AMARICA, LINGUA e letteratura
La lingua amarica è parlata nell'Abissinia centrale, meridionale ed occidentale, e precisamente in Amhara (donde trasse il nome), Scioa, Lasta, Beghemder, Dembià, Semién, Goggiàm e Damot. Appartiene alla famiglia semitica, derivando dall'etiopico antico o da un suo dialetto; ma ha subito forti alterazioni nella fonetica, nella morfologia e nella sintassi, e forti infiltrazioni cuscitiche nel suo lessico. Ragioni politiche la resero, da secoli, la lingua ufficiale; ma essa non ebbe se non limitatissimo impiego letterario fino a tempi recentissimi, sebbene da molto sia adoperata nella corrispondenza epistolare. La letteratura amarica ha i suoi primi documenti (canti in onore di re) nel sec. XIV. Nel sec. XVII ebbe un piccolo svolgimento, in relazione alle lotte religiose fra cattolici e monofisiti, o tra i varî partiti monofisiti; ma soltanto in questi ultimi anni, per influenza delle nuove correnti politiche a tendenza nazionalista, ha ricevuto un impulso abbastanza vivace, mercé libri e giornali, che si stampano in Addìs Abebà. Finora non conta nessuna opera di vera importanza. Il termine amarigna, col quale questa lingua è anche designata, è tratto dalla stessa lingua così chiamata e vuol dire "amarico" (v. etiopia).
Bibl.: Armbruster, Initia amarica, Cambridge 1909-1920; O. I. Eadie, An amharic Reader, Cambrdige 1924; I. Guidi, Gramm. elem. della lingua amarica, 3ª ed., Napoli 1924; Fr. Praetorius, Die amharische Sprache, Halle 1879. Sulla letteratura, C. Conti Rossini, Note per la storia lett. abiss., in Rend. Acc. Lincei, Roma 1899.