LIMOSINO
(lat. Lemosinum; franc. Limousin; Lemozi nei docc. medievali)
Regione storica della Francia occidentale, il cui toponimo designava nel Medioevo la regione corrispondente all'antica diocesi di Limoges (Lemovicensis diocesis), formatasi a partire dalla circoscrizione amministrativa gallo-romana, la civitas Lemovicensis, che traeva il suo nome dall'antica popolazione gallica dei Lemovici (Aubrun, 1981, p. 69).La sede episcopale di Limoges è menzionata nel 475 da Sidonio Apollinare (Ep., VII, 6), ma la cristianizzazione della regione si era già attuata in precedenza e le fonti conservano memoria dell'attività di s. Marziale, attribuendola al sec. 3° o agli inizi del successivo (Gregorio di Tours, Hist. Fr., I, 28).Il L. fu toccato nel sec. 5° dall'espansione dei Visigoti in Aquitania (v.); territorio dell'antica provincia romana dell'Aquitania Prima, venne conquistato nel 472 (Rouche, 1977). Poco tempo dopo, con la vittoria di Vouillé nel 507, Clodoveo, re dei Franchi (482-511) integrò la regione nel regno merovingio, insieme a tutta l'Aquitania, che conobbe allora, tra i secc. 6° e 8°, un periodo travagliato; il temporaneo emergere di un 'duca' alla fine del sec. 7° attesta l'esistenza di tendenze più o meno marcatamente autonomiste. In seguito, il pericolo musulmano spinse le popolazioni dell'Aquitania a ricorrere all'aiuto di Carlo Martello (ca. 689-741). Il re dei Franchi Pipino III il Breve (714-768), instaurando la dinastia carolingia nel 751, pacificò piuttosto brutalmente l'Aquitania, lasciando il ricordo di numerose distruzioni. Carlo Magno (768-814) la eresse nel 778 a regno, affidandola a suo figlio Ludovico il Pio, futuro imperatore (814-840), e riconoscendo così un certo particolarismo regionale. Nella fase successiva, le relazioni tra i Carolingi e il L., toccato dalle incursioni normanne, si strinsero. Nel periodo della costituzione dei grandi principati feudali il L. fu riunito al principato di Tolosa, poi a quello di Alvernia, per ricongiungersi nel 927 ai domini del conte di Poitiers, nuovo duca d'Aquitania. Nel corso di un nuovo periodo di frazionamento del potere feudale, alla fine del sec. 10°, emersero i visconti di Limoges, Aubusson, Comborn, Turenne e Rochechouart; nel sec. 11° la viscontea di Comborn diede origine a quella di Ventadour, in coincidenza con la creazione della contea della Marca nella parte nordorientale della diocesi. Nuove famiglie imposero il loro potere a spese dei visconti, mentre la potenza del vescovo di Limoges non cessava di aumentare e si sviluppava la vita monastica e canonicale.Nel 1137 Eleonora d'Aquitania (ca. 1122-1204), erede del duca Guglielmo, sposò prima il re di Francia Luigi VII, detto il Giovane (1137-1180), poi, nel 1152, Enrico conte d'Angiò e duca di Normandia (1133-1189), che, divenuto re d'Inghilterra nel 1154, assunse allora il controllo dell'Aquitania. Ne nacque un conflitto che interessò il L. per tutti i secoli finali del Medioevo, giacché l'Aquitania si trovò al centro del conflitto franco-inglese. Nel sec. 14°, nel corso della guerra dei Cento anni, le bande di mercenari taglieggiarono e devastarono villaggi e campagne. Dopo il trattato di Brétigny-Calais del 1360 il L. ridivenne quasi totalmente inglese. Nel 1369 Carlo V il Saggio, re di Francia (1364-1380), scatenò nuovamente la guerra, provocando razzie e saccheggi di nuclei urbani: la Cité di Limoges venne messa a sacco nel 1370, mentre nel 1373 fu la volta di Tulle e di Brive. Il periodo successivo fu segnato da una relativa tranquillità e da uno sforzo di ristrutturazione, pur interrotto da alcune operazioni militari, finché la vittoria del 1453 sottomise definitivamente il L. e, più in generale, l'Aquitania, all'amministrazione regia.Nel corso del sec. 14° la Chiesa limosina trasse beneficio dal trasferimento della corte papale ad Avignone: tre pontefici originari del Basso L. favorirono la loro regione d'origine, assicurando ai propri compatrioti prestigiose carriere ecclesiastiche. Durante il periodo avignonese la diocesi di Limoges fu oggetto di un limitato smembramento: il papa Giovanni XXII (1316-1334), erigendo l'abbazia di Saint-Martin a Tulle a sede episcopale, le assegnò la giurisdizione su una cinquantina di parrocchie della parte meridionale della diocesi di Limoges, che ne contava fino allora più di novecento ed era una delle sedi vescovili più grandi di Francia. L'od. regione del L. corrisponde peraltro in gran parte a questa antica diocesi, che comprendeva anche, oltre ai tre dipp. Haute-Vienne, Creuse e Corrèze, i territori circostanti Confolens (dip. Charente) e Nontron (dip. Dordogne). Questa entità geografica risultava abbastanza coerente, poiché era limitata verso E dal Massiccio Centrale, di cui costituiva l'estrema propaggine: si tratta in effetti di un insieme di pianori cristallini e metamorfici, delimitati sugli altri tre lati, verso N, O, S, da fiumi o da spartiacque e attraversati da un corso d'acqua principale, il fiume Vienne.Di fatto, non esistono fonti importanti per la storia artistica della regione. Molte cronache, per la maggior parte redatte nell'abbazia di Saint-Martial a Limoges, permettono di individuare, spesso non senza difficoltà, la costruzione di alcune chiese nel Medioevo, ma i criteri d'approccio nei confronti dei monumenti sono più spesso di ordine stilistico. L'architettura civile e militare è ancora meno documentata dell'arte religiosa.L'epoca tardoantica e l'Alto Medioevo non hanno quasi lasciato traccia di sé nel Limosino. La distribuzione delle parrocchie in quest'epoca è stata studiata grazie soprattutto all'indagine sulle dedicazioni e sulla toponomastica (Aubrun, 1981). Per questo periodo sono inoltre bene attestate diverse abbazie: la comunità di canonici a Saint-Junien nell'omonima collegiata, nell'antico territorio di Comodoliacum, risalirebbe a una fondazione del sec. 6° a opera dei ss. Amando e Giuniano. Dedicato a s. Andrea, il primitivo oratorio venne in seguito consacrato a s. Giuniano, che vi era stato tumulato. Alcuni resti di una costruzione dotata di un'abside orientata, scoperti nel 1923, sono stati interpretati come appartenenti forse a un edificio carolingio. Situati anch'essi lungo il fiume Vienne, il Saint-Etienne a Eymoutiers (dip. Haute-Vienne) e la collegiata di Saint-Léonard-de-Noblat (dip. Haute-Vienne) potrebbero aver avuto un'analoga origine. La collegiata (Eglise du Moutier) a Saint-Yrieix-la-Perche (dip. Haute-Vienne) fu una delle prime fondazioni monastiche nel L. del sec. 6°, voluta da s. Aredio (m. nel 591) nei suoi possedimenti di Attanum, dove pare volesse introdurre uno stile di vita monastica di ispirazione irlandese. Anche Solignac (dip. Haute-Vienne), antico possedimento reale (Solemniacum), donato dal re dei Franchi Dagoberto I (623-639) a s. Eligio intorno al 630, accolse una comunità che adottava i precetti di s. Colombano. Il monastero era dotato di due santuari, il primo dedicato a s. Pietro e l'altro alla Vergine.Nella parte settentrionale della diocesi, la chiesa di Saint-Sylvain ad Ahun (dip. Creuse) potrebbe risalire alla fondazione da parte di un ipotetico eremita chiamato Silvano. Il più antico luogo di culto di Evaux-les-Bains (dip. Creuse) fu una creazione dell'eremita Mariano, attestata da Gregorio di Tours (De gloria confessorum, 80). Le indagini archeologiche condotte a Toulx-Sainte-Croix (dip. Creuse), sito di un importante incrocio di vie di comunicazione, hanno riportato alla luce, oltre a sarcofagi merovingi, i resti di un edificio quadrangolare dotato di due bacini, per il quale è stata suggerita l'ipotesi di una destinazione battesimale (Barrière, 1987); resti di epoca anteriore al Mille sono stati rinvenuti a Toulx-Sainte-Croix anche sotto l'antica cappella di Saint-Martial (Dussot, 1988). A La Souterraine (dip. Creuse), che dipendeva dall'abbazia di Saint-Martial a Limoges, due piccole sale che prolungano la cripta della chiesa attuale di Notre-Dame-de-l'Assomption potrebbero essere pertinenti a una sistemazione di epoca preromanica. Anteriormente all'anno Mille sono attestate anche la collegiata di Saint-Pierre a Le Dorat, l'antica Scotorium (dip. Haute-Vienne), e una necropoli (Barrière, 1987).Nella parte meridionale della diocesi, l'abbazia di Saint-Pierre a Beaulieu-sur-Dordogne (dip. Corrèze) venne fondata intorno all'860; i muri di tracciato curvilineo appartenenti a un'abside ritrovati nel corso degli scavi sarebbero relativi alla prima chiesa. Il castrum merovingio di Uzerche (dip. Corrèze), sorto su un incrocio di assi stradali, è stato oggetto di indagini archeologiche che hanno riportato alla luce, in prossimità della chiesa di Saint-Pierre, resti databili all'epoca tardoantica. L'antico vicus romano e merovingio di Brive-la-Gaillarde (dip. Corrèze), anch'esso posto a ridosso di un nodo stradale, costituisce senza dubbio uno dei siti altomedievali limosini meglio conosciuti, con le sue tre chiese: Saint-Pierre, Saint-Sernin e Saint-Martin. Se gli scavi archeologici condotti a Saint-Pierre non hanno portato alla scoperta di elementi di rilievo, a Saint-Sernin sono invece apparsi resti della prima chiesa. Intorno a Saint-Martin, il cui sito era legato alla presenza della sepoltura di un martire, s. Martino di Brive, detto lo Spagnolo, evangelizzatore del luogo, prosperarono una comunità di chierici e un nucleo insediativo. Un'importante indagine archeologica ha rivelato i resti combusti della basilica citata da Gregorio di Tours (Hist. Fr., VII, 10): si trattava di una piccola costruzione rettangolare con coro a terminazione rettilinea e navata semplice, ampliata una prima volta verso E nel sec. 6°, quindi verso O, con tratti di muratura di mediocre qualità. La parte orientale, di epoca merovingia, presenta una tessitura muraria a piccoli blocchi, molto accurata e ricoperta da un intonaco, bianco all'esterno e rosso all'interno, alcuni frammenti del quale recano tracce di iscrizioni. La parte occidentale potrebbe risalire al sec. 10°-11° e ha rivelato resti di un presunto fonte battesimale. In un edificio vicino, posto a E del complesso appena descritto, le basi di un ciborio testimonierebbero l'esistenza di un secondo santuario (Cantié, 1988).Lo studio dei tracciati viari antichi ancora in uso ha permesso di porre in evidenza il legame esistente tra i nuclei insediativi e gli itinerari di lungo percorso (Desbordes, 1990). Alcuni dati a proposito delle abitazioni di carattere rurale dell'Alto Medioevo sono emersi per es. nelle indagini sulla domus di Lagorse a Tarnac (dip. Corrèze) o su quella di Lontrade a Meymac (dip. Corrèze): si tratta di case assai semplici, costituite da uno o due ambienti in terra battuta (Des Gaulois à la Renaissance, 1987, p. 135).Se nel L. sono poco numerose le vestigia riconducibili all'Alto Medioevo, i monumenti di epoca romanica (secc. 11°-12°) indicano per contro una fase di espansione demografica ed economica, con il conseguente sviluppo di istituzioni monastiche e canonicali. Nell'architettura religiosa l'impiego del granito - proveniente da cave locali - implicò la sobrietà della decorazione e un effetto di potenza delle masse dai colori cupi. Lo studio monografico di molti di questi monumenti deve essere ancora affrontato - o, in qualche caso, gli studi esistenti vanno ripresi e approfonditi - e non ne è stata comunque elaborata alcuna sintesi vera e propria; ciò nonostante, e sebbene sia oggi perduta l'abbazia di Saint-Martial a Limoges, che nella seconda metà del sec. 11° dovette svolgere un importante ruolo di prototipo per la regione, è possibile individuare alcuni caratteri generali dell'architettura del Limosino.La cripta del 1030 ca. della chiesa di Saint-Pierre a Uzerche mostra caratteri vicini a quella realizzata intorno al 1020 a Chartres dal vescovo Fulberto (1006-1028). La prima fase della collegiata di Saint-Léonard-de-Noblat, a navata unica, oggi inglobata nelle costruzioni di epoca successiva, potrebbe attribuirsi alla metà del sec. 11° (Saint-Léonard-de-Noblat, 1988, pp. 29-38). La tipologia delle facciate con torre centrale porticata (tour-porche) si affermò a partire dall'11° secolo. Il tipo più complesso giunse nel L. senza dubbio tramite l'abbaziale dedicata a s. Benedetto a Saint-Benoît-sur-Loire (dip. Loiret) e poi tramite il Saint-Martial di Limoges (Vergnolle, 1994). Ne recano testimonianza la torre dell'od. parrocchiale di Saint-Pierre-et-Saint-Paul a Evaux-les-Bains (dip. Creuse) e quella dell'abbaziale di Saint-Pierre a Lesterps (dip. Charente): la prima presenta due archi su ciascun lato, al livello del portico, e un supporto centrale rettangolare delimitante due volte a botte rimaneggiate, mentre la loggia soprastante si apriva certamente sulla navata; la seconda, di grandi dimensioni, mostra tre aperture su ciascun lato, quattro pilastri quadrilobi che delimitano le tre volte a botte delle tre campate e una cappella al piano superiore, denunciando un'evidente parentela con Saint-Benoît-sur-Loire.Questa tipologia venne largamente ripresa, per es. nel Saint-Etienne a Eymoutiers, a Saint-Léonard-de-Noblat (ove è però impiantata sulla facciata nord), nell'abbaziale di Saint-André-et-Saint-Léger a Meymac e a Saint-Yrieix-la-Perche. A Saint-Pierre a Le Dorat, a Bénévent-l'Abbaye (dip. Creuse), a Saint-Junien e a La Souterraine, una tozza torre costituisce una successiva evoluzione del tipo, che perse eventuali caratteri liturgici in favore di una definizione puramente formale: la loggia scomparve. Un'elevata cupola occupa lo spazio, costituendo una sorta di "replica dell'incrocio del transetto" (Andrault-Schmitt, 1991). Questa torre di facciata faceva d'altronde eco alla torre d'incrocio. Saint-Pierre a Le Dorat ne costituisce forse il primo esempio negli anni trenta-quaranta del 12° secolo. "Integrata alla navata invece di esservi giustapposta, la tour-porche è concepita come elemento centrale e culminante di una facciata monumentale" (Vergnolle, 1994, pp. 230-231), secondo una formulazione architettonica tipica del L. che scomparve intorno al 1170.I campanili limosini si innalzano con progressive riduzioni di volume, passando dalla pianta quadrata a quella ottagonale, con l'interposizione di pinnacoli (Saint-Léonard-de-Noblat, Saint-Pierre a Uzerche) o di gradoni (Saint-Pierre a Beaulieu-sur-Dordogne, abbaziale dedicata alla Natività della Vergine ad Aubazine nel dip. Corrèze) oppure anche direttamente (Saint-Pierre a Le Dorat); i campanili gotici continuarono in seguito ad adottare tale tipologia regionale.Le piante delle chiese limosine presentano alcune varianti: in alcuni casi il coro mostra un'abside centrale fiancheggiata da due absidiole (chiesa dedicata all'Assunzione della Vergine a Le Chalard nel dip. Haute-Vienne; abbazia dell'Assunzione della Vergine a Moutier-d'Ahun nel dip. Creuse); tuttavia il tipo predominante è caratterizzato da una navata fiancheggiata da navatelle, transetto fortemente aggettante e coro a deambulatorio con cappelle radiali. L'abbaziale di Saint-Martial a Limoges poté esercitare una certa influenza, tanto sulle piante quanto sullo sviluppo degli alzati: così nel Saint-Pierre a Beaulieu-sur-Dordogne un secondo livello, nell'abside e nel transetto, prevede piccole tribune voltate a semibotte a formare una sorta di stretta galleria che si ritrova, non voltata, nel corpo longitudinale di epoca successiva; questa chiesa appare dunque come un "edificio di transizione, destinato a rimanere senza discendenza" (Vergnolle, 1994, pp. 200-201). Parallelamente, questa soluzione venne utilizzata nel coro di Sainte-Valérie a Chambon-sur-Voueize (dip. Creuse) e in quello di Saint-Léonard-de-Noblat (allo stato di tracce).Agli inizi del sec. 12° la ricerca di unitarietà dello spazio interno condusse in qualche caso o a ridurre le dimensioni delle navate laterali, assai strette come a Saint-Junien, o a creare una navata centrale coperta da volta a botte acuta, fiancheggiata da volte a botte trasversali sulle navatelle (Saint-Gaucher ad Aureil nel dip. Haute-Vienne; Saint-Etienne a Eymoutiers; Saint-Eutrope a Les Salles-Lavauguyon nel dip. Haute-Vienne). Quanto alla chiesa abbaziale di Saint-Pierre a Solignac, essa adotta la formulazione tipica dell'Aquitania con una navata unica coperta da una serie di cupole su pennacchi. Le abbaziali specificamente legate a un ordine monastico presentano invece alcune particolarità: l'abbaziale cistercense di Aubazine - ove si conservano alcune vetrate a grisaille - adattò i criteri dell'Ordine agli usi regionali. La chiesa dell'abbazia di Grandmont presso Limoges, scomparsa, dovette certamente esercitare una notevole influenza sulle costruzioni dei priorati dell'Ordine.La scultura architettonica venne fortemente influenzata dal materiale utilizzato: granito di estrazione locale o calcare di importazione. Il timpano del portale meridionale dell'abbaziale di Saint-Pierre a Beaulieu-sur-Dordogne, databile intorno al 1120-1130, e quello di Saint-Marcel a Lagraulière (dip. Corrèze) denunciano influssi dal Sudovest. A Beaulieu la decorazione è incentrata sulla Parusia di Cristo alla fine dei tempi, immediatamente prima del Giudizio universale; anche le pareti laterali del portico sono istoriate, come in Saint-Pierre a Moissac (dip. Tarn-et-Garonne), e introducono al tema del timpano tramite la figura di Daniele e le Tentazioni di Cristo; la parentela stilistica con Moissac è reale, anche se comporta qualche differenza (Vergnolle, 1994, p. 247). Per mettere in risalto l'entrata, un'altra soluzione particolarmente diffusa nel L. consisteva nel circondarla di archivolti polilobati, come nell'esempio della collegiata di Saint-Pierre a Le Dorat.Per quanto riguarda gli arredi scolpiti nella collegiata di Saint-Junien, la tomba del santo, sarcofago-reliquiario realizzato dopo il 1100 (come testimonia un'iscrizione), presenta un'iconografia suddivisa sulle diverse facce, ispirata anch'essa al tema della Parusia, cui si associa quello della Vergine con il Bambino (Fage, 1921).Della decorazione pittorica, conservatasi raramente nelle chiese limosine, è stato recentemente offerto un saggio dalla scoperta, avvenuta nel 1986 nella chiesa di Saint-Eutrope a Les Salles-Lavauguyon, di un notevole complesso di dipinti murali ad affresco, databili agli inizi del sec. 12°, che illustrano l'Antico e il Nuovo Testamento, alcune vite di santi e i Vizi; la parentela stilistica con la regione centro-occidentale della Francia (Poitou) vi si rivela con grande chiarezza (Mester de Parajd, 1987).La fase di espansione dell'epoca romanica non mancò di avere conseguenze sul tessuto urbano di alcune città del L., la topografia delle quali risulta perciò legata allo sviluppo delle istituzioni monastiche a partire dall'11° secolo. Le città di Brive-la-Gaillarde, Saint-Yrieix-la-Perche, Saint-Léonard-de-Noblat e Saint-Junien si organizzarono intorno all'abbazia centrale, verso cui convergevano le vie principali (Lavedan, Hugueney, 1974, pp. 35-36). L'architettura civile è testimoniata da numerose mottes che, in qualche esempio, come a Dognon, sono state oggetto di indagini archeologiche. Esistevano anche mottes multiple su di un medesimo sito (La Tour-Saint-Austrille). A partire dalla fine del sec. 12° si svilupparono altri tipi di residenze signorili, piccole cinte murarie, donjons in pietra (per es. Echizadour), residenze fortificate (Des Gaulois à la Renaissance, 1987, pp. 161-174). Anche l'esistenza di vere e proprie fortezze, più volte rimaneggiate, rivela l'importanza delle famiglie vicecomitali (per es. a Rochechouart presso Saint-Junien, a Turenne presso Collonges-la-Rouge, a Ventadour presso Tulle) o la potenza del vescovo di Limoges, testimoniata ancora dagli imponenti resti del castello di Chalucet. Crozant nella Marca, a N del L., apparteneva ai Lusignano e presenta due cinte murarie e tre corti.Il tipo degli insediamenti rurali è conosciuto attraverso alcune indagini archeologiche, come quella condotta a Bourg-le-Bec nel Comune di Gourdon-Murat (dip. Corrèze), che ha riportato alla luce abitazioni assai semplici scavate nel granito, collegate tra loro da gallerie coperte. In altri casi una corte comune (couderc) era circondata da una serie di ambienti annessi, come nel Grand Chez di Aix-sur-Sarsonne (dip. Corrèze); compaiono sovente come vani accessori silos di forma ovoidale e gallerie sotterranee. Pali e graticci per i muri, rami di ginestra, assicelle e stoppie per le coperture costituivano i materiali da costruzione essenziali (Des Gaulois à la Renaissance, 1987, pp. 135-140).La fine del Medioevo è caratterizzata nel L. dalla sporadicità delle costruzioni religiose e, per contro, dallo sviluppo dell'architettura civile e militare. La congiuntura politica di questa regione, coinvolta nella tempesta delle guerre franco-inglesi, le difficoltà economiche e le conseguenze della peste valgono a spiegare tale fenomeno. Eccezion fatta per Limoges, nel L. le imprese architettoniche gotiche sono rare e vi si colgono in maniera sporadica le influenze delle regioni occidentali (Loira, Aquitania).Gli inizi dell'architettura gotica sono illustrati precocemente, nel 1181, a Saint-Yrieix-la-Perche nello stile plantageneto: navata unica con due livelli separati da un passaggio nello spessore del muro (coursière) e volte ogivali fortemente bombate poggianti su robusti pilastri che restringono lo spazio (Andrault-Schmitt, 1993). Il corpo longitudinale di Saint-Martin a Brive-la-Gaillarde, del tipo 'a sala' con volte ogivali, presenta un passaggio in spessore di muro tra i due livelli dei muri delle navate laterali e ricorda per certi punti di vista la cattedrale di Saint-Pierre a Poitiers, nel Poitou (dip. Vienne). Alcune chiese romaniche vennero dotate in questa fase di una copertura in stile gotico, sia che si trattasse del completamento di lavori intrapresi in precedenza, sia di ricostruzioni, come nel caso della cattedrale di Saint-Martin a Tulle (dip. Corrèze); gli ordini superiori del campanile di quest'ultimo edificio vennero ripresi nei secc. 13° e 14° e anche il coro della collegiata di Saint-Etienne a Eymoutiers venne ricostruito alla fine del Medioevo. Ciò nonostante, le soluzioni architettoniche gotiche furono accolte solo in maniera episodica nel L., regione in cui l'arte romanica contava su una fortissima tradizione.Non restano testimonianze - fatta ancora eccezione per Limoges - di decorazioni scultoree di ampio respiro riferibili a questo periodo, a parte il monumento funebre, della fine del sec. 13°, di s. Stefano di Aubazine nell'abbaziale di Aubazine. I conflitti che caratterizzarono la fine del Medioevo spiegano come gli sforzi costruttivi si siano incentrati in questa fase sull'architettura militare, nella ricostruzione tanto di semplici residenze fortificate quanto di imponenti fortezze, come Lastours e Montbrun, entrambe presso Châlus, Ventadour e il formidabile rifugio di Chalucet, che senz'altro dovette molto a Carlo V (Limousin, 1984, p. 48).Lo sviluppo urbano fu caratterizzato in questa fase dalla continuità del processo di espansione dei borghi e dalla ricostruzione delle abitazioni, le cui vestigia più antiche risalgono agli anni iniziali del sec. 14°, come a Saint-Léonard-de-Noblat; le case occupavano particelle di terreno rettangolari assai strette, lasciando sul retro un piccolo spazio a cielo aperto. Dal punto di vista tipologico, queste case prevedevano un solo corpo di fabbrica, con un ambiente cantinato e due piani, con finestre gemine ad arco acuto, sottolineate all'esterno da una modanatura a doppio cordone; il piano terreno, che si apriva sulla strada per mezzo di grandi archi, era adibito alle attività commerciali o artigianali, mentre il piano superiore era destinato ad abitazione (Saint-Léonard-de-Noblat, 1988, pp. 67-74).Ponti a uno o più fornici scavalcavano i numerosi corsi d'acqua della regione: ne rimangono ca. una dozzina medievali, tra i quali il ponte dei Bonshommes a Bessines (dip. Haute-Vienne), costruito nei secc. 12°-13° dai monaci dell'Ordine di Grandmont, il ponte di Saint-Léonard-de-Noblat, edificato intorno al 1270 sulla strada che conduceva da Vézelay a Santiago de Compostela, il ponte Vecchio, dei secc. 13°-14°, di Pierre-Buffière (dip. Haute-Vienne) e il ponte Rotto a Solignac (Blanchard, 1990).Oltre al Mus. Mun. de l'Evêché di Limoges, che conserva collezioni archeologiche provenienti dal L., opere antiche e medievali sono raccolte a Brive-la-Gaillarde (Mus. Labenche) e a Guérêt (Mus. de la Sénatorerie).
Bibl.:
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