LORENZO di Bicci
Pittore fiorentino, nato verosimilmente intorno alla metà del sec. 14° e attivo fino al primo quarto del Quattrocento.L., immatricolatosi all'Arte dei medici e speziali tra il 1353 e il 1386 - nel 1355 secondo Gronau (1932-1934, p. 117, n. 3) - e documentato come pittore già dal 1370, avviò un'affermatissima bottega che protrasse la sua attività fino alla fine del Quattrocento, grazie all'opera assai feconda del figlio Bicci di Lorenzo e del nipote Neri di Bicci. La vita vasariana a lui dedicata non può dirsi particolarmente utile per ricostruirne le vicende artistiche, poiché lo storico aretino confuse sostanzialmente l'attività di L. con quella del figlio. Si rivelarono pertanto d'importanza decisiva le ricerche documentarie di Poggi (Il Duomo di Firenze, 1909, p. 108ss.) sul duomo di Firenze, che consentirono l'identificazione delle tre tavole quadrilobate con gli evangelisti Giovanni, Marco e Matteo, conservate ancora oggi nella sagrestia dei Canonici in S. Maria del Fiore, come opere del 1398 sicuramente riferibili al pittore. Nel 1385 L. risulta attivo alla loggia dei Lanzi e, nel 1387, per l'Opera del duomo, in entrambe le occasioni occupato a fornire disegni per sculture, in compagnia di Agnolo Gaddi e Spinello Aretino (Il Duomo di Firenze, 1909, nr. 53, p. 10). Nel settembre del 1399 L. fu pagato per l'esecuzione di un polittico destinato alla Compagnia della Croce in S. Stefano a Empoli, la cui parte centrale con la Crocifissione con i dolenti e la Maddalena fu identificata da Sinibaldi (1950) con la tavola oggi conservata nel locale Mus. della Collegiata di S. Andrea (Paolucci, 1985, pp. 56-57).Le opere più antiche attribuibili a L. su base stilistica - come la Madonna con il Bambino in gloria già in coll. Primoli a Roma (Boskovits, 1975, fig. 58) - documentano con chiarezza che la sua formazione artistica dovette svolgersi in ambito assai prossimo a Jacopo di Cione e, in particolare, in contatto diretto con l'anonimo Maestro dell'Altare di S. Niccolò (Boskovits, 1975, pp. 211-212, n. 55), come sembrerebbe indicare anche il passaggio di un punzone decorativo impiegato da questo artista nella bottega di L. (Skaug, 1994, pp. 150-151, 268).Databile con certezza intorno al 1380 è l'importante pala commissionata al pittore dall'Arte dei vinattieri per la chiesa di Orsanmichele a Firenze, raffigurante S. Martino in trono e due angeli (già in deposito nella chiesa di S. Niccolò a Ferraglia; Marcucci, 1965), oggi riunita alla predella con l'Elemosina di s. Martino (Firenze, Gall. dell'Accademia) e identificata per la prima volta da Cohn (1956). Essa lascia trasparire ancora chiaramente la matrice culturale orcagnesca del pittore, che tuttavia verso lo scorcio del secolo assunse sempre più accenti stilistici caratterizzati da una solida plasticità disegnativa, tali da consentire il suo inserimento a pieno titolo nell'importante tendenza neogiottesca della pittura fiorentina dell'ultimo quarto del Trecento. Nell'ambito della vasta produzione pervenuta ricollegabile a L. (Boskovits, 1975, pp. 331-336), occorre tuttavia ribadire almeno l'attribuzione del bellissimo disegno di grandi dimensioni (Firenze, Uffizi, Gab. Disegni e Stampe, 58E) con Cristo in gloria che consegna le chiavi a s. Pietro alla presenza di s. Paolo, avvicinato con dubbio a Lorenzo Monaco (Bellosi, 1978a; 1978b). Anche il bel Crocifisso di Avignone (Mus. du Petit Palais), purtroppo assai rimaneggiato, spetta senza dubbio al pittore (Laclotte, Mognetti, 1977).È da segnalare infine che opere sconosciute di L. compaiono sovente ancora oggi sul mercato antiquario: per es. la Madonna con il Bambino fra i ss. Giovanni Battista e Francesco pubblicata come opera di scuola fiorentina del 1380 ca. (Important and Fine Old Master Pictures, 1992), oppure il bel S. Lorenzo (Old Master Paintings, 1994), databile verso il 1410-1415, che lascia intendere nell'artista, giunto ormai al termine del suo percorso, la disponibilità a interpretare le raffinate cadenze ritmico-lineari introdotte nell'ambiente fiorentino al principio del Quattrocento da Gherardo Starnina.
Bibliografia:
Fonti. - G. Vasari, Le Vite de' più eccellenti pittori scultori ed architettori, a cura di G. Milanesi, IV, Firenze, 1879, pp. 49-60; id., Le Vite, II, 1967, pp. 315-322.
Letteratura critica. - Il Duomo di Firenze, a cura di G. Poggi, Berlin 1909 (rist. anast. a cura di M. Heines, 2 voll., Firenze 1988); G. Gronau, s.v. Bicci, in Thieme-Becker, III, 1909, pp. 604-606; Van Marle, Development, III, 1924, pp. 573-574; D.E. Colnaghi, s.v. Lorenzo di Bicci, in id., A Dictionary of Florentine Painters from the 13th to the 17th Centuries, London 1928, pp. 41-43; M. Salmi, Due tavole di Lorenzo di Bicci, RivA 12, 1930, pp. 81-85; B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance, Oxford 1932, p. 82 (trad. it. Pitture italiane del Rinascimento, Milano 1936); R. Salvini, Un affresco e una tavola di Lorenzo di Bicci, RivA 14, 1932, pp. 475-483; H.D. Gronau, Lorenzo di Bicci. Ein Rekonstruktionsversuch, MKIF 4, 1932-1934, pp. 103-118; G. Sinibaldi, Note su Lorenzo di Bicci, RivA 26, 1950, pp. 199-205; id., Note brevi su inediti toscani: Lorenzo di Bicci, BArte, s. IV, 37, 1952, pp. 57-59; W. Cohn, Un quadro di Lorenzo di Bicci e la decorazione primitiva della chiesa di Or San Michele di Firenze, ivi, 41, 1956, pp. 171-177; L. Marcucci, Dipinti toscani del secolo XIV, Roma 1965, pp. 126-129; M. Boskovits, Pittura fiorentina alla vigilia del Rinascimento, 1370-1400, Firenze 1975; R. Fremantle, Florentine Gothic Painters. From Giotto to Masaccio, London 1975, pp. 409-416; M. Laclotte, E. Mognetti, Peinture italienne, cat. (Avignon 1977), Paris 1977, nr. 117; L. Bellosi, Introduzione, in F. Bellini, I disegni antichi degli Uffizi. I tempi del Ghiberti, cat., Firenze 1978a, pp. IX-XXVII: XVII; id., Anonimo fiorentino (Lorenzo Monaco?), ivi, 1978b, pp. 7-9; A. Paolucci, Il museo della collegiata di S. Andrea in Empoli, Firenze 1985, pp. 56-61; A. Tartuferi, Appunti tardogotici fiorentini: Niccolò di Tommaso, il Maestro di Barberino e Lorenzo di Bicci, Paragone 36, 1985, 425, pp. 3-16: 9-11; C. Frosinini, Il passaggio di gestione in una bottega pittorica fiorentina del primo Quattrocento: Lorenzo di Bicci e Bicci di Lorenzo, AV 25, 1986, 1, pp. 5-15; id., Lorenzo di Bicci, in La pittura in Italia. Il Quattrocento, a cura di F. Zeri, Milano 19872 (1986), I, p. 669; Important and Fine Old Master Pictures, cat. della vendita, Sotheby's, 15 aprile 1992, London 1992, p. 144 nr. 152; Old Master Paintings, cat. della vendita, Sotheby's, 20 aprile 1994, London 1994, nr. 171; E. Skaug, Punch Marks from Giotto to Fra Angelico, Oslo 1994, I; A Tartuferi, Note in margine a un trattato recente sulla decorazione punzonata dei dipinti trecenteschi, AC (in corso di stampa).