Storico dell'arte italiano (Modena 1885 - Roma 1961), figlio di Adolfo. Figlio di Adolfo, intraprese la carriera universitaria, insegnando a Torino, in Francia e negli Stati Uniti. In Italia nel dopoguerra insegnò a Roma (1945-60). Tra le opere: Il gusto dei primitivi (1926), La storia della critica d'arte (ed. ingl. 1936, ed. it. ampl. 1948).
Dopo aver compiuto studi storici, fu per qualche anno nell'amministrazione delle Belle Arti (1909-14, ispettore a Venezia, poi sovrintendente a Urbino), poi (1915-31) prof. di storia dell'arte nell'univ. di Torino. Avendo rifiutato di prestare il giuramento fascista, emigrò in Francia (1932-39) e poi negli USA (1939-44), dove insegnò in varie università. Rientrato in Italia, ha insegnato nell'univ. di Roma (1945-60). Socio nazionale dei Lincei (1946).
Muovendo dallo storicismo crociano, V. ha approfondito le questioni metodologiche della storia dell'arte introducendo il concetto di gusto come elemento soggettivo di cultura figurativa (diverso dal Kunstwollen di A. Riegl, che è invece immanente alla struttura della forma artistica) e insistendo sull'importanza della storia della critica, in termini che trovano consonanza con le contemporanee ricerche di J. Schlosser. Al suo ritorno in Italia svolse un'azione decisa come sostenitore dell'arte contemporanea, e di quella astratta in particolare, esercitando una profonda influenza.
Tra le sue opere si ricordano inoltre: Le origini della pittura veneziana (1907); Giorgione e il giorgionismo (1913); Pretesti di critica (1929); Cézanne (2 voll., 1936); Archives de l'Impressionisme (2 voll., 1939); Come si guarda un quadro. Da Giotto a Chagall (ed. ingl. 1945, ed. it. 1948); Pittura contemporanea (1948); Da Manet a Lautrec (1950); Premesse teoriche dell'arte moderna (1951); Pittori italiani d'oggi (1958).