Longola di Poggiomarino
Lòngola di Poggiomarino. – Comune dell’alta valle del Sarno (Napoli), dove nel 2000 è stato scoperto accidentalmente, durante i lavori per la costruzione del depuratore delle acque reflue di Poggiomarino/Striano, un importante insediamento perifluviale, frequentato dalla media età del Bronzo (fine 15° secolo a. C.) fino alle fasi iniziali del 6° secolo a. C. Si tratta dell’unico sito palafitticolo conosciuto in questa zona, in cui erano note importanti necropoli dell’età del Ferro, ma nessun insediamento che a esse fosse legato. Fu abitato da un popolo di origine osca, i Sarrasti, e venne definitivamente abbandonato in età tardo orientalizzante, dopo avere subito alcuni cambiamenti, perché la popolazione preferì le vicine città di Pompei e Nuceria, che in quel periodo si stavano sviluppando. Le campagne di scavo, condotte in più riprese da équipe multidisciplinari, hanno rivelato le progredite conoscenze idrauliche possedute dagli abitanti del sito in un’età tanto remota. Il villaggio si estendeva, infatti, per circa 7 ettari su isolotti ricavati artificialmente in una laguna del fiume Sarno, separati tra loro da canali limitati da palizzate lignee, utilizzati sia per il drenaggio dell’acqua sia, i più grandi, come vie di trasporto e comunicazione, anche verso la fascia costiera: lo testimonia il ritrovamento di due canoe di quercia, una delle quali ancora con il suo carico a bordo. Sugli isolotti erano impiantate capanne in legno, generalmente a pianta subrettangolare, dotate di tetto a doppio spiovente e all’interno di un focolare o di un piccolo forno domestico e, in alcuni casi, all’esterno, di un forno più grande impiegato a scopo produttivo. Esse infatti non avevano solo una funzione abitativa, ma erano destinate anche alle fiorenti attività artigianali, che sono ben documentate attraverso i numerosissimi oggetti rinvenuti durante le ricerche, realizzati in metallo, osso, pasta vitrea e ambra e trovati spesso anche non finiti o mal riusciti. Del villaggio oggi rimangono le strutture in legno, appartenenti alle abitazioni, alle canoe, ai recinti, ecc.: elementi generalmente soggetti a rapido deperimento che qui, invece, la presenza di una falda freatica, che ha portato alla formazione di un ambiente anaerobico, ha consentito di conservare.