Licurgo
Personaggio mitologico. Figlio di Ferete, re di Nemea nell'Argolide, ebbe da Euridice un figlio, Ofelte, chiamato anche Archemoro, cui era riservato un tragico destino.
La vicenda si legge in tutti i suoi particolari nel libro V della Tebaide di Stazio: ai sette principi argivi uniti nella spedizione contro Tebe, durante una loro sosta a Nemea, Isifile racconta di essere divenuta schiava di L. dopo la fuga da Lemno (v. ISIFILE) e di avere in custodia, in qualità di nutrice, il figlioletto del re, ancora infante; mentre si svolge tale colloquio, il bimbo, lasciato da Isifile in mezzo all'erba, viene ucciso da un serpente (vv. 505-637); appresa la morte di Ofelte, L. si abbandona alla disperazione e all'ira e, durante le esequie del figlio, vuole mandare a morte Isifile per punirla della sua colpa; ma la donna è difesa dai principi argivi e infine salvata dai propri due figli, che la riportano a Lemno (vv. 638-730).
Lo stato d'animo del re è indicato da D. col termine ‛ tristizia ' (Pg XXVI 94 Quali ne la tristizia di Licurgo / si fer due figli a riveder la madre), quando nel settimo girone del Purgatorio paragona il proprio impulso ad abbracciare il Guinizzelli all'impeto con cui i figli di Isifile corsero ad abbracciare la madre ritrovata.