LIBRO D'ORO
Fra i registri ufficiali dell'antica repubblica di Venezia molti, di diversa contenenza, portano il nome di Libro d'oro. Ma per antonomasia con tale nome è indicata la raccolta, che era tenuta dall'Avogaria de Comun, per la registrazione dello stato civile dei patrizî, nascite, matrimonî, dal 1500 al 1581.
Poiché, dopo l'abolizione del sistema elettivo, dalla fine del sec. XIII, era stato definitivamente consacrato il principio ereditario, si rese necessario adottare criterî sempre più rigorosi e controlli rigidi per l'accertamento della legittimità di discendenza, prima deferito alla Quarantia, poi all'Avogaria de Comun. Sin dal 1343 era fatto obbligo alla Quarantia di tenere un registro dei nobili, per garantire della legittimità d'iscrizione in Maggior Consiglio di quelli che ne avevano diritto: ma soltanto nel 1458 furono istituiti presso l'Avogaria de Comun dei registri giurati nei quali dovessero esser raccolte le annotazioni delle nascite relative ai patrizî, e nel 1506 quelle dei matrimonî. Tali registrazioni dovevano dare una sufficiente garanzia per ricavare le prove richieste per l'ammissione al Maggior Consiglio, al ventesimo o al venticinquesimo anno di età. L'iscrizione però nel Libro d'oro, sebbene fatta con rigorosi controlli, non esonerava dall'obbligo di produrre a tempo debito le prove di nobiltà, richieste per l'ammissione, né, in linea di massima, l'omessa denuncia faceva decadere gli aventi causa dalla facoltà di concorrere alla prova per il riconoscimento del proprio diritto.
Bibl.: Romanin, Storia documentata della Repubblica di Venezia, II, III, IV, passim; Ferro, Dizionario del diritto amministrativo veneziano, Venezia 1893, s. v. Nascite, Matrimoni; Maranini, La costituzione di Venezia dopo la serrata del Maggior consiglio, Firenze 1932, p. 45 segg.