LIONE
(lat. Lugdunum; franc. Lyon)
Città della Francia centromeridionale (dip. Rhône), L. sorge alla confluenza della Saona con il Rodano, in posizione particolarmente favorevole ai traffici commerciali.La città romana fu fondata nel 43 a.C. sul luogo di un villaggio celtico; eretta subito a capitale della Gallia Lugdunensis, si sviluppò soprattutto nei secc. 1° e 2°, divenendo sede di una delle più antiche comunità cristiane della regione e mantenendo un ruolo di rilievo fino alla metà del sec. 5°, quando, in rapida successione, la occuparono prima gli Unni, quindi i Visigoti e infine i Burgundi.L'antica colonia romana aveva mutato profondamente aspetto tra il sec. 3° e il 5°: il nucleo insediativo si era spostato, le colline di Saint-Just e della Croix-Rousse erano state abbandonate ed era abitata solo la pianura, costituita dalla riva destra della Saona e dalla c.d. penisola. L. non dovette comunque ridursi a un modesto insediamento intorno al gruppo episcopale, giacché è difficile immaginare la costruzione di edifici di grandi dimensioni e la continuità delle tecniche romane in una città pressoché totalmente spopolata. Le notizie fondamentali desumibili dalle fonti derivano dai testi di Sidonio Apollinare, che visitò L. nel 469 e che cita alcuni monumenti, come il gruppo episcopale e la chiesa di Saint-Just; questi siti sono noti grazie a indagini archeologiche condotte nel corso degli anni Settanta, che hanno riguardato anche Saint-Laurent di Choulans; altri scavi sono stati eseguiti recentemente nell'area urbana.Il complesso episcopale costruito dal vescovo Paziente, di cui si conosce solo un frammento dell'abside, appariva a Sidonio Apollinare (Ep., II, 10) come un edificio di grandi dimensioni, preceduto da un atrio e riccamente decorato da colonne di marmo, da lacunari dorati e da mosaici dai freschi colori. L'adiacente battistero, dedicato a s. Stefano e dotato di una vasca ottagonale, è a pianta rettangolare con absidiola orientata. Una sala riscaldata si sviluppava verso N, sul sito ove sorse in seguito una seconda chiesa. L'insieme venne costruito a O di un muro abbastanza robusto che fiancheggiava la Saona, ipoteticamente interpretabile come banchina o muro di cinta.Gli scavi nell'area urbana hanno messo in luce strutture collegate a un impianto termale e alcune sale riscaldate, un atrio a peristilio, che la vicinanza al gruppo episcopale spinge a inglobare nella domus ecclesiae, nonché altre costruzioni di buona qualità, con muri in pietra e pavimentazioni in cocciopesto.Sulla collina di Saint-Just e di Saint-Irénée si estendeva una vasta necropoli cristiana; è in questo sito che Sidonio Apollinare (Ep., V, 17) ambienta la celebrazione dell'anniversario della morte di s. Giusto, in una basilica di grandi dimensioni e dotata di criptoportici, ma comunque troppo piccola per l'alto numero di pellegrini convenuti. Sul sito sono state individuate due antiche basiliche anteriori al 469: la prima chiesa di Saint-Just, ampliata successivamente con la costruzione di un grande transetto concluso da un'abside poligonale, verso O presentava una galleria sotterranea che evoca i criptoportici appena citati; all'estremità dei bracci del transetto alcune cripte ospitavano senza dubbio i corpi dei vescovi di Lione.Si ignora quasi tutto del sito di Saint-Irénée, dove comunque sono stati rinvenuti molti livelli di sepolture a S della chiesa odierna e un'abside antica sotto la cripta attuale. Da Saint-Irénée e da Saint-Just provengono alcuni frammenti di bassorilievi o di iscrizioni, spesso decorati (Saint-Irénée, cripta; Mus. de la Civilisation Gallo-Romaine).Agli inizi del sec. 6° risale la basilica di Saint-Laurent, di grandi dimensioni (lunghezza m. 50), articolata in tre navate, con transetto tripartito, abside semicircolare fiancheggiata da due ambienti annessi e portici laterali. Tombe di forma trapezoidale erano collocate nelle navate minori e nei portici laterali.I principi burgundi ebbero probabilmente un ruolo di mecenati per le costruzioni religiose: la regina Caretena avrebbe per es. fatto costruire la chiesa dedicata ai santi angeli, divenuta in seguito Saint-Michel d'Ainay.Nel 535 L. perse il ruolo di capitale, pur conservando gli aspetti essenziali delle sue funzioni religiose. Gregorio di Tours, nipote del vescovo Nicezio, fornisce preziose informazioni su quest'epoca.Il gruppo episcopale subì alcune modifiche (ricostruzione dell'abside di Saint-Jean, riduzione della vasca del battistero); per Saint-Irénée, Gregorio di Tours (De gloria martyrum, 49) cita una crypta, che peraltro non trova riscontri nei dati attuali. Sulla riva del fiume, la necropoli di Choulans continuò a essere utilizzata e numerose iscrizioni, in qualche caso decorate, risalgono al 7° secolo.Nella c.d. penisola alcune tombe vennero installate al centro di un rado abitato (indagini archeologiche nell'area dei Celestini) e questo dato potrebbe indicare una nuova diminuzione della popolazione e la costruzione di una chiesa funeraria sotto quella attuale di Saint-Nizier. Quest'ultima corrisponderebbe alla basilica dedicata ai martiri locali, costruita dai cristiani di L. per ospitarne appunto le ceneri; vi sarebbe stato sepolto anche il vescovo Nicezio, a cui l'edificio sarebbe stato ben presto intitolato. Una struttura a pianta quadriloba era stata costruita a E del capocroce, in epoca carolingia (Hubert, 1953) o forse ancora prima, se si ritiene che essa dovesse ospitare, già nel sec. 6°, le spoglie dei vescovi di Lione.All'epoca del re franco Childerico II (662-675) fu costruito un ospedale, di cui si ignora l'ubicazione, e ancora nel sec. 7° venne fondato il monastero delle Dame di s. Pietro, a N della c.d. penisola.La prima metà del sec. 8° fu segnata dagli sconvolgimenti legati al passaggio dei musulmani e delle truppe di Carlo Martello. Lo stato di abbandono di una parte della città alla metà del secolo è suggerito dalla lettera del vescovo Leidrado a Carlo Magno, che menziona come ricostruita o riparata la maggior parte delle chiese di L.: la maxima ecclesia dedicata a s. Giovanni Battista (ne è stato rinvenuto l'emiciclo absidale) e la chiesa intitolata a s. Stefano, ormai riservata ai canonici. Non viene citata invece quella dedicata alla Santa Croce, della quale sono peraltro note l'esatta ubicazione, al di sotto dell'omonima chiesa gotica, e una parte dell'alzato, caratterizzato dall'impiego di conci di laterizio e di pietra alternati. Leidrado ignora anche le chiese intitolate a s. Ireneo e a s. Giusto, riunite peraltro in una stessa collegiale di canonici: a Saint-Just l'elemento essenziale dei lavori consistette nella costruzione di una cappella a E dell'abside poligonale. Il vescovo cita invece la chiesa dedicata a s. Giorgio, che senza dubbio sostituì un monastero femminile, quella dei Canonici di s. Paolo, la chiesa di Saint-Nizier e quella del monastero dell'Ile-Barbe, che ospitava un centinaio di monaci, di cui non si sa nulla. È documentata anche l'esistenza del monastero benedettino di Ainay e della chiesa di Saint-Laurent, posta fuori dalle mura. La trasformazione più grande consisté nella creazione di un collegio di canonici per i quali vennero costruiti un chiostro e degli edifici comunitari, del tutto scomparsi.Leidrado cita anche la costruzione di una casa, o palazzo, destinata a ospitare l'imperatore. Un solo edificio, la Manécanterie, presenta resti pertinenti a quest'epoca: due livelli di aperture al di sopra di un grande arco a conci di pietra e laterizi alternati. Nelle vicinanze, gli scavi condotti in Rue Carriès hanno restituito interessanti dati a proposito di un rinnovamento nelle tecniche costruttive dell'edilizia civile (impiego della malta come legante nei muri).La decorazione delle chiese sopravvive solo nei frammenti di recinzioni (Saint-Irénée, cripta; Mus. Historique de Lyon). Alcuni testi di Floro di L. (Carm., XX) sembrano indicare la presenza di pitture o di mosaici nell'abside della chiesa dedicata a s. Stefano. Per quanto riguarda invece la miniatura, lo scriptorium della cattedrale produsse numerosi manoscritti decorati; la Bibl. Mun. ne conserva alcuni, insieme a esemplari provenienti dall'Ile-Barbe. La loro decorazione, piuttosto sommaria sia per l'epoca merovingia sia per quella carolingia, è limitata ad alcune iniziali.L'architettura e la scultura romaniche sono certamente meglio rappresentate; del sec. 11° rimangono solo la cappella di Sainte-Blandine d'Ainay e alcune vestigia e sculture dell'Ile-Barbe. A Sainte-Blandine la pianta della cappella rientra ancora nella tradizione altomedievale, con navata unica e coro quadrato: la volta dell'abside è originale e la base quadrata è legata alla calotta attraverso due trombe di un tipo che sembra preparare la cupola di Saint-Martin d'Ainay. Della chiesa di Saint-Loup dell'Ile-Barbe, pressoché interamente distrutta nel corso della Rivoluzione francese, rimangono solo il muro della facciata del braccio sud del transetto, la cui superficie interna presenta un'alternanza di archi spezzati e a tutto sesto, e pochi resti della sala capitolare, che escludono qualsiasi influsso della prima arte romanica meridionale e suggeriscono invece collegamenti con la regione del Forez e il centro della Francia. Per quanto riguarda la scultura, i capitelli del coro di Sainte-Blandine, dalla decorazione a intrecci, sono vicini a quelli di Saint-Romain-le-Puy (dip. Loire), mentre le mensole a cupola e a ricciolo appaiono accostabili a esempi della Francia centrale; i capitelli a intrecci dell'IleBarbe sono invece prossimi a quelli più antichi di Conques; i bassorilievi dell'Ile-Barbe, in cui si riconoscono alcuni segni dello Zodiaco o animali fantastici, sono databili all'ultimo terzo dell'11° secolo.Gli scavi permettono di seguire l'evoluzione del gruppo episcopale, che venne profondamente rimaneggiato nel corso del sec. 11°; l'abside di Saint-Jean fu ricostruita all'epoca del vescovo Gaucerand: essa è dotata di un banco per il clero e vi si individua ancora il posto della cattedra episcopale. Saint-Etienne, chiesa dei canonici, presenta tre absidiole a terminazione rettilinea - che costituiscono un segno di arcaismo -, un transetto aggettante, un corto corpo longitudinale e un portico. Della chiesa dedicata alla Santa Croce sono stati portati alla luce una grande abside semicircolare, un passaggio dietro il muro che fiancheggiava la Saona e tre navate senza transetto.Al sec. 12° vanno ascritte le chiese di Saint-Martin d'Ainay, Notre-Dame dell'Ile-Barbe, Saint-Just, Saint-Pierre e Saint-Paul. La chiesa di Saint-Martin del monastero di Ainay può essere datata all'epoca della consacrazione da parte del papa Pasquale II nel 1107. Essa presenta in pianta una terminazione a tre absidi, che richiama quella di Saint-Etienne (le due absidiole laterali sono a terminazione rettilinea), il transetto è appena sporgente e le tre navate terminano in un portico-campanile sormontato da un tetto piramidale. L'interno è stato radicalmente modificato nel sec. 19° e a fatica si ricostruisce un alzato di tipo basilicale con un doppio colonnato e una copertura a tetto al di sopra di tre navate pressappoco della stessa altezza: una forma di conservatorismo che suggerisce l'influsso di edifici paleocristiani. Per contro, la cupola su arcate avrebbe potuto servire da modello per Saint-Philibert di Tournus e per la cattedrale di Le Puy. Si nota una certa ricercatezza nella decorazione dei pilastri dell'abside e nelle scene istoriate dell'entrata del coro, ove due bassorilievi illustrano la lotta tra il bene e il male (Caino e Abele, S. Michele Arcangelo che atterra il drago, Adamo ed Eva) e l'annuncio della redenzione (S. Giovanni Evangelista, Annunciazione, Tetramorfo).A Notre-Dame dell'Ile-Barbe la pianta è più semplice: una navata unica, una campata di coro sormontata da un campanile e un'abside. Risulta invece difficile la datazione, oscillante tra una piuttosto alta, prossima a quella di Ainay, e una più bassa, giustificata dal confronto con il vicino donjon di Saint-Cyr. In città le chiese di Saint-Pierre e di Saint-Paul sono invece piuttosto tarde. Della prima, molto restaurata, è conservato il portale occidentale con slanciati capitelli a canestro e realistiche figure umane, vicine ad alcune realizzazioni del Tricastin (ultimo terzo del sec. 12°); a tali realizzazioni si connettono i due capitelli dell'antica cappella di Fourvière. Anche Saint-Paul ha subìto numerosi restauri, spesso vere e proprie mutilazioni; l'influsso paleocristiano è sensibile nella pianta, che riproduce pressoché esattamente quella di Saint-Just, nelle absidi poligonali così come nell'utilizzo di corsi di mattoni per gli alzati. La navata centrale, coperta di volte a crociera, ricorda Saint-André-le-Bas di Vienne e il portale settentrionale è vicino all'arte romanica meridionale, per es. alla porta di Francia di Nîmes.A Saint-Just le indagini archeologiche hanno evidenziato due campagne costruttive: le fondazioni molto potenti, ma non condotte a termine, di una terminazione a cappelle radiali che lascia il posto a una pianta più classica con abside semicircolare, con transetto sporgente - fiancheggiato da cappelle orientate a terminazione rettilinea - vicino a quello della cattedrale di Ginevra. Questo edificio, che venne distrutto nel 1562, è raffigurato in una pianta della metà del sec. 16° (Arch. mun.).Nella cattedrale di Saint-Jean il capocroce venne ricostruito negli anni 1170-1180, in uno stile ancora romanico. All'esterno si nota il reimpiego di blocchi di epoca romana, spesso rilavorati a bugnato, che all'interno sono lucidati a imitazione del marmo. Questo conservatorismo è, secondo studi recenti (Reveyron, 1992), segno di quel ritorno all'Antichità cristiana che sembra caratterizzare tutto il sec. 12° lionese. Nell'alzato sono individuabili alcune innovazioni, quali l'utilizzo di volte ogivali nelle cappelle laterali del coro, e alcune influenze esterne, come nei transetti assai aggettanti e provvisti di torri alle estremità dei bracci. La decorazione scolpita è piuttosto varia, con un'iconografia orientale nei capitelli dell'arco absidale (Magi a cavallo, Bagno del Bambino) e un influsso delle botteghe di Vienne nei mascheroni al di sopra dei pilastri. È evidente l'influenza italiana in alcune decorazioni incise e incrostate con mastice rosso, come a Saint-André-le-Bas di Vienne. La sola vetrata romanica di L. è ancora in situ nella cappella nordorientale della cattedrale; assai restaurata, raffigura i Ss. Pietro e Paolo ed è caratterizzata da tonalità gialle e verdi.La Manécanterie, a S della facciata di Saint-Jean, è il solo edificio civile la cui costruzione risalga all'epoca romanica. In origine refettorio dei canonici, divenuta in seguito cantoria, essa possiede una decorazione ad arcate e capitelli; questi ultimi, di uno stile piuttosto rigido, potrebbero risalire al primo terzo del sec. 12°, mentre alcune statue raffiguranti forse le Arti liberali, poste sotto gli archi, sarebbero probabilmente state aggiunte alla metà del secolo (Lassalle, 1962).L'arte gotica è rappresentata a L. sia dalla cattedrale di Saint-Jean, ove proseguirono i lavori, sia da Saint-Nizier, la collegiata dei mercanti che venne ricostruita, sia dalla chiesa dei Francescani.Il capocroce di Saint-Jean fu sopraelevato di un piano dotato di profonde nicchie e coperto con volte ogivali; nella prima metà del sec. 13° vennero costruite anche due campate del corpo longitudinale, che si distinguono per l'utilizzo di volte ogivali esapartite, arcaismo che si ritrova nella Francia orientale e in Svizzera. Durante il concilio del 1274 la terza campata era in corso di completamento; l'ultima, verso O, la cui costruzione venne avviata sotto l'arcivescovo Pietro di Savoia (1308-1322), ripropone le medesime soluzioni architettoniche, ma presenta una decorazione più abbondante.La grande ricchezza della cattedrale deriva dalle vetrate, anche se è stato dimostrato (Grodecki, Brisac, 1984, p. 86) che esse furono fortemente restaurate nel 19° secolo. Le sette lancette dell'abside, realizzate all'inizio del sec. 13°, si dispongono intorno alla vetrata centrale dedicata alla Redenzione. In tali vetrate si coglie una doppia influenza: una bizantineggiante, come nella Bibbia di L. (Bibl. Mun., 410), della fine del sec. 12°, e una dell'Ile-de-France, che diviene preponderante nei rosoni del transetto, realizzati alla metà del sec. 13° e assai ben conservati; in quello settentrionale compare la Chiesa trionfante, circondata dagli angeli buoni e dagli angeli ribelli, in quello meridionale la Colomba dello Spirito Santo circondata da medaglioni con scene dell'Antico e del Nuovo Testamento.Sulla facciata occidentale vanno ricordati i medaglioni scolpiti a partire dal secondo decennio del 14° secolo. Vi si trovano raffigurate immagini della Bibbia insieme a motivi decorativi, vegetali e animali, in uno stile semplice ma vivace ed evocativo; il rosone venne invece iniziato solo nel 1399. L'arte gotica termina nella cattedrale con la cappella dei Borboni, capolavoro del Gotico flamboyant, realizzata dal cardinale di Borbone a partire dal 1486.Situata a N di Saint-Jean, la chiesa di Saint-Etienne venne ampliata nel sec. 13° con la costruzione di tre navate; la chiesa della Sainte-Croix fu riedificata nel 1450 sulle antiche fondazioni in uno stile assai semplice. Nella c.d. penisola, la chiesa di Saint-Nizier, cominciata nel sec. 13° secondo una pianta e un alzato assai tradizionali, venne portata a termine alla metà del 15° e le sue parti alte appartengono al Gotico flamboyant, in particolare il triforio ad archi carenati. La costruzione della facciata proseguì nel sec. 16° con il portale centrale e nel 19° con la torre settentrionale. La chiesa dei Francescani, edificata tra i secc. 13° e 15°, è la sola sopravvissuta di quelle degli Ordini mendicanti installatisi nella c.d. penisola. Mentre la facciata è stata ricostruita nel sec. 19°, l'interno ha subìto minori modifiche: vi si ritrovano le tre navate che si restringono a livello del coro e le grandi lancette dell'abside. Gli altri edifici subirono solo piccole alterazioni, come la costruzione di un campanile occidentale e di cappelle laterali a Saint-Paul.A partire dagli anni settanta del sec. 15°, L. si trasformò grazie all'afflusso di mercanti attirati dalle quattro fiere annuali. La popolazione si concentrò intorno alla cattedrale, alla testata del ponte sulla Saona, dove si installarono i locandieri e i cambiavalute (Place du Change, quartiere di Saint-Paul), nella c.d. penisola, lungo la via obliqua (Rue Mercière) che collega il ponte sulla Saona a quello sul Rodano. Tra Saint-Georges e Saint-Paul le case d'abitazione vennero edificate con due affacci, sulla strada e sulla corte; a causa della mancanza di spazi liberi si cominciò a costruire in altezza, su strette particelle di terreno. Nella c.d. penisola le congregazioni religiose occupavano grandi aree e gli spazi liberi per l'edilizia erano assai rari; solo la zona meridionale, proprietà dell'abbazia di Ainay, non venne edificata.La c.d. casa lionese, a torto definita rinascimentale, è in realtà del più puro stile gotico, con gli archi a manico di cesta e le traverse modanate; anche le gallerie non hanno nulla in comune con quelle italiane. Le case a doppio affaccio erano servite da un solo corpo-scala, spesso decorato; un vicolo o un andito permetteva di andare da una strada all'altra passando per una piccolissima corte.Nulla resta della cinta muraria della città, restaurata nel 1360: la c.d. penisola terminava verso N in corrispondenza dell'area detta dei Terreaux e le mura inglobavano la collina di Fourvière.Per quanto riguarda i musei e le collezioni di interesse medievale, L. può vantare soprattutto la presenza del Mus. Historique des Tissus, che conserva una ricchissima raccolta di tessuti decorati, sia dell'area orientale sia di quella europea; di particolare rilievo sono le collezioni di tessuti copti, bizantini e sasanidi, in larga misura provenienti da scavi archeologici nella regione egiziana, e di tessuti a destinazione liturgica del Tardo Medioevo europeo. Il Mus. des Beaux-Arts ospita interessanti collezioni di scultura (in particolare di epoca romanica e gotica), di pittura e di arti suntuarie. Pezzi scultorei del pieno e del Tardo Medioevo, per lo più pertinenti all'ambito della decorazione architettonica, sono infine conservati nel Mus. Historique de Lyon.
Bibl.:
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