Legislatore spartano, che secondo la tradizione sarebbe stato figlio di Eunomo, nel quale è probabilmente da riconoscere una ipostasi del buon governo (εὐνομία). La sua cronologia era incerta anche per gli antichi: o contemporaneo dell'emigrazione dorica (12º sec. a. C.), o del sec. 10º-9º, o (come vuole Aristotele) contemporaneo della fondazione dei giochi olimpici (776). L'attribuzione a L. dell'ordinamento spartano si stabilizzò tuttavia solo nella seconda metà del sec. 5º, e le stesse notizie sulla sua vita sono invenzioni o induzioni. Si disse che aveva viaggiato in Creta, Egitto, Ionia e perfino in Spagna e in India, che era morto a Cirra o a Creta suicidandosi dopo aver fatto giurare agli Spartani di osservare le sue leggi fino al suo ritorno. L. aveva un tempio antichissimo a Sparta, e come un dio solare (Λυκόεργος "facitore di luce") pare debba essere considerato: a lui gli Spartani attribuirono il loro ordinamento, le cui origini si perdevano nella notte dei tempi; e poi, perdutasi la cognizione della sua originaria qualità di eroe, fu considerato un uomo. Delldi L. gli antichi ci conservano oracoli e testi in prosa (retre), tramandati oralmente. Degli oracoli, già raccolti in Eforo, il primo riconosce L. come dio, gli altri esaltano la libertà e sono di contenuto religioso e morale; tutti variamente interpolati e assai tardi, non molto anteriori al sec. 4º a. C.