Pittore (Firenze fra il 1456 e il 1460 - ivi 1537), probabilmente anche orafo e scultore. Allievo e poi aiuto del Verrocchio, nella cui bottega appare presente ancora nel 1486, subì anche l'influenza di Leonardo e del Perugino. Divenuto seguace di G. Savonarola, nel 1497 bruciò le sue opere profane (ci è pervenuta solo la Venere agli Uffizi). Dipinse (1503) per S. Frediano in Cestello la Madonna fra s. Giuliano e s. Nicola (ora al Louvre) e, nel 1510, la Madonna e quattro santi in S. Maria delle Grazie a Pistoia. L'ultima opera datata è il S. Michele nella sagrestia del duomo di Firenze (1523). Noto nell'ambiente fiorentino anche come conoscitore d'arte ed esperto in restauro di opere antiche, dalla sua bottega uscirono numerosissime opere delle quali appaiono autografe: il S. Bartolomeo in Orsanmichele; l'Adorazione dei pastori agli Uffizi; la Madonna col Bambino e s. Giovannino alla galleria Borghese; una Madonna col Bambino a Torino (Pinacoteca).