame, articolata in due libri, secondo Odofredo sarebbe stata inserita da Ugolino dei Presbiteri nel Corpus juris (tale versione dei fatti è stata contestata da Weimar, 1982, p. 432 n. 48) e collocata nel Volumen parvum, dopo le nove collazioni dell'Authenticum, come decima collatio, insieme alle Costituzioni di Federico Barbarossa, Enrico VI e alle Leggi dell'incoronazione, promulgate da Federico II nel 1220 e inviate ai maestri e scolari dello Studio di Bologna "quatinus eas faciatis in vestris scribi codicibus, et de cetero legatis solempniter tamquam perpetuis temporibus valituras" (De Vergottini, 1952, p. 161 e n. 2).
I Libri feudorum, dopo l'ingresso nei Libri legales, ebbero un notevole sviluppo nelle scuole, passando da mero regime consuetudinario lombardo a opera aggiunta al Corpus juris giustinianeo, con diffusione nella pratica e presso la scienza giuridica europea (Giordanengo, 1988, pp. 143 ss.; Id., 1992, pp. 67-139).
I Libri feudorum risultarono, infine, un punto di riferimento importante in ambito legislativo. "A parte la favola, circolata tra Due e Settecento, che Federico II avesse assegnato l'autorità di legge a quei Libri" (Cortese, 2000, p. 307), è rimarchevole come l'imperatore svevo li abbia utilizzati come fonte di rilievo nelle sue Constitutiones, in ambito penale (condanna al taglio della mano per lesioni personali da armi, per violenza perpetrata da un rustico contro un cavaliere in assenza di legittima difesa, ecc.), processuale (istituzione della corte dei pari, ecc.) e feudale (divieto di alienazione del feudo, disciplina della locazione dei feudi, status cavalleresco, giuramento di vassallaggio, ecc.), come è stato ampiamente documentato nell'analisi stratigrafica operata da Dilcher (1975, pp. 819 ss.).
fonti e bibliografia
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jean Blanc, Summa super usibus feudorum, Astensi 1518.
Jacopo d'Ardizzone, Summa super usibus feudorum, ivi 1518.
Jean Raynaud, Comprehensorium feudale, Lugduni 1561.
Jacopo Cuiacio, De feudis libri quinque, ivi 1566.
Jacopo Alvarotti, Lectura in Usus feudorum, Francofurti ad Moenum 1570.
Franceschino Corti, Tractatus feudorum, Coloniae 1570; Andrea d'Isernia, In Usus feudorum commentaria, Neapoli 1571.
Baldo degli Ubaldi, In Usus feudorum Commentaria doctissima, Augustae Taurinorum 1578.
Summa Odofredi Bononiensis in usus feudorum refertissimis domini Francisci Liparuli Partenopei Iureconsulti carissimi explicationibus […], Compluti 1584.
Johann Schneidewin, Epitome in usus feudorum, Hanoviae 1595.
Matteo d'Afflitto, Super III Feudorum libris Commentaria, Francofurti 1598.
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F.A. Magliano, Jurisprudentia feudalis ordine Triboniani composita, Neapoli 1770-1775.
Consuetudines feudorum(Libri Feudorum, jus feudale Langobardorum), I, Compilatio Antiqua, a cura di K. Lehmann, Gottingae 1892 (Aalen 1971).
Das Langobardische Lehnrecht (Handschriften, Textentwicklung, ältester Text und Vulgattext nebst den capitula extraordinaria), a cura di K. Lehmann, ivi 1896 (Aalen 1971).
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